RUFINA - Celebrare 30 anni dal conseguimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita parlando di futuro ed innovazione, che significa anche presentarsi sotto una nuova veste ed un nuovo marchio. Si è parlato di questo e molto altro durante il convegno “Chianti Rufina il più alto fra i Chianti: 30 anni di DOCG fra tradizione, innovazione e nuove sfide sui mercati” svoltosi quest’oggi a Rufina in Villa Poggio Reale. Il convegno è servito per capire com’erano la viticoltura e l’enologia 30 anni fa e cosa invece sono divenute adesso.
Ricordiamo che quella del Chianti Rufina (che comprende i comuni di Pontassieve, Rufina, Londa, Pelago e Dicomano) è una delle zone vitivinicole più importanti della Toscana, che produce vini apprezzati a livello mondiale. Quella di Rufina è la più piccola tra le sette specificazioni del Chianti: occupa una superficie di 12.483 HA, con 750 HA iscritti all’Albo destinati a diventare circa 1000 con una produzione di circa 27.000 HL.
La maggior parte dei produttori del territorio sono soci del Consorzio Chianti Rùfina, attualmente, presieduto da Federico Giuntini, fondato nel 1980. I piccoli numeri dimostrano come la fama del vino di Rufina non sia legata a grandi quantitativi di produzione, bensì all’altissima qualità del prodotto. Nel 1984 il Chianti Rufina ottiene la DOCG.
Il Chianti Rufina festeggia, dunque, una importante ricorrenza e lo fa con un nuovo marchio: il Consorzio ha, infatti, indetto il concorso “Rimarchiamolo” riservato agli studenti del DiDa, Dipartimento di Architettura dell’Università. Il Marchio vincitore è stato Realizzato da Giulia Bachini, seconda classificata Elena Tanfani, terze ex aequo Elena Molino ed Eugenia Bordini.
“In questi 30 anni molti sono stati i cambiamenti – spiega il presidente del Consorzio Chianti Rufina Federico Giuntini – ma, nonostante l’evoluzione, il nostro prodotto è rimasto legato alle tradizioni mantenendo un forte legame con il territorio. Il Chianti Rufina – prosegue Giuntini – non ha inseguito le mode del gusto internazionale e, per questo, forse in certi periodi storici è stato anche penalizzato, ma questa è stata anche la nostra forza. Le famiglie che gestiscono le aziende storiche sono ancora le stesse ed hanno sempre resistito anche nei momenti difficili ed adesso stiamo raccogliendo belle soddisfazioni dal mercato. In questo momento la nostra, fra le varie denominazioni del Chianti, è quella con l’identità più chiara, merito anche delle nostre pratiche di cantina che non sono invasive, noi seguiamo il vino, non lo stravolgiamo”.
“I produttori del Chianti Rufina – spiega Stefano Casadei produttore vitivinicolo - non si fanno prendere dalle mode. In questi 10 anni il clima ci ha permesso grandi vendemmie, il vino è migliorato grazie all’aiuto dei consulenti, adesso possiamo dire di essere imprenditori vitivinicoli all’avanguardia, adesso possiamo giocare la partita del mercato non da panchinari, ma da titolari, anzi addirittura possiamo ambire a giocare con la fascia di capitano. Adesso dobbiamo fare un passo avanti non dobbiamo essere solo bravi produttori, ma anche bravi albergatori. E’ dimostrato infatti che il successo turistico di un territorio corre in parallelo con il successo enogastronomico”.