Il Chianti stacca la spina al gioco d’azzardo. Con l’ultima azione concreta, quella della Casa del Popolo di Mercatale che dimette quattro slot machines dai propri ambienti, San Casciano è uno dei pochi comuni italiani in cui tutti i circoli presenti sul territorio, Arci, Acli e Mcl, hanno scelto di contrastare ed eliminare le macchinette mangiasoldi e tutto ciò che ne deriva. Difficoltà familiari, disagio sociale ed economico, radici di un fenomeno purtroppo sempre più diffuso che sfocia nel tunnel della ludopatia.
Una domenica di festa in cui promuovere il tesseramento ARCI per la stagione 2017/2018 all’insegna di una bella novità con cui i soci potranno riappropriarsi di spazi di socialità, inclusione e divertimento. Domenica 29 ottobre a partire dalle 16.00, alla Casa del Popolo di Mercatale in Val di Pesa, i soci potranno finalmente brindare alla dismissione delle quattro slot machine che il Consiglio del Circolo stava cercando di eliminare da oltre 3 anni e che verranno spente sabato 28 ottobre 2017.
Presenti alla festa anche il presidente di ARCI Firenze, Jacopo Forconi, e il sindaco delComune di San Casciano in Val di Pesa, Massimilano Pescini.
Per capire quanto sia accidentato il percorso che chi decide di “liberare” il proprio spazio dalle macchinette deve affrontare, è necessario fare un salto indietro fino ai primi anni 2000. A quel periodo risale, infatti, l’introduzione delle quattro slot all’interno della Casa del Popolo, negli spazi del bar che era affidato in gestione a esterni.
Nel 2014 il Circolo, in seguito a un pronunciamento dei Monopoli di Stato, deve farsi carico della gestione delle slot, per conformarsi alle vigenti normative.Inizia allora la battaglia del nuovo Consiglio per la dismissione delle macchinette che, all’unanimità, si decide di togliere.
“Ci è sembrata una scelta naturale – dice il presidente della Casa del Popolo, Mauro Franchini – “in un circolo come il nostro, impegnato su temi e problematiche sociali, accoglienza e integrazione, la presenza di quelle macchinette mangia soldi era qualcosa che creava problemi ai soci e al Consiglio. Ci facevano sentire a disagio perché contrarie ai nostri principi, alle attività che con tanto impegno portiamo avanti e al messaggio che vogliamo lanciare ai soci e ai cittadini”.
È iniziato così il percorso a ostacoli, costellato dalle troppe clausole capestro inserite nei contratti, che la Casa del Popolo di Mercatale (come successo in passato ai Circoli di San Niccolò a Firenze e Padule a Sesto Fiorentino) ha dovuto affrontare per arrivare finalmente alla dismissione: “l’azienda titolare delle macchinette – spiega Romano Matteuzzi, amministratore del Circolo ed ex presidente – ci ha imposto il rispetto del contratto della durata di tre anni per non incorrere nel pagamento di penali che ammontavano a circa 24 mila euro”. E così, per non incorrere nella penale, solo oggi il Circolo ha potuto eliminare le quattro slot.
A sostenere legalmente la Casa del Popolo di Mercatale, il Comitato di ARCI Firenze che, da anni offre ai propri Circoli che decidono di disfarsi delle slot, un servizio di assistenza ad hoc, proprio per non incorrere nelle salatissime penali dei contratti capestro. Come spiega il presidente di ARCI Firenze, Jacopo Forconi, quello del Comitato fiorentino di ARCI è davvero un impegno costante su questo tema: “Come si capisce bene dalla vicenda di Mercatale, così come degli altri Circoli, purtroppo non è facile liberarsi delle slot né, tantomeno, la loro presenza è sempre da imputarsi ai volontari che portano avanti i circoli.
Varrebbe davvero la pena venire a conoscere qual è il grande lavoro che il nostro Comitato sta facendo in questa direzione, perché quella della dismissione delle slot sul territorio è per noi, una delle sfide più grandi e più impegnative che affrontiamo con il supporto di avvocati, con iniziative di sensibilizzazione e incontri di supporto, per fare in modo che i Circoli non siano lasciati soli di fronte alle contraddizioni e alle difficoltà di queste situazioni, su cui riteniamo che lo Stato dovrebbe intervenire in modo più netto, in favore di chi decide di contrastare la proliferazione dei giochi d’azzardo e, di conseguenza, l’aumento pericoloso delle ludopatie.”
“I Comuni del Chianti, che non risultano immuni dalle pesanti ripercussioni di questo problema, si impegnano da tempo nell’azione di contrasto alla ludopatia – commentano le assessore delegate alle Politiche sociali per l’Unione comunale del Chianti fiorentino Elisabetta Masti, Cristina Faini e Giulia Casamonti – il fenomeno registra un graduale aumento nel numero dei casi, rilevati negli ultimi cinque anni. L’obiettivo condiviso dall’Unione è quello di portare avanti e rafforzare una serie di azioni specifiche mirate alla prevenzione e al recupero dei soggetti individuati dai servizi sociali. Stiamo lavorando in stretta collaborazione con il Servizio Dipendenze Patologiche della Asl per intervenire non solo sul giocatore ma anche sulla famiglia. Al momento nei nostri territori sono emersi 5 casi ed è un dato significativo se si considera che lo scorso anno non avevamo neanche un utente affetto da questa patologia”.