L’ultima inchiesta sul traffico di rifiuti illeciti nel Livornese conferma che in Toscana i reati ambientali sono in aumento. E anche il recente sequestro dell'impianto di compostaggio di Case Passerini mette in discussione la gestione del ciclo dei rifiuti. Se saranno confermate le accuse sulla qualità dei materiali di risulta dalla raccolta differenziata della parte organica, si imporrà una revisione delle modalità con le quali vengono effettuati i prelievi dei rifiuti differenziati nell’intero bacino di ALIA. Ma anche una riflessione sulle garanzie di trasparenza e affidabilità dell’attuale dirigenza e indirizzi strategici dell’azienda pubblica che gestisce i rifiuti nell’area Firenze-Prato-Pistoia.
Quello che emerge è che la raccolta a livello di cassonetto stradale (presenti ancora in molti comuni del bacino di ALIA, tra cui Firenze) non consente un controllo puntuale della qualità dei rifiuti conferiti; d’altra parte la successiva selezione e vagliatura a valle della raccolta non consentirebbe il raggiungimento delle caratteristiche agronomiche prevista dalla normativa. In definitiva, la cattiva qualità del prodotto ne inibisce il riuso quale ‘materia prima seconda’ per l’agricoltura.
Su un tema tanto delicato per la qualità della vita di tutti i cittadini i partiti si sono divisi in fazioni opposte, mentre dovrebbero lavorare per il benessere collettivo. Mentre dobbiamo rilevare che il dibattito da lungo tempo li divide soltanto sul tema dell'inceneritore. Nelle settimane scorse il sindaco Nardella ha affermato la necessità che il Partito Democratico, maggioranza in consiglio Regionale, concepisca un nuovo piano sulla gestione dei rifiuti. Siamo probabilmente arrivati alla fase in cui, considerata anche la perplessità sull'opera dimostrata dal presidente Rossi, la politica e le istituzioni devono tornare protagonisti.