Casa.it, portale immobiliare, interviene per far chiarezza ed esprimere la propria posizione in merito all’ipotesi di inserire un pacchetto fiscale sulla casa nella bozza del decreto “Sblocca Italia”, misura che comporterebbe uno sgravio per chi compra un immobile, nuovo o completamente ristrutturato, per poi metterlo in affitto per almeno otto anni a canone concordato.“L’obiettivo del governo è chiaramente quello di alleggerire il carico degli immobili invenduti dai costruttori, smuovendo un mercato che in questi anni ha sofferto la crisi più di tutti e garantendo, allo stesso tempo, un certo numero di abitazioni in affitto a prezzo calmierato”, spiega Daniele Mancini, Amministratore Delegato di Casa.it.
“Il provvedimento potrebbe avere degli effetti interessanti in quelle città dove il mercato dei canoni concordati funziona bene, come ad esempio Bologna, mentre in realtà come Milano, dove questa formula non ha mai preso piede più di tanto, i risultati potrebbero essere davvero limitati”.Secondo i dati in possesso dell’Osservatorio di Casa.it, che può contare su un database costantemente aggiornato di oltre 700.000 annunci immobiliari, la formula del canone concordato sta riscuotendo gran successo soprattutto nel Centro Italia: dal Lazio in giù, infatti, quasi il 50% di tutti i contratti d'affitto rientrano in questa tipologia, mentre fra le grandi città spiccano i dati di Firenze, con più del 50% delle locazioni, Bologna (47%) e Roma (33%).
A Milano, invece, i contratti a canone concordato non raggiungono neanche il 10%.Per stabilire un canone d’affitto concordato è necessario, per prima cosa, che il Comune e le principali associazioni che rappresentano inquilini e proprietari stabiliscano le modalità di valutazione degli immobili. Per ogni tipologia individuata e per ogni zona o quartiere, poi, occorre definire una forbice entro cui far rientrare il canone.“E’ chiaro che questa tipologia contrattuale risulta conveniente per tutte le parti quando la differenza tra il canone concordato e quello libero non è troppo alta, in linea di massima entro il 20%”, conclude l’Amministratore Delegato di Casa.it.
In ogni caso, da parte del Governo, ciò che più è importante è che la volontà di rilanciare il sistema edilizio/immobiliare sia più attiva rispetto al passato”.