Eccellenze in tutto e per tutto, belle da rubare. Dall'ex Tribunale di San Firenze spariti allestimento e mobili prestati per l'allestimento del set anti-contraffazione che ha visto partecipare numerose aziende artigiane del territorio.Una vetrina pregiata, interamente svaligiata nonostante la location abbia rappresentato la Legge a Firenze per lunghi anni e rappresenti ancora uno scrigno nel cuore del centro storico a pochi passi da Palazzo Vecchio.Una denuncia contro il furto di immagine e guadagno illecito sui tarocchi a danno delle aziende agricole, l'evento No Fakes, organizzato da Promofirenze e dall’Osservatorio Anticontraffazione della CCIAA di Firenze, in collaborazione con Coldiretti, ha avuto un epilogo clamoroso.
Chissà cosa penseranno adesso tutti quei turisti che hanno scattato migliaia di foto ai prodotti artigianali rinchiusi dietro le gabbie apprezzando la volontà di Firenze nel difendere e proteggere la filiera corta.
Nella denuncia querela depositata in Procura dall’avvocato Riccardo Olivieri del Foro di Firenze, parla Simone Ferri Graziani, imprenditore agrituristico e titolare degli oggetti scomparsi.
“In occasione dell’iniziativa dedicata all’agroalimentare, che si è tenuta dal 19 al 31 ottobre nell’ex tribunale di Piazza San Firenze, le gabbie, ancora presenti in quella che fu aula di giustizia, sono state utilizzare per l’allestimento della mostra del vero e falso made in Tuscany. Per sottolineare meglio la differenza tra gli uni e gli altri prodotti, i secondi sono stati incorniciati con anonimi scatoloni e mentre i primi sono stati presentati con arredi capaci di evidenziare la storia e la tradizione del nostro territorio.
L’idea mi è parsa interessante e quindi ho accettato di buon grado di mettere a disposizione dell’evento alcuni pezzi usualmente conservati nel museo di civiltà contadina annesso alla mia azienda agrituristica (villa Graziani di Vada Li)”. “Nel corso delle ultime due settimane di ottobre, sono state organizzate anche diverse iniziative di sensibilizzazione del pubblico. In qualche caso, anch’io ho partecipato in prima persona. Come al processo al falso made in Tuscany, in cui ho interpretato la parte dell’avvocato che ha trascinato sul banco degli imputati il falso made in e in cui il ruolo di giudice è stato affidato alla giornalista Annamaria Tossani.
Nell’occasione sono stati utilizzati alcuni mobili, come il tavolo grattugia successivamente riposto, insieme ad altri prodotti e attrezzature, in una stanza dell’ex tribunale, chiusa da porta dotata di serratura e separata dall’area espositiva, il cui accesso era riservato ai soli addetti ai lavori. Fino a sabato sera nessun problema: ciò che era esposto nelle gabbie e ciò che veniva conservato nella stanza deposito/laboratorio e utilizzato all’occorrenza per animare lo spazio absidale dell’ex tribunale, era al suo posto”, aggiunge Ferri Graziani.
“Lunedi mattina, quando gli incaricati si sono presentati, come concordato, per ritirare il materiale, hanno trovato l'arredo inspiegabilmente scomparso. Insieme ai prodotti, ironia della sorte, dall’ex tribunale, erano spariti anche attrezzi e mobili, alcuni dei quali di grande valore economico oltre che affettivo. Tra questi un mobile grattugia unico, che era stato utilizzato per celebrare il processo al falso made in Tuscany”, si rammarica Ferri Graziani.
“Ho aspettato a presentare la denuncia, confidando in un errore con la speranza di rintracciare la mobilia. A distanza di settimane, però, non avendo ricevuto comunicazioni, non mi è rimasto altro che chiedere giustizia: ovvero interessare la Procura”, conclude Ferri Graziani