Alla fine 2016 in Toscana erano censiti 87300 capi bovini segnando un +3,9% rispetto al 2015. Tra i capi macellati, la percentuale dei capi nati e allevati in Toscana è pari a circa il 37%. Tralasciando i capi che sono introdotti per la sola macellazione (circa il 18,6%, quasi tutti di provenienza francese), una percentuale rilevante (circa il 44%), è rappresentata da capi macellati dopo l'ingrasso in aziende toscane."L'amministrazione Usa sta valutando di imporre dazi punitivi del 100%, come ritorsione al divieto comunitario di importazione della carne di manzo trattata con ormoni per garantire la salute dei cittadini europei. Il divieto europeo di far entrare sul proprio mercato carne trattata con ormoni risale – sottolinea la Coldiretti - agli anni 80 ma nel 1996 gli Stati Uniti e il Canada hanno presentato il ricorso al Wto con il quale è iniziata una lunga battaglia con alti e bassi che sta portando ora gli Usa a definire una lista di prodotti da colpire.
Adesso il neo Presidente Trump apre la “vertenza carne” per imporre ai cittadini europei carne statunitense trattata con ormoni. Ricordiamo - dicono in casa Coldiretti - che il 98% degli italiani non vuole correre il rischio di consumare questa carne.Anche in Toscana cresce la preoccupazione perché la nostra regione si conferma fortemente orientata alla produzione della carne. – dice Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti regionale”.
“L'allevamento del bovino da carne in Toscana è per lo più di tipo tradizionale, con allevamenti semi-estensivi di dimensioni medio piccole – continua Marcelli - Un terzo dei capi macellati è nato e allevato sul territorio regionale. In questi, la razza Chianina riveste sicuramente grande importanza sia per la sua diffusione, sia per la tipicità e qualità”.
“Accanto ai marchi di tutela storici legati a particolari razze, insieme con l’Associazione Regionale Allevatoti abbiamo istituito un nuovo marchio “Toscana-Toscana” – dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana - per la valorizzazione di tutti i capi nati e allevati in Toscana, che sta acquisendo un crescente consenso, per garantire e promuovere la qualità anche dei capi meticci, che rappresentano un'altra quota significativa del prodotto locale. Difenderemo dal signor Trump e da qualsiasi altro - anche da chi nel nostro Paese talvolta si distrae come è accaduto col CETA - questo patrimonio dei nostri allevatori, che costituisce una ricchezza anche per il mangiar sano di tutti i cittadini, italiani ed europei ”.