L'Azienda Careggi ha attivato una quarantena domiciliare per 23 operatori che hanno prestato assistenza al paziente attualmente ricoverato a malattie infettive con una positività da confermare al virus Covid-19. In attesa della conferma da parte dell'Istituto superiore di Sanità gli operatori rimarranno a casa con le tutele di salute ed economiche del caso. Sono buone le condizioni del paziente, affetto da malattia respiratoria.
"Lo scorso 24 febbraio - ricorda Stefano Grifoni direttore del Pronto soccorso di Careggi - si è presentato al PS della nostra Azienda un paziente di circa 60 anni. Sottoposto al previsto Pre-triage presentava febbre e raucedine da alcuni giorni, non tosse, non difficoltà respiratorie. Al paziente come da procedura aziendale è stata applicata la maschera chirurgica. Dall'indagine condotta al Pre-triage in applicazione della normativa sanitaria vigente risultava che il paziente non riferiva alcun contatto a rischio né provenienza da aree con trasmissione del virus e quindi veniva classificato come non sospetto Covid-19. Gli esami confermavano una modesta malattia respiratoria. Il paziente nel tardo pomeriggio è stato trasferito in Osservazione breve.
"Nel corso del ricovero - prosegue Grifoni - il paziente con encomiabile senso di responsabilità, ha riferito al medico di aver appena appreso da un familiare che un conoscente, con cui aveva avuto un recente contatto stretto, risultava positivo al Covid-19. La persona era il paziente ricoverato il giorno precedente all'Ospedale Santa Maria Nuova, la cui notizia era intanto diventata di dominio pubblico. Nel frattempo gli operatori del Pronto soccorso e la Direzione sanitaria ricevevano analoghe informazioni dai rispettivi colleghi dell’Ospedale santa Maria Nuova. Per questo il paziente di Careggi è stato immediatamente isolato e attivata la consulenza dell'infettivologo. Un paziente che era nella stessa stanza veniva prontamente spostato in camera singola e sottoposto al tampone, poi risultato negativo al Covid-19".
"In base alla consulenza infettivologica - ricorda il Professor Alessandro Bartoloni direttore delle malattie infettive di Careggi - è stato eseguito un tampone rinofaringeo per Coronavirus e disposto il trasferimento nel reparto Malattie infettive. Venivano contemporaneamente informati gli operatori che il paziente era dunque da considerarsi come caso sospetto di Covid-19 e quindi adottate le misure precauzionali previste dalla procedura. L'infettivologo ha inoltre indicato agli operatori di attendere la risposta del test prima di allontanarsi dai locali dell'assistenza per una migliore definizione dei contatti e del percorso successivo”.
“In attesa dell’esito del tampone è stata svolta - precisa Carlo Nozzoli direttore del Dipartimento DEA di Careggi - un'accurata indagine relativamente ai contatti avuti dal personale in servizio con il paziente, distinguendo gli operatori che avevano svolto assistenza diretta dagli altri. Allo stesso tempo veniva svolta analoga indagine per individuare i pazienti eventualmente entrati in contato con il sospetto Covid-19, durante la sua permanenza in Careggi, tra cui anche il paziente risultato negativo. Dell’esito è stata data comunicazione all’Igiene pubblica. Il laboratorio di microbiologia ha comunicato la positività del test e gli operatori così identificati sono stati sospesi cautelativamente dalle attività lavorative e posti in quarantena domiciliare, in attesa di una valutazione ulteriore a cura della Medicina del lavoro che ha confermato le misure già adottate”.
“Questa vicenda – conclude Rocco Damone Direttore generale di Careggi – conferma la validità delle indicazioni regionali e la correttezza della loro applicazione da parte del personale di Careggi che ringrazio per l’impegno, in un momento così complesso dal un punto di vista umano e professionale. Le attività del Pronto Soccorso di Careggi sono proseguite e continuano regolarmente come previsto. Pertanto si ribadiscono le indicazioni regionali che invitano le persone con sintomi para influenzali o malattie croniche respiratorie a rivolgersi al medico di famiglia e ai numeri di telefono attivati dalle Aziende sanitarie”.
Il sindaco di Livorno Luca Salvetti ha comunicato durante la seduta del Consiglio Comunale che sta predisponendo un’ordinanza, quale massima autorità sanitaria sul territorio, per l’isolamento domiciliare di un ventunenne livornese che ha avuto contatti diretti con una persona positiva al coronavirus. Il giovane, che attualmente è asintomatico (non ha sintomi quali raffreddore, tosse, febbre), appena appreso che un compagno della squadra di calcio (non di Livorno) con la quale gioca, è appunto positivo al virus ed è ricoverato all’ospedale di Siena, ha subito telefonato ai numeri indicati dall’Asl Toscana nord ovest, seguendo la procedura per prevenire I contagi. Ha informato del contatto avuto, attivando quindi spontaneamente la procedura per l’autoisolamento. L’intera squadra (non livornese) è stata poi messa in quarantena.
“Questa notizia – ha detto il sindaco - dimostra da un lato il corretto funzionamento della macchina di prevenzione, dall’altro e lo spirito collaborativo dei cittadini e in particolare il grande senso civico di questo giovane livornese”.
La comunicazione del sindaco è avvenuta poche ore dopo l’intervento in Consiglio Comunale del primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Livorno Spartaco Sani, invitato a illustrare ai consiglieri l’attuale situazione relativa al coronavirus, le modalità di prevenzione attuate dalle autorità sanitarie nazionali, regionali e locali e I corretti comportamenti raccomandati ai cittadini. Il dottor Sani ha precisato che allo stadio attuale sono corrette le misure stabilite per la regione toscana e per Livorno poichè non è in atto una epidemia. Ha ricordato tra l’altro che il tampone viene fatto solo se il paziente è sintomatico e che in ospedale devono essere ricoverati solo pazienti gravi.
“Gli altri si curano a casa, anche perchè è importante tutelare al massimo i presidi sanitari”. Tra le altre cose chiarite dal medico è che non c’è alcun motivo, a Livorno e in Toscana, di non stare in luoghi affollati, e che le mascherine non servono in alcun modo a chi non è malato.