Le condizioni dei cinque pazienti che hanno contratto a Careggi una infezione agli occhi dopo una terapia iniettiva locale, sulla base di quanto riferiscono i medici curanti intervenuti tempestivamente, sono in miglioramento. Intanto è giunto a conclusione il lavoro del Centro di Gestione del Rischio Clinico, al quale la Regione aveva affidato l'incarico di svolgere un audit sul caso: con la collaborazione di clinici esperti di livello nazionale, il Centro GRC, diretto da Riccardo Tartaglia, ha condotto, come consuetudine, un incontro di approfondimento, per capire insieme agli operatori dell'azienda ospedaliera le cause di quanto avvenuto.
"L'approfondita analisi delle procedure ed esami svolti dall'azienda di Careggi e la visita dei locali della Farmacia ha indicato che l'azienda adotta modalità appropriate di preparazione del farmaco coerenti con le linee guida nazionali - questi i risultati dell'audit - Ciononostante è stata rilevata una possibile contaminazione accidentale e puntiforme, correlata a una singola operazione di preparazione".
"L'evento - si legge ancora - appare raro rispetto al volume di somministrazioni realizzate annualmente dalla struttura, circa 5.000 iniezioni di cui circa 2.000 allestite dalla Farmacia per il farmaco interessato. L'azienda ospedaliera di Careggi sta valutando di elevare ulteriormente i livelli di sicurezza del processo mediante l'automazione e ridondanza dei controlli".
Il Centro GRC produrrà nei prossimi giorni una relazione finale dell'audit, al fine di consentire l'apprendimento, da parte di altre strutture analoghe, di quanto accaduto e proporre delle azioni di miglioramento.
Intanto a Losanna, Svizzera il professor Stanislao Rizzo, Direttore del Reparto di Chirurgia Oftalmica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze è stato insignito dell’Onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana per essere stato il primo ad effettuare un impianto di protesi retinica Argus II, il cosiddetto “occhio bionico”, nel 2011.
Il professor Rizzo è stato anche uno dei primi professionisti a credere in questa innovativa tecnologia, frutto di una ricerca nata oltre 20 anni fa negli USA, e il primo ad adottarla con successo in Italia. In soli 4 anni ha effettuato oltre 20 impianti di questo tipo, su pazienti resi ciechi da una degenerazione retinica esterna la cui forma più frequente è la Retinite Pigmentosa, malattia rara e degenerativa.
“Abbiamo avuto risultati che in alcuni casi sono stati addirittura entusiasmanti” ha detto il Prof. Rizzo in una recente intervista; “non tutti i pazienti sono eligibili per l’intervento ma coloro che vengono impiantati sono seguiti durante un percorso riabilitativo personalizzato”.
Ecco dunque un caso di eccellenza tutto italiano nel settore oculistico ma anche medicale in genere.