Cenone sì, ma meglio se alla carta. La necessità di risparmiare da un lato e la voglia di brindare in piazza dall’altro spingono sempre più i fiorentini che sceglieranno il ristorante per la sera del 31 dicembre a prediligere i menu alla carta. In questo modo il prezzo scende – con 40-50 euro si può cenare in pizzeria o in trattoria, - e il cenone diventa ‘easy’. Chi invece opterà per i classici menu di capodanno spenderà mediamente 90 euro. “Si tratta di menu completi, di carne o di pesce, con 5-6 portate, vini abbinati e champagne”, spiega il vicepresidente Fipe Firenze, Andrea Angelini. “Il cenone piace sempre – prosegue Angelini -. L’abitudine però di festeggiare il nuovo anno in piazza fa sì che le prenotazioni vengano fatte sempre più all’ultimo minuto”.
Il desiderio di trascorrere l’ultima serata dell’anno all’insegna della tradizione comunque resiste. Si tratta di un rito di passaggio tra vecchio e nuovo che sfida le mode. Se il turista predilige sempre e comunque i menu di carne, i fiorentini non rinunceranno alle lenticchie, sperando che portino davvero un po’ di fortuna. Altrimenti, che ultimo dell’anno sarebbe? Zampone o cotechino? "E' "tradizione" il consumo di questi prodotti spiega Primo Mastrantoni di Aduc - accompagnati dal tradizionale contorno di lenticchie.
Si sa che del maiale non si butta nulla, cosi' nacque l'idea (nel 1511 durante un assedio) di utilizzare anche le parti meno nobili per poterle consumare in tempi successivi. Il contenuto dello zampone e del cotechino sono sostanzialmente identici, si tratta infatti di parti del maiale (muscoli di spalla, cotenna, lardo, musetto, orecchie) macinate, con aggiunta di condimenti e spezie (sale, pepe, noce moscata, cannella, salnitro, ecc.). Il valore nutritivo e' piuttosto elevato (42% di grasso e 17% di proteine).
La differenza sta nell'involucro che nello zampone e' costituito dalla cotenna della zampa (mangiabile) e nel cotechino dal budello, che un tempo era naturale ed oggi puo' essere sintetico, quindi non commestibile. Attenzione comunque alla dieta perché 100 grammi di cotechino o zampone fanno 450 kilocalorie"
“Per ora, come prenotazioni registriamo una leggera flessione rispetto all'anno scorso, ma contiamo di recuperare anche stavolta coi ‘last minute’ – dice Lino Amantini, presidente Fipe Firenze -. Certo, scontiamo il fatto che quest’anno in centro ci saranno un po’ meno eventi. Ecco perché ancora non c’è il pienone. Ma la qualità dei piatti offerti e l’atmosfera unica dei nostri locali sapranno invogliare tutti coloro che non vorranno rinunciare alla buona tavola. Oltretutto, tra i ristoratori c’è chi, considerato il particolare momento che stiamo vivendo, offre menu a prezzi più bassi dello scorso anno”.
Anche al ristorante Cafaggi di via Guelfa, come da tradizione, ci sarà solo il menu alla carta. “Lo preferiamo perché offre più libertà ai nostri clienti – fanno sapere dal ristorante -. Le prenotazioni stanno arrivando, ma certo se arrivare in centro fosse più semplice andrebbe tutto meglio”.Quasi 7 toscani su 10 (67%), durante il periodo natalizio, desiderano scambiarsi coccole per sentirsi meglio. Carezze (65%), abbracci (54%) e baci (51%) rappresentano lo scambio più sincero per ritrovare serenità e calore.
Chi è più desideroso di coccole? A sorpresa gli uomini (65%) si dimostrano più teneroni rispetto alle donne (35%). Perché fanno bene? Danno sicurezza (57%) e accrescono il senso di stabilità di una coppia (43%). È quanto emerge da uno studio di Antica Gelateria del Corso, realizzato attraverso un monitoraggio online mediante metodologia WOA (Web Opinion Analysis) sui principali social network – Facebook, Twitter, YouTube – blog e community interattive, coinvolgendo circa 1200 coppie tra i 25 e i 55 anni al fine di ricostruire quali sono i bisogni dei toscani oggi.
Quali sono i bisogni più sentiti oggi? Se è la stabilità lavorativa/economica (80%) la necessità primaria dei toscani oggi, segue subito dopo la voglia di momenti di tenerezza (69%), quindi la serenità familiare (61%). Concedersi dei dolci a Natale rappresenta una vera e propria coccola per oltre 4 toscani su 10 (46%). E c’è chi, nonostante il freddo, non rinuncia a mangiare il gelato (34%), abbinato anche alla classica fetta di pandoro. Mentre i meno golosi preferiscono cacciare via le tossine quotidiane attraverso una passeggiata in centro nella propria città (33%).
“La gente è stanca di affidarsi al materiale, al rituale del frivolo, della vita patinata. – afferma lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano - Nel periodo che precede le feste, la gente si aggira nei negozi smarrita. Le coppie cercano serenità, e molto di più a Natale, e il tempo del consumismo come “autoaffermazione” non esiste più. Le cose semplici, autentiche, gli abbracci e le risate diventano di primaria importanza. La gente sta cercando nei negozi questi prodotti che però sono solo nelle loro case, nelle loro famiglie”