Firenze, 27 marzo - Si è avviata esattamente tre mesi fa, il 27 dicembre 2020 la campagna vaccinale anti-Covid. Alle 12.00 di oggi sono state effettuate complessivamente 587.799 vaccinazioni, 19.897 in più rispetto a ieri (+3,5%), tenendo presente che le Aziende del Sistema Sanitario Regionale proseguono per l'intera giornata. La Toscana è la 5° regione per % di dosi somministrate su quelle consegnate (l’84,9% delle 692.170 consegnate), per un tasso di vaccinazioni effettuate di 15.918 per 100mila abitanti (media italiana: 15.119 per 100mila).
I dati rilevati sono spietati: ancora pochi gli over-80 vaccinati con la prima dose in Toscana, il 32,44% ed il 10,47% con la seconda. Siamo in fondo alla classifica delle regioni italiane, ma balziamo sul podio per la vaccinazione alle categorie professionali. E’ possibile seguire in tempo reale l’andamento della campagna di vaccinazione anti-Covid grazie al portale web regionale, on line dallo scorso 7 gennaio 2021.
“La situazione della pandemia è ancora complessa, con aumento dei casi e dei ricoveri, la pressione sulle terapie intensive è forte. Capisco la stanchezza, ma non bisogna mollare ora, servono ancora 2-3 mesi, la diffusione della vaccinazione e l’arrivo dell’estate ci riporteranno la libertà. Ma bisogna correre con le vaccinazioni: non mancano i professionisti, sia chiaro, mancano i vaccini”: è l’appello che lancia Pasquale D’Onofrio, segretario Fp Cgil Medici e Dirigenti Sanitari Toscana (nonché Direttore dell’Area di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda ospedaliero-universitaria senese).
Per D’Onofrio l’esperienza terribile della pandemia “deve essere anche una finestra di opportunità, non dobbiamo sprecarla. Abbiamo visto la bellezza dei comportamenti a tutela reciproca, un meraviglioso senso della comunità, ci si difende insieme. Ma abbiamo anche capito gli errori che ci hanno messo a dura prova”. E per il sindacalista la fonte di questi errori è che “abbiamo costruito un sistema basato sul culto della efficienza che ha abolito ogni ridondanza. Ogni scorta di riserva strategica era stata bruciata, per eventi prevedibili figurarsi per quelli imprevedibili.
Abbiamo avuto negli ultimi 10 anni 30 miliardi di sotto finanziamento, abbiamo perso 40mila operatori nella sanità, ridotto posti letto da 5 a 3 per 1000 abitanti. La formazione non è allineato ai bisogni assistenziali, mancano professionisti in diverse specialistiche. Anche la medicina generale è in forte difficoltà e lo sarà ancora di più nei prossimi anni. Su questi punti di debolezza dobbiamo lavorare”.
E quelli che hanno pagato di più questi errori, spiega D’Onofrio, sono “i malati e gli operatori. Un Paese che mentre invecchia taglia la sanità o che indebolisce il territorio, magari per favorire il privato, come può non pagare dazio? Quanto agli operatori, hanno risposto attingendo ai medici ancora in formazione, e soprattutto sacrificando diritti, ferie, riposi non goduti, oppure mettendo a rischio la loro vita come all’inizio della pandemia”.
Oltre alla gestione del presente, piuttosto complessa, bisogna guardare anche avanti. E capire come debba essere la sanità toscana del futuro e quali debbano essere le sue priorità. “Occorre stimare il fabbisogno di personale sulla base dei carichi di lavoro. Far partire i concorsi per assunzioni stabili. Laddove non ci sono sufficienti specialisti, attingere dagli ultimi anni di formazione e finanziare borse di studio per coprire prima possibile le carenze. E’ necessario avere servizi coperti h 24 al posto di reperibili chiamati 4-5 volte per notte.
E’ fondamentale che oltre all’ospedale si sviluppi il territorio, in cui misurare il bisogno di cura nei vari setting assistenziali (presidi, cure intermedie, assistenza domiciliare, ecc..) e stratificare l’impiego delle risorse sulla base di questi bisogni”, argomenta il sindacalista, secondo cui “non è pensabile che per avere una risposta bisogna andare sempre al Pronto Soccorso, non basta aggregare i professionisti territoriali, occorre dotarli di tecnologia, di una diagnostica di base (Ecg, Rx, ecografo, esami ematici, ecc..) per consentire una risposta di qualità in prossimità.
Così come non è pensabile che un paziente venga ospedalizzato o non venga dimesso perché manca sul territorio un adeguato livello di assistenza medico-infermieristica, residenziale o domiciliare. E’ fondamentale seguire in prossimità i pazienti cronici per prevenire riacutizzazioni e supportare i caregiver, spesso stremati da situazioni estenuanti. E poi riqualificare i piccoli ospedali facendoli diventare centri di eccellenza dandogli una vocazione, senza rinunciare al primo soccorso.
Potenziare la Medicina preventiva e la cura delle fragilità che emergeranno con forza”.
D’Onofrio conclude così: “C’è molto da fare insomma ma quella che si presenterà è un’occasione unica che ci obbliga a una visione razionale e completa della sanità del futuro. Essa può nascere solo dal confronto franco, a 360 gradi e senza spirito corporativo, tra professionisti e istituzioni”.
Sono 230 le cooperative - sanitarie, sociali e di comunità - aderenti a Confcooperative Toscana Nord disponibili a collaborare con la Regione Toscana e le Asl di riferimento per il potenziamento della campagna di vaccinazione anti Covid. Le aziende, con sede ad Arezzo, Firenze, Lucca, Massa Carrara, Pistoia e Prato, rispondono all’appello del presidente nazionale Confcooperative, Maurizio Gardini, che nei giorni scorsi ha lanciato la mobilitazione delle cooperative italiane del welfare con l’obiettivo di vaccinare il 10% degli italiani.
Giuseppe Gori, presidente di Confcooperative Toscana Nord spiega che “come Confcooperative Toscana Nord abbiamo nei settori sociale e sanitario una forza lavoro pari a circa 10.000 addetti complessivi, tra cui infermieri e sociosanitari abituati a erogare servizi domiciliari agli anziani e ai disabili, che potrebbero dare una mano per la vaccinazione dei più fragili o degli over 80. Un piccolo esercito che mettiamo a disposizione del presidente della Toscana, Eugenio Giani e dell’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini che si è detto pronto a collaborare con tutte le realtà che operano nel settore del welfare e che sono disponibili a fare la loro parte.
Noi siamo pronti a fare la nostra”. Le imprese aderenti a Confcooperative Toscana Nord sono disponibili a confrontarsi con la Regione sulle necessità delle Asl e a mobilitarsi per mettere a disposizione spazi, personale specializzato e attrezzature per accelerare la campagna vaccinale in Toscana. “L’unico modo per uscire dall’incubo della pandemia è raggiungere l’immunità di gregge al più presto - prosegue Gori -. Per farlo è necessario, in primis, che arrivino le dosi di vaccino, ma anche che queste siano somministrate in tempi rapidi e in modo capillare su tutto il territorio, anche quello più periferico.
Per questo vogliamo dare al presidente Giani la nostra disponibilità a mettere al servizio della Regione Toscana la nostra capillare organizzazione per vincere insieme questa grande sfida”.
Anche la segreteria Toscana aderisce all’iniziativa lanciata a livello nazionale dalla Uila-Uil lo scorso 19 marzo, mettendo a disposizione del servizio sanitario le circa 25 sedi presenti su tutto il territorio regionale come possibili siti per la somministrazione del vaccino contro il Covid-19, nell’ambito del piano nazionale condiviso e gestito dal servizio pubblico.
“Abbiamo comunicato all’Assessore Simone Bezzini la messa a disposizione delle nostre sedi territoriali e registriamo il suo apprezzamento per l’iniziativa. È per noi prima di tutto un segnale politico forte nei confronti di tutti coloro che si dicono scettici sul progetto vaccinale e una scelta che conferma, ancora una volta, l’importanza per la Uila del radicamento sul territorio e dell’assistenza alle persone a 360 gradi. Il sindacato è una componente fondamentale della società e deve fare la propria parte per consentire al Paese di ripartire". E' quanto ha dichiarato Eleonora Tomba a margine dell’incontro avuto con l’Assessore alla Sanità della Toscana ieri mattina, organizzato da Uil Toscana.
"La gestione del piano vaccinale in Toscana è stata pessima, la nostra Regione è penultima in Italia per vaccini somministrati agli over 80enni, ma unica ad aver aperto alle vaccinazioni degli avvocati e del personale giudiziario. La Toscana ha fatto una figura terribile a livello nazionale, rimbrottata dal premier in Parlamento, mentre le Istituzioni locali negavano l'evidenza: adesso chiediamo chiarezza al governatore Giani, e vogliamo che vengano individuate le responsabilità". Lo chiedono il coordinatore regionale di Forza Italia Toscana, sen. Massimo Mallegni e il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Marco Stella.
"In primo luogo - sottolineano Mallegni e Stella - c'è una responsabilità politica, che riguarda tutta la coalizione che sostiene la giunta regionale. Vogliamo capire poi di chi sono state le responsabilità tecniche, operative, in modo da capire cosa non è andato, ed evitare il ripetersi di questi errori che stanno penalizzando i toscani. Sui vaccini e sulla gestione della pandemia occorre una cabina di regia condivisa anche con le opposizioni: lo chiediamo da settimane, siamo in attesa di una risposta da parte di Giani".