Firenze, 27-11-2021 - Cgil, Cisl e Uil della Toscana in piazza stamani a Firenze per chiedere di cambiare la legge di bilancio su fisco, pensioni, sociale, giovani, sviluppo. Le bandiere dei tre sindacati hanno riempito piazza Santissima Annunziata, con delegazioni arrivate da tutta la regione. La manifestazione, organizzata dalle Segreterie regionali delle sigle confederali rientra nella campagna di mobilitazione lanciata a livello nazionale, con assemblee sui luoghi di lavoro, presidi e manifestazioni sui territori, per sostenere le proposte e le piattaforme presentate al governo in questi mesi.
In piazza hanno parlato alcuni delegati dei vari settori, uno studente, a nome di chi ancora nel mondo del lavoro non è entrato, ma a cui i sindacati da sempre dedicano attenzione, e poi i segretari generali di Cgil e Cisl Toscana, Dalida Angelini e Ciro Recce, mentre le conclusioni sono state affidate a Tiziana Bocchi, della segreteria nazionale Uil.
“In questi mesi difficili di crisi e di pandemia – ha detto dal palco Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana – siamo riusciti a conquistare misure importanti su lavoro, sicurezza, contratti, appalti pubblici, ammortizzatori sociali. Nessuno ci ha regalato nulla. Ma non ci accontentiamo, questo non basta: troppe crisi industriali, troppi posti di lavoro persi, troppe morti sul lavoro. Finché non avremo risposte la nostra mobilitazione non si fermerà, anzi si intensificherà nei territori, nei luoghi di lavoro, nelle piazze.
La nostra non è solo una battaglia sociale e sindacale ma soprattutto per la democrazia, perché senza giustizia sociale la democrazia perde valore. E le risposte servono già nella Legge di Bilancio, perché l’Italia ha davanti a sé sfide epocali e non può perdere tempo: Pnrr, crisi demografica, transizione digitale, riconversione industriale. C’è un percorso lungo da fare, queste sfide non si vincono senza o contro il mondo del lavoro”.
Per il segretario generale della Cisl Toscana, Ciro Recce, “ci sono almeno tre questioni prioritarie: il fisco, per il quale chiediamo meno tasse per lavoratori e pensionati, che da sempre pagano e pagano anche troppo; le pensioni, per le quali serve un’uscita flessibile, superando la legge Fornero: 62 anni di età o 41 di contributi sono più che sufficienti; i giovani, per i quali serve una pensione di garanzia e la possibilità di costruirsi una pensione complementare. A questi temi si affianca la necessità di dedicare più risorse al sociale, a cominciare dalla non autosufficienza.”
“Questa giornata – ha detto concludendo la mattinata Tiziana Bocchi, segretaria nazionale Uil - è l’inizio della mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per dire al governo che questa legge di bilancio non ci piace. Non ci piacciono le proposte su pensioni e fisco, non ci piace la mancanza di un confronto vero sullo sviluppo e sulla messa a terra del Pnrr. Oggi siamo in piazza per dire no a quota 102, serve una riforma strutturale per le pensioni che superi la ferita della Legge Fornero.
Per questo chiediamo che si possa uscire dal mondo del lavoro o a 62 anni di età o con 41 anni di contributi. Chiediamo anche una pensione di garanzia per i giovani, e per le donne che sia riconosciuto il lavoro di cura che è tutto sulle loro spalle. Infine chiediamo che gli 8 miliardi di taglio al fisco vadano interamente al mondo del lavoro. Le imprese sono già state sostenute, adesso è arrivato il momento di redistribuire una parte della ricchezza a lavoratori e pensionati.”
“ Esprimiamo il nostro giudizio positivo sull’accordo fra Governo e partiti di maggioranza che vuole destinare circa 8 miliardi dei fondi previsti dal disegno di legge di Bilancio 2022 a riduzione della pressione fiscale”. E’ quanto dichiara invece il presidente di Confartigianato Imprese Toscana Luca Giusti che prosegue affermando: “ Finalmente si delinea l’abolizione dell’Irap per le ditte individuali e i lavoratori autonomi. Un provvedimento che in Italia porterà a conseguire un risparmio per le imprese individuali di oltre 900 milioni di euro e che semplificherà la vita ad oltre 1,6 milioni di contribuenti grazie all’eliminazione dell’obbligo di presentazione della relativa dichiarazione.
Si tratta – continua il presidente- di un’imposta penalizzante per le imprese perché calcolata anche sul costo del lavoro e su quello dei finanziamenti per gli investimenti”. Luca Giusti commenta poi la proposta di riduzione delle aliquote Irpef : “Un provvedimento che andrà a beneficio di tutti i contribuenti. Si deve però puntare sulla semplificazione degli adempimenti, riducendo il numero di dichiarazioni e comunicazioni da presentare e sulla generale equità della tassazione tra le diverse categorie di contribuenti.
E’ prevista nel disegno di legge una no tax area per gli autonomi che speriamo sua adeguata però nell’importo in modo da ridurre la differenziazione di aliquote effettive IRPEF oggi esistente fra le diverse forme di reddito da lavoro”. “E’ fondamentale che la tassazione, a differenza di quanto avviene oggi, incentivi il lavoro e il fare impresa. Con il sistema attuale molte piccole imprese, lavoratori autonomi e dipendenti temono di superare le soglie di imponibile perché la maggiore tassazione farebbe scomparire i maggiori redditi conseguiti”, conclude Giusti.