Firenze 29.03.2020- Ogni giorno circa 10 mila pacchi (la stragrande maggioranza si tratterebbe di beni non essenziali) lasciano il magazzino Amazon di Calenzano per raggiungere le case dei cittadini di tutta la Città metropolitana. Si parla di un sito (operante nel settore della vendita online e della distribuzione di merci ad aziende e privati) in cui, quotidianamente, girano circa 300 lavoratori (tra i diretti e i corrieri delle ditte in appalto). Questi lavoratori sono preoccupati e vorrebbero ridurre il più possibile i rischi da interferenza in questa emergenza da coronavirus. Il sindacato ha allertato il Prefetto di Firenze, che si è reso disponibile ad attivarsi per organizzare un incontro con Amazon e con le ditte in appalto per affrontare la questione.
“Siamo convinti che sia necessario aprire da subito nel sito una commissione paritetica con tutte le aziende presenti e il sindacato, per discutere tutti insieme affinché nel sito si organizzi l’attività nella maggior sicurezza possibile -spiegano Gabrio Guidotti e Claudio Gani della Filt Cgil- In tal senso, è opportuno che venga ridotto immediatamente il numero delle consegne per ogni corriere al giorno, per permettere ai lavoratori di incontrare meno persone. Quando si parla di salute e sicurezza, a maggior ragione durante l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in Italia e nel mondo, non si può lasciar correre. In attesa di risposte da Amazon, ci sarà una giornata di sciopero per domani lunedì 30 marzo per tutto l’impianto di Calenzano (lavoratori diretti e degli appalti), per l’intero turno di lavoro”.
"Sin dal primo momento, abbiamo lavorato a stretto contatto con le autorità locali per rispondere in modo proattivo alla situazione di emergenza, continuando a garantire il nostro servizio ai clienti e preservando allo stesso tempo la salute e la sicurezza di tutti i nostri dipendenti. In quest’ottica abbiamo introdotto una serie di misure preventive in tutti i nostri centri logistici per salvaguardare i nostri dipendenti ed i dipendenti dei fornitori di servizi: abbiamo aumentato le operazioni di pulizia dei siti, introdotto la distanza di sicurezza minima e richiesto ai corrieri di restare a distanza di almeno un metro dai clienti quando effettuano le consegne -ribattono da Amazon- Stiamo inoltre supportando i fornitori di servizi di consegna nell’igienizzazione dei furgoni dotando giornalmente gli autisti di salviette igienizzanti per la pulizia del volante e delle parti del mezzo che entrano in contatto con le mani e anche di una boccetta di disinfettante per l’igienizzazione delle mani dell’autista stesso. Così come i clienti utilizzano l'e-commerce come strumento utile ai loro sforzi di distanziamento sociale, anche noi abbiamo adottato misure specifiche di distanziamento all'interno dei nostri siti affinché i nostri dipendenti possano lavorare in sicurezza.
La combinazione di questi due elementi ci ha portati a concentrare la nostra capacità disponibile sui prodotti che hanno la massima priorità e, a partire dal 22 marzo, abbiamo smesso temporaneamente di accettare ordini su Amazon.it relativamente a molti prodotti non ritenuti prioritari per i nostri clienti. Questa decisione consente ai nostri dipendenti e ai dipendenti dei fornitori dei servizi di consegna di focalizzarsi sulla ricezione e spedizione di quanto i clienti hanno più bisogno in questo momento. Il Comitato previsto dal Protocollo del 14 marzo è stato implementato in ogni sito così come richiesto all’art.
13 del Protocollo stesso. Specificamente nel sito di Calenzano si è già tenuto un incontro il 23 marzo e un altro è programmato per il 31 marzo con l’obiettivo di individuare ulteriori processi per il miglioramento della sicurezza del sito e delle persone e valutare l’efficacia delle azioni intraprese. Per quanto concerne le ditte esterne, abbiamo tempestivamente invitato anche loro ad osservare la prescrizione relativa al Protocollo. Alle misure di cui sopra è stato dato riscontro alle organizzazioni sindacali tramite risposta formale inviate tramite posta certificata in data 28 marzo".
"Ci giungono segnalazioni di aziende aperte che non rientrano nelle attività essenziali in tante province -interviene Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana- A Navicelli a Pisa chiediamo alle autorità di verificare i motivi per cui un cantiere nautico risulta aperto, dato che sicuramente non rientra nelle attività essenziali. Non ci stiamo a deroghe, furberie o imbrogli. Le eventuali richieste ai Prefetti di prosecuzione delle attività che non rientrano nei beni essenziali, permettono magari di riprendere l’attività e tirare un po’ avanti, ma questo sarebbe assolutamente inaccettabile e denoterebbe un comportamento imprenditoriale grave ed irresponsabile. Diffidiamo le aziende a richiamare al lavoro i dipendenti o, come nel caso della nautica, le varie ditte in appalto. Qualora si verificassero casi di contagio o episodi che mettano a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle loro famiglie, adotteremo tutte le iniziative sindacali e legali a tutela dei lavoratori. Le imprese si devono assumere la piena responsabilità delle loro azioni, ben sapendo che, non evitare che accada ciò che si ha la possibilità di evitare (perché si dovrebbe essere chiusi) significa provocare consapevolmente un incidente ed un danno, poiché di fatto viene messa in discussione l’incolumità e la vita stessa dei lavoratori".
"In questo momento di emergenza sanitaria potrà apparire una piccola cosa, ma è molto importante per i bambini, i ragazzi e le loro famiglie: siano considerati beni di necessità anche gli articoli di cancelleria, quaderni, penne e colori". Questa in sintesi la richiesta del sindaco di Prato Matteo Biffoni alla Presidenza del Consiglio. Dopo gli ultimi decreti infatti la vendita di cancelleria non è stato indicato come necessità e, di conseguenza, sia la grande distribuzione sia i negozi ancora aperti, come le edicole che fanno cartoleria, hanno interrotto la vendita di quaderni, penne e simili.
Mettendo in difficoltà molte famiglie che stanno terminando quelli a disposizione a casa: "Le scuole (insegnanti e dirigenti), gli alunni e le alunne e le loro famiglie stanno facendo un grande sforzo per assicurare la continuità dell’attività didattica e il mantenimento della regolarità delle lezioni, pur nell’eccezionalità della situazione, con senso di responsabilità e grande consapevolezza per il momento che il nostro Paese sta affrontando; i materiali di cancelleria, i quaderni, gli album, i colori, sono necessari per il lavoro scolastico, ma anche per raccontare la vita, ricordare, immaginare". Già la scorsa settimana il Comune di Prato aveva posto un quesito alla prefettura, così da consentire la vendita a domicilio di questi beni: Quello che si chiede ora al Governo è un intervento normativo "per evitare eccezioni di carattere locale, nella necessità di dare ai ragazzi e alle ragazze di tutto il Paese la medesima possibilità di accedere a questi strumenti di lavoro, di espressione, di svago".
Lunedì 30 marzo, dalle ore 17,30 alle 19,30, sulla piattaforma Zoom saranno presenti tutti i rappresentanti toscani di Italia Viva in Parlamento, Consiglio regionale, Parlamento Europeo e al Governo con Ivan Scalfarotto che, con i responsabili territoriali, senza distinzione di carica, daranno vita ad un confronto attivo con cittadini e parti sociali sulla ripartenza. Un ascolto “vivace” e un confronto attivo per elaborare insieme il futuro della Toscana. La partecipazione è aperta a chiunque rappresenti una categoria economica e voglia dare contributi, proposte e idee per creare il futuro economico e sociale post emergenza Covid-19.
Sulla piattaforma digitale sarà possibile dialogare direttamente con Ivan Scalfarotto, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, con l’Onorevole Nicola Danti, europarlamentare di Italia Viva, anima di questa iniziativa e ancora Gabriele Toccafondi e Cosimo Maria Ferri, della Camera dei deputati che modereranno il confronto insieme ai Consiglieri regionali Massimo Baldi, Titta Meucci e Stefano Scaramelli.
Per avere le credenziali di accesso basta inviare una mail a firenze@italiaviva.it