Praticamente tutte le categorie civili, sociali ed economiche, con una prevalenza di firme femminili, hanno aderito all’appello lanciato nell’Oltrarno dall’associazione di volontariato Idra, sostenuto da numerose realtà di base, fra cui Libera Firenze, il Comitato Oltrarno futuro, Atto Primo, la Casa del popolo e comunità di San Niccolò, Incontriamoci sull’Arno, Cittadini per Firenze, Italia Nostra Firenze.
Oggetto della petizione, il futuro del sistema Palazzo Pitti – Giardino di Boboli – Forte Belvedere, che rischia di essere compromesso irreversibilmente dagli sbancamenti proposti dalla proprietà dell’ex Scuola di Sanità militare di Costa S. Giorgio nelle viscere della fragile collina di Belvedere, il ‘Poggio delle Rovinate’.
Alle 677 firme, certificate col relativo documento di identità, si aggiungono le 387 adesioni di concittadini fiorentini di altri quartieri e di ospiti di tutto il mondo che hanno voluto testimoniare comunque il proprio allarme.
“Quello dell’apertura di un processo partecipativo non è un percorso conflittuale, sostengono i promotori, né il tentativo di suggerire un approccio ideologico. Al contrario: il progetto accolto dalla Regione Toscana è l’espressione della più semplice delle esigenze in democrazia, quella di conoscere per deliberare, far conoscere per condividere. Preoccupa infatti che nell’area interessata dalla variante urbanistica sia stata accordata ai due ex monasteri di S.
Francesco e S. Girolamo che affacciano sul verde storico emblema internazionale del ‘giardino all’italiana’, il giardino di Boboli, una destinazione turistico-ricettiva per l’86% ai 16137 mq del complesso!L’ennesima in città, nonostante il memento che la pandemia ha lanciato in direzione di chi amministra le comunità”.
Insieme al progetto “Laboratorio Belvedere”, il cui preliminare aveva già ricevuto una valutazione favorevole dalla Regione Toscana, le 1064 firme sono state trasmesse all'Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione con la richiesta di “attivare, ai sensi della Legge regionale 46 del 2013, un percorso di conoscenza e confronto pubblico sulla nuova destinazione urbanistica prevista per l’area fra Palazzo Pitti e Forte Belvedere (complesso della ex Caserma “Vittorio Veneto” in Costa San Giorgio), attualmente allo studio degli organi tecnici e delle sedi politiche del Comune”.
“L’obiettivo”, rivendicano i firmatari, “è di far conoscere ai cittadini e alle scuole un bene architettonico di significativo pregio storico, artistico e paesaggistico di fatto sconosciuto ai fiorentini ed analizzare, con il contributo di tutti i portatori di interessi, i possibili impatti (positivi o negativi) sull’Oltrarno in termini di vivibilità, accessibilità, fruizione sociale e culturale”.
A poche settimane or sono risale il monito formulato dal responsabile del giardino di Boboli, il direttore delle Gallerie degli Uffizi: allertato dall’associazionismo, riferiscono gli ecologisti di Idra, “Eike Schmidt ha scolpito nero su bianco in un documento indirizzato alla Direzione Urbanistica del Comune e alla Soprintendenza il proprio allarme motivato.
Le opere in sotterraneo proposte a servizio dell’albergo (tunnel carrabile, due parcheggi, altri servizi) potrebbero determinare infatti impatti irreversibili sulle falde che alimentano le sorgenti di Boboli. Ed è noto che l’acqua è la prima e indispensabile risorsa di un giardino rinascimentale, come ci testimonia anche l’ultimo fontaniere storico, Paolo Ravegnani, in una recente intervista”.
Da stamani la scheda del progetto definitivo “Laboratorio Belvedere” è anche sul tavolo dell’assessora alla partecipazione e alla cittadinanza attiva del Comune di Firenze Alessia Bettini. Adesso la parola a Palazzo Vecchio.
“Urge – sostengono le tante centinaia di cittadini dell’Oltrarno e non solo - una pausa di riflessione, della durata massima di 6 mesi per legge, che permetta la conoscenza, il dibattito, il contributo creativo della comunità tutta: quello di chi qui ci abita, di chi ci lavora, di chi ci studia, e di chi viene a ritemprarsi corpo e spirito passeggiando fra la casa di Galileo Galilei in Costa San Giorgio e lo studio in cui ha vissuto e lavorato Ottone Rosai in Via San Leonardo, o arriva da ogni parte del mondo aspettando di trovare ancora la Firenze che sogna. Qui siamo infatti nel cuore del sito Unesco, patrimonio non solo del quartiere e della città, ma dell’Umanità”.