Gabriel Omar Batistuta, il BatiGol della Fiorentina targata Cecchi Gori, ha varcato nuovamente le porte di Palazzo Vecchio per presentare El numero nueve (per sempre, lo aggiungiamo noi). Il Docufilm di Pablo Benedetti racconta la storia di Batistuta, come uomo e come sportivo: la nascita di un piccolo argentino che sarebbe entrato nel mito del calcio.
Il sindaco Dario Nardella, presentando Batistuta come un fiorentino di adozione, ha anticipato che il prossimo 9 febbraio "festeggeremo il cinquantesimo compleanno del Re Leone con una grande festa nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio". Sarà probabilmente l'opportunità di mostrare un trailer del docufilm.Produttore e regista hanno coinvolto in primis il giornalista Mario Tenerani, a quanto pare è stato suo il compito di sottoporre a Batistuta il progetto definitivo. A maggio 2019 le riprese vedranno il montaggio definitivo e la distribuzione. Quanto durerà? Non serve neppure pensarci: 90 minuti.
Batistuta che coglie l'occasione per ringraziare la famiglia e gli amici, racconta i suoi primi giorni a Firenze e ricorda l'affetto dei tifosi, in alcuni casi persino eccessivo davanti ai trofei che non arrivavano oltre al rapporto con la stampa locale alla quale mostrava il suo carattere guerriero "ma nel privato faccio anche le battute". Oggi "Quando mi chiamano per girare - confessa - non è come quando mi preparavo per andare agli allenamenti, la passione non è certo la stessa, ma ci metto sempre tutto l'impegno".
Da Reconquista a Firenze di campo in campo, tra uno spogliatoio, gli allenamenti e la vita notturna Batistuta racconta un mondo del calcio che è oramai nel mito per i suoi eccessi e per le sue virtù, spesso affidate ai singoli grandi campioni. In Argentina c'è chi ha sofferto, chi ha tirato calci ai sassi, chi è cresciuto diventando un protagonista ed anche chi, grazie a Gabriel Batistuta ha affidato le proprie speranze al pallone, al numero nueve che ha giocato al fianco di Maradona. Un'epoca, soprattutto, in cui Firenze ha sognato tanto.