“La politica deve assumere una posizione chiara e dirci esattamente da che parte ha deciso di stare, dalla parte della finanza o dei cittadini e dei loro reali bisogni?”. E’ duro l’attacco del sindaco di Barberino Giacomo Trentanovi che ancora una volta, al fianco dei cittadini, si avventa contro il piano di razionalizzazione di Poste e le istituzioni che fino a questo momento “non hanno mostrato alcun reale interesse a risolvere la questione, ad ascoltare i bisogni reali delle comunità, ad eccezione della Regione Toscana e del Presidente Rossi”.
Da piazza Brandi, nel cuore sociale della piccola località di Marcialla, la voce di protesta del sindaco chiantigiano solleva una nuova ondata di no alla chiusura dello sportello di Marcialla, messa in moto dal Consiglio di Frazione di Marcialla, presieduto da Simone Lisi, in occasione della festa patronale e della tradizionale fiera agostana della frazione barberinese. “Lo chiamano piano di razionalizzazione – prosegue il sindaco – per noi è solo un piano, scellerato e cinico, di chiusure degli uffici postali, servizi che riteniamo fondamentali per la tenuta sociale della comunità e dei nostri territori soprattutto per quelli decentrati e collinari dove la popolazione registra un’alta percentuale di persone anziane e note sono le difficoltà di spostamento e le criticità legate al servizio di trasporto pubblico locale”. La deadline del 7 settembre, giorno in cui l’azienda chiuderà ufficialmente i bandoni di 54 uffici postali toscani tra cui quelli di Marcialla, La Romola e San Donato in Poggio, è ormai prossimo ma per il sindaco Trentanovi “c’è ancora tempo per cambiare le cose, purché ci sia la volontà politica”.
“Per fermare il piano che prevede tagli netti e riduzione di orari – spiega - il Comune di Barberino ad esempio è doppiamente penalizzato a causa della chiusura di Marcialla e della riduzione di Vico d’Elsa, ci vuole l’impegno del governo e delle istituzioni. Abbiamo sempre mostrato apertura al dialogo e al confronto a soluzioni alternative che non si limitassero a chiusure, siamo ancora disponibili, ma non accettiamo più la sordità imbarazzante che hanno mostrato la politica e le istituzioni, eccezione fatta per la Regione Toscana e il Presidente Rossi, l’unico ad essersi messo al fianco dei Comuni e a sostenere le ragioni delle comunità”.
Intanto Sono circa 500 le firme raccolte dal Consiglio di frazione contro il piano di Poste. “Sono numerose le adesioni - aggiunge Simone Lisi – che stiamo raccogliendo in piazza da parte di cittadini che intendono tagliare i ponti con Poste e chiudere conti correnti e libretti postali, molti sono infuriati e c’è qualcuno che propone di continuare a manifestare in forma più esasperata bloccando la strada e occupando l’ufficio postale”. Gli sportelli chiantigiani inseriti nel piano di chiusura sono quelli di Marcialla (Barberino Val d'Elsa), San Donato in Poggio (Tavarnelle Val di Pesa) e La Romola (San Casciano Val di Pesa), mentre la riduzione di apertura interessa Lucolena (Greve in Chianti) e Vico d'Elsa (Barberino Val d'Elsa).
“Chiudere i piccoli uffici postali significa indebolire intere comunità di cittadini e soprattutto tagliare servizi essenziali soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Il nostro impegno, come Partito Democratico, sarà quello di essere al fianco delle amministrazioni comunali coinvolte e della Regione perché con Poste Italiane venga trovata una soluzione soddisfacente per tutti”. Così il vicesegretario toscano del PD Antonio Mazzeo che ieri ha partecipato al presidio organizzato dall’amministrazione comunale a San Giovanni alla Vena, frazione di Vicopisano, e al quale hanno preso parte anche diverse decine di cittadini.
Un appuntamento che, ha spiegato, “è solo il primo di una serie di confronti che avrò personalmente sul territorio in varie realtà in cui Poste ha previsto di eliminare il proprio ufficio”. “Come Partito Democratico - ha precisato Mazzeo - vogliamo essere idealmente e materialmente a fianco di tutti i 57 uffici postali a rischio chiusura in Toscana. A metà luglio in consiglio regionale è stata approvata una mozione in loro difesa e ora sosterremo con forza il lavoro del Presidente della Regione Enrico Rossi che nei prossimi giorni riprenderà gli incontri con il governo per cercare possibili soluzioni alternative alla chiusura di uffici che, nelle piccole frazioni della nostra regione, rappresentano presidi fondamentali e spazi vitali ed essenziali per le comunità che ci abitano”. "Pur comprendendo la volontà di Poste di procedere a una diminuzione dei costi - ha quindi concluso il vicesegretario del PD Toscana - viviamo questa fase con grande preoccupazione e crediamo che invece delle chiusure tout court degli uffici si possano ipotizzare altre strade di concerto con Poste, Regione, Comuni e governo nazionale.
Penso come estrema ratio, ad esempio, ad una eventuale razionalizzazione degli orari di apertura o alla ricerca di immobili pubblici o dismessi da utilizzare per ospitare l’ufficio postale permettendo alla società di abbattere comunque i propri costi di gestione”.