Firenze, 27-4-2023 - Il report dell’Ufficio Studi della FISAC CGIL, su dati di Bankitalia, riporta che, anche nella ricca provincia di Firenze, negli ultimi 5 anni, ha chiuso uno sportello bancario su 4, cioè 137 sportelli su 546. Delle restanti 409 filiali sopravvissute ai tagli, c’è da segnalare che il 30% è uno sportello di Intesa San Paolo o di Monte Paschi di Siena.
"Se, ancora oggi, a differenza di altri territori - sottolinea con una nota Fisac Cgil Firenze - qui si registrano soltanto tre Comuni senza più uno sportello bancario (Barberino Val d’Elsa, Capraia e Limite e San Godenzo per un totale di 13237 residenti rimasti privi di un servizio fondamentale) è grazie alla presenza diffusa delle due grandi Banche nazionali che ancora presidiano il territorio assieme agli Istituti di Credito Cooperativo.
Tuttavia la contrazione è fortissima e riguarda tutti gli Istituti bancari presenti a Firenze e provincia, soprattutto se vista in un orizzonte temporale più ampio.
Dal 2011 ad oggi, ovvero dagli anni in cui le banche si contendevano gli sportelli a suon di milioni a doppia cifra, si registrano 296 sportelli in meno in tutta la provincia, una contrazione pari al 42%.
Se, nel nostro territorio, i prestiti al settore industriale tornano quelli del 2011 (attorno a 4 miliardi e mezzo) e sono rimasti pressoché costanti nel decennio, ad eccezione di una flessione avvenuta nel 2013 e nel 2020, si registra invece una contrazione fortissima e progressiva per tutto il settore delle costruzioni. Da 2 miliardi e 990 milioni erogati nel lontano 2011, infatti, per il settore edile si è scesi a 897 milioni a dicembre 2022, eguagliando il record negativo registrato in piena pandemia tra aprile e maggio 2020. Si tratta di una contrazione del 70% in 11 anni, ben superiore rispetto a quanto si registra nelle imprese del terziario, dove la diminuzione dei prestiti emessi dalle banche del territorio si è attestata attorno al 12% (da 9 miliardi e 244 milioni si è scesi a 8 miliardi e 136 milioni)".
Elena Aiazzi, Segretaria della Camera del lavoro di Firenze, sottolinea come “questi dati confermino che più si allontanano i servizi bancari da un territorio, minore è il flusso finanziario all’economia locale. L’obiettivo delle banche resta sempre quello di fare utili e la via maestra è rappresentata dal taglio ai costi fissi, meno filiali e meno dipendenti, oltre che dal taglio ai servizi di intermediazione, quindi riducendo progressivamente il sostegno creditizio all’economia dei territori e privilegiando la vendita di prodotti finanziari”. I depositi, intanto sono cresciuti del 79%, da poco meno di 20 miliardi nel 2011 a oltre 35 miliardi e mezzo di fine 2022, di cui 6 miliardi negli ultimi 3 anni.
Per il Segretario generale della Fisac Cgil di Firenze, Yuri Domenici, “il progressivo, costante e apparentemente inarrestabile abbandono del territorio da parte degli istituti bancari, oltre ad avere riflessi negativi sul finanziamento alle piccole e medie imprese, incentiva il cittadino alla finanza fai da te. Si registra un aumento diffuso del trader domestico, improvvisato, ovvero quel cittadino che, seguendo corsi su youtube, inizia a gestire autonomamente il proprio portafoglio entrando, privo di competenze specifiche, nell’orbita della ludopatia, provocata dalle scommesse finanziarie.
In un Paese dalla scarsa cultura finanziaria come il nostro, improvvisarsi trader in un mondo di squali, o credere al sogno della ricchezza facile investendo cospicui capitali sulle criptovalute, porta tanti cittadini a bruciare i pochi risparmi accumulati. Per i pochi fortunati che riescono ad avere successo, ci pensa anche il fisco ad incentivarli, visto che le tasse sulle transazioni finanziarie sono più basse rispetto alle tasse da lavoro. Ma si tratta di casi isolati di investitori che spesso dispongono di capitali consolidati o eredità passate di generazione in generazione, che possono quindi permettersi il rischio di giocare ogni giorno al casinò della finanza”.
“Per il resto - aggiunge Domenici -, al contrario, c’è una forte emergenza di cultura finanziaria, soprattutto nelle scuole. Come possono i nostri ragazzi acquisire consapevolezza del denaro e saperlo gestire, se tante famiglie più disagiate sono indebitate e sopravvivono sempre al limite del fido, sempre a caccia di costosi finanziamenti? La banca del territorio è dunque, ancora oggi, una tutela nei confronti del cittadino, sia esso giovane con scarse competenze finanziarie o anziano con difficoltà ad usare le tecnologie”.
Secondo il Segretario della Fisac Cgil di Firenze “è compito delle istituzioni richiamare i grandi e piccoli istituti bancari a presidiare il territorio, una funzione sociale prevista dall’art 47 della Costituzione, così come ha promesso di impegnarsi in tal senso, con apposita risoluzione, la Giunta regionale Toscana. Tale presidio resta fondamentale anche per garantire la legalità, contrastare l’usura, il riciclaggio e la penetrazione della criminalità organizzata. Tutto questo comunque in attesa di una legge che tassi maggiormente le transazioni speculative, a partire da quelle generate dalla movimentazione di grandi capitali.
La finanza speculativa, infatti, oltre a creare indirettamente altissimi danni all’ambiente, sta distruggendo progressivamente l’economia reale. Se, in una società, si vuol mantenere un patto sociale che tenga tutti assieme, non è più accettabile che il lavoro, centrale nell’economia reale, sia più tassato delle transazioni finanziarie. Un motivo in più per invitare le persone a partecipare alla mobilitazione di CGIL CISL UIL ‘per una nuova stagione del lavoro e dei diritti’ proclamata per il prossimo 6 maggio a Bologna”.