"Un episodio può essere un caso, due fanno già pensare. Ma quando il numero aumenta, allora non possiamo più fare finta di niente o limitarci a derubricare quanto accaduto come semplici "ragazzate". Gli atti vandalici compiuti questa estate nel nostro territorio (dai danneggiamenti ai giardini a quelli ai giochi dei bambini, da quelli ai bar estivi fino al tentativo di appiccare un incendio doloso) sono culminati con le scritte indecenti all'esterno della scuola Redi. E questo, per me, rappresenta un punto in cui è necessario fermarsi e, come comunità, decidere se e come vogliamo affrontare questo fenomeno". Parole dense di preoccupazione quelle espresse dal Direttivo della Pro loco di Bagno a Ripoli, nella fase finale dell'estate e nell'imminenza dell'inizio di un nuovo anno scolastico.
"La scuola è un simbolo - riprende il Direttivo della Pro loco - . E' il luogo dell'insegnamento, della formazione, della costruzione delle donne e degli uomini di domani. Come Pro Loco, non a caso, abbiamo scelto di chiedere proprio agli studenti delle medie di realizzare il logo della nostra associazione. Perché pensiamo che il nostro compito sia (anche) quello di renderli protagonisti attivi della nostra comunità, non solo fruitori passivi che, magari, possano sentirsi in diritto di usarla (o sciuparla) a proprio piacimento. A quella iniziativa hanno risposto in tanti e siamo convinti che chi invece si è macchiato degli atti delle ultime settimane sia solo una piccolissima minoranza dei giovani che vivono nel nostro comune. Ma non per questo possiamo e vogliamo minimizzare".
Ecco perché oggi serve dare una risposta forte, collettiva, comune. Noi saremo al fianco dell'amministrazione comunale e degli insegnanti nell'iniziativa lanciata dal dirigente scolastico Maria Luisa Rainaldi che ha promosso un sit-in di festa per celebrare la scuola, ma vorremmo fosse fatto un passo in più. Vorremmo che una volta individuati i responsabili dell'accaduto fosse dato a loro il compito ridipingere le mura della scuola. E che magari si coinvolgessero anche le famiglie e i compagni perché possa davvero esserci anche un risvolto "educativo" e non solo "punitivo" per quanto accaduto. E' una strada che può e deve vederci tutti coinvolti e sulla quale, come associazione a partire dal nostro comitato direttivo, siamo pronti a dare il nostro contributo convinti che non sia più il tempo di cercare alibi ma quello di trovare soluzioni concrete.