Firenze realizza piste ciclabili, ma i ciclisti si dichiarano insoddisfatti per i tanti tratti senza continuità. Avere alcuni chilometri di asfalto colorato è importante, ma dal punto di vista della sicurezza tutto si gioca nel raccordo tra le piste. Tutto si gioca lì, anche la vita del ciclista stesso. Paradossalmente conta più il raccordo del tratto in linea. Capirlo e prenderne consapevolezza è un passaggio naturale che i ciclisti si aspettano. Non mancano lamentele anche da parte dei pedoni per la scarsa cortesia e considerazione che gli automobilisti offrono ai pedoni.
Non è inusuale trovare sui Social post del tipo "A Firenze le macchine accelerano per passare prima del pedone dalle strisce" immagini di puro orgoglio cittadino. Ma anche per le intersezioni non semaforizzate o temporizzate a svantaggio di chi percorre a piedi l'attraversamento. E' questo il caso delle mamme con il passeggino costrette a corre in piazza Beccaria ad esempio o a Porta Romana. E' il caso di piazza della Libertà dove dal Parterre alla fontana ci sono due attraversamenti, uno gestito dal semaforo e l'altro no.
Che fare in questo caso? C'è chi si affida alla sorte. Il compito di una Amministrazione non è solo quello di gestire il traffico assieme all'arredo urbano, ma anche di educare i cittadini. Una formazione morale che precede il senso pratico e renderebbe le cose più semplici. Il bambino e la sua mamma investiti sulle strisce in via Vittorio Emanuele II sono "l'ennesimo esempio di quanto siano vulnerabili i pedoni e anche i ciclisti, anche loro utenti "deboli" della strada - con un sistema di mobilità attualmente tutto incentrato sui mezzi a motore, il cui uso implica anche più pericolo per le strade, visto che più aumenta la velocità più sono gravi le conseguenze di un eventuale incidente sia per chi li guida sia per pedoni o ciclisti che venissero coinvolti" è la nota di CittàCiclabile. "Basta infatti passare da 50 a 30 km/h per rendere queste conseguenze molto ma molto meno gravi. L'accordo sul nuovo Codice della strada raggiunto fra l'Anci e il Ministero dei Trasporti sul nuovo Codice della strada, che mette pedoni e turisti al primo posto, avrà non solo il vantaggio di favorire l'unico sistema di mobilità rispettosa della salute di tutti e anche della salvaguardia dei nostri preziosi monumenti, ma anche di rendere le strade più sicure per tutti visto la velocità "slow" delle bici".