Firenze – Non dal 30 giugno 2015 come voleva un emendamento al Milleproroghe approvato in precedenza, ma già dal prossimo 30 giugno sarà in vigore la norma che obbliga commercianti e professionisti ad accettare pagamenti con il bancomat per transazioni superiori a 30 euro. Fino alla fine di giugno la regola varrà solo per le attività con fatturato superiore ai 200mila euro, ma entro il 26 giugno 2014 è possibile che venga pubblicato un ulteriore decreto per i soggetti al momento esclusi. Si sono messi di traverso i commercianti che con il Pos operano giornalmente e spesso non accettano pagamenti troppo bassi in virt§ delle commissioni.
I commercianti sanno quanto costa gestire un Pos, l'iter necessario per ricevere assistenta ecc. I cittadini ci sono arrivati l'istante successivo, quando, fatti due conti, hanno capito che non si potrà fare a meno di possedere una carta elettronica con tutte le spese accessorie del caso. Un Bancomat ha dei costi. Gestire un Bancomat non è facile: tra furti smarrimenti, smagnetizzazioni, clonazioni.. è una vita dura. Ricaricare una carta elettronica, ad esempio, ha dei costi. Ma perché adottare questa misura? “Un vincolo – commenta Jacopo De Ria, presidente direttore Confcommercio Firenze - che, se da una parte vorrebbe imprimere modernità ai servizi della rete distributiva italiana, dall’altra appare come un nuovo balzello per imprenditori e professionisti.
Insomma, l’ennesimo regalo al sistema bancario”. “Se la norma – prosegue De Ria, - è stata fatta con l’intenzione di rendere più efficienti, comodi e sicuri i pagamenti, oltre che rintracciabili, allora andrebbero immediatamente calmierate le commissioni bancarie sulle transazioni, che in Italia rimangono troppo alte. A tal proposito, il ‘Salva Italia’ del 2011 prevedeva la revisione delle commissioni bancarie per il Pos. Peccato che sembra manchi ancora il decreto attuativo”. Per avere il Pos in negozio si arriva a pagare un canone di 15-20 euro al mese, oltre alle commissioni su ogni transazione: spese basse per il bancomat (0,50-1%), più alte per le carte di credito (dall'1 al 3-4%).
Per una struttura commerciale che fattura sui 500mila euro l’anno si tratta di una spesa di 15mila euro all’anno. “Ma i problemi maggiori riguardano ovviamente i piccoli commercianti”, nota De Ria. Molti di loro sono sprovvisti di Pos proprio alla luce dell'entità irrisoria dei singoli pagamenti che ricevono. Ma anche i professionisti non sempre dispongono dei sistemi per l'accettazione di pagamenti con moneta elettronica. Insomma, la conclusione di De Ria, “è un nuovo aggravio per i già tartassati piccoli esercenti”.
“E’ nel nostro interesse favorire i clienti, ma certo i consumi non ripartiranno per la presenza di qualche Pos in più. E’ urgente far ripartire l’economia tagliando le tasse e il costo del lavoro, invece di moltiplicare vincoli e obblighi che finiscono per pesare sulle spalle delle piccole imprese”.