FIGLINE E INCISA VALDARNO (Fi) - "Siete un esempio positivo per tutta la Toscana. Questa è la strada giusta per governare i territori". Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha salutato la fusione tra i Comuni di Figline Valdarno e Incisa durante la visita compiuta oggi nel municipio della nuova amministrazione insieme all'assessore alla presidenza e ai rapporti con gli enti locali Vittorio Bugli. "Questa è la fusione più importante per dimensioni della Toscana - ha detto Rossi - e una delle più grandi a livello nazionale: con 24.000 abitanti complessivi questo Comune aumenterà il suo peso specifico a livello istituzionale, e avrà una serie notevole di vantaggi: innanzitutto verranno sbloccati 27 milioni di euro di investimenti legati al patto di stabilità, inoltre arriverà un milione d'euro all'anno dallo Stato per dieci anni e 500.000 euro di contributi annui per cinque anni dalla Regione". "Non solo – ha proseguito il presidente – questa coraggiosa innovazione permetterà risparmi per 500.000 euro annui nei costi di gestione e per 100.000 euro nei costi della politica.
Insomma, è un'azione virtuosa che va nella direzione che ci indicano con forza i cittadini". "A qualificare questa esperienza – ha poi aggiunto l'assessore Bugli – non è solo la dimensione delle due realtà coinvolte ma anche il percorso che l'ha prodotta, un percorso ispirato dalle istituzioni e che ha fortemente coinvolto i cittadini". Bugli ha anche annunciato che i fondi regionali per i due comuni valdarnesi che hanno deciso la strada della fusione (come detto 500.000 euro l'anno per cinque anni) saranno disponibili rapidamente.
L'erogazione avverrà non appena la somma sarà disponibile nel bilancio gestionale (entro febbraio-marzo 2014). All'incontro hanno partecipato anche il commissario prefettizio Antonio Lucio Garufi e i sub-commissari Anna Maria Santorio e Calogero Ragusa: "Da parte mia e dei miei collaboratori assicuriamo il massimo impegno per contribuire alla migliore riuscita del percorso di unificazione, processo che coinvolge molteplici aspetti dell'attività amministrativa del nuovo ente. Cercheremo quindi di fare quanto possibile per ‘restituire' un Comune che abbia già una forte armonizzazione dei servizi e dei regolamenti, in modo da dare slancio ad un progetto che riteniamo virtuoso". "Il progetto di fusione di cui siamo stati protagonisti insieme ai nostri cittadini – hanno aggiunto gli ex sindaci Fabrizio Giovannoni e Riccardo Nocentini – è una vera e propria riforma delle istituzioni dal basso, che semplifica e crea tante opportunità.
Per la macchina comunale e per la comunità questo è un delicato momento di transizione, ma siamo contenti che il nuovo ente possa contare sia sul solito apporto della Regione, che già dal 2014 erogherà i finanziamenti stabiliti dalla legge, sia sulla professionalità e la competenza del commissario e dei suoi collaboratori". Il tour di Rossi e Bugli tra i comuni che si sono fusi La visita di oggi è parte del viaggio che il presidente Rossi e l'assessore Bugli hanno iniziato tra i comuni toscani che hanno deciso di fondersi. "La nostra è una visita di cortesia – ha sottolineato Rossi - ma anche l'occasione per confermare disponibilità e collaborazione della Regione nella fase delicata in cui ciascun commissario prefettizio, assieme agli ex sindaci, dovrà in questi mesi unificare le diverse strutture comunali di partenza". Il percorso seguito da Figline e Incisa Prima del 1852 Figline Valdarno e Incisa erano un'unica comunità che poi il granduca Leopoldo divise.
La scelta è stato il frutto di un percorso di avvicinamento avviato da anni: prima sinergie occasionali, poi la gestione associata di sempre più settori, quindi l'avvio di un processo di partecipazione e discussione tra i cittadini, la garanzia comunque di servizi decentrati e alla fine la decisione di fondersi, sancita da un referendum (aprile 2013) nel quale i favorevoli alla fusione hanno superato il 70% I comuni che hanno optato per la fusione Oltre a Figline e Incisa Valdarno, i Comuni che nel 2013 hanno scelto in Toscana di fondersi sono 14: Crespina e Lorenzana, Lari e Casciana Terme nel pisano, Fabbriche di Vallico e Vergemoli a Lucca, Castelfranco di Sopra e Pian di Scò, Pratovecchio e Stia ad Arezzo e San Piero a Sieve e Scarperia nel Mugello fiorentino. Si ridisegna così la geografia toscana, che dal 2014 non conta più 287 comuni ma 280.