Matteo Renzi questo pomeriggio è apparso in San Lorenzo dove fino a qualche ora fa c'erano i banchi del mercato e si è intrattenuto con passanti e commercianti. A sorpresa il sindaco di Firenze è stato a San Lorenzo per rendersi conto della situazione. Accompagnato dal figlio si è intrattenuto per le foto con i simpatizzanti e ha parlato con alcuni commercianti che così riportano l'incontro avvenuto: "Ci ha detto che il miglioramento salta all'occhio, adesso la piazza ha un altro aspetto.
Abbiamo fatto presente che però ci sono 200 famiglie a spasso che rischiano di perdere il lavoro. Ha detto che non ha lasciato per la strada nessuno, che i posti al mercato centrale ci sono e ci troveremo bene". Il sindaco ha anche lasciato ad intendere che adesso i negozi su strada avranno più passaggio e più clientela "Gli ho detto che qui ci metto un kebabbaro" esclama uno degli ex ambulanti che ha mantenuto il fondo in affitto su strada. E Renzi? "Renzi ha detto di non scherzare neppure che questo non è un posto da Kebab, però ho risposto io, neppure da Supermarket, forse, visto che adesso invece c'è". "Io ho già parlato con la proprietaria del mio fondo - racconta un altro commerciante - alcuni fondi sono di proprietà privata altri della chiesa, la mia proprietaria si è detta disposta ad aiutarmi con l'affitto se le cose si mettessero male, speriamo.
Perché non ho idea di come andrà, qui c'è sempre stato il mercato, non abbiamo un riscontro senza i banchi. Passeranno? Non passeranno?" Intanto sul fronte della trattativa tutto langue: "Ancora i lavori urgentissimi non sono neppure iniziati - lamentano gli ambulanti - e sulla piazza se controllate le metrature e gli spazi sono assurdi, non ci entriamo, e non ci passano i clienti qualora volessero raggiungerci. Sono stati fatti da chi non capisce nulla di mercato ambulante.
Alla fine delle bancarelle c'è la catenella di ferro.. e il giro intorno al mercato come lo fanno? Assurdo" "Il sindaco ci ha detto che ci risentiremo in settimana, noi ci speriamo ancora, ci crediamo sempre meno, ma ci speriamo ancora, altro non possiamo fare. Ci appelliamo al buon senso".