FIRENZE - Superare la cassa integrazione in deroga per andare verso un sistema di protezione universale, che non faccia differenze tra lavoratori in relazione al numero di addetti della loro azienda. Garantire la copertura finanziaria degli ammortizzatori, recuperando lo scandalo sociale consumatosi nel 2013 in modo da coprire il fabbisogno complessivo per i prossimi anni, fino all'entrata a regime della riforma. Modifica sostanziale dei criteri previsti dalla bozza di decreto ministeriale, evitando la pesante penalizzazione dei giovani e il rischio, paradossale, di restringere le protezioni nella cassa integrazione (dove invece dovremmo evitare licenziamenti di fronte a situazioni di crisi temporanea) aumentando invece la spesa e la platea nella mobilità in deroga.
"Colpisce - ha detto in proposito l'assessore - che mentre si parla di "garanzia giovani" si riducano, nei fatti, le protezioni sociali dei settori più deboli del mercato del lavoro che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono rappresentati proprio da giovani". Tre richieste Queste le tre richieste fondamentali che, a nome delle Regioni, l'assessore alle attività poroduttive lavoro formazione della Regione Toscana, coordinatore per la Conferenza delle Regioni del settore lavoro, ha avanzato oggi nel corso dell'audizione in Commissione lavoro al Senato.
Nell'occasione l'assessore ha voluto ancora una volta sottolineare "l'inaccettabile situazione di tensione ed ingiustizia sociale legata alla mancata copertura finanziaria degli ammortizzzatori in deroga per buona parte del 2013, con centinaia di migliaia di lavoratori che, pur avendone diritto, aspettano da mesi (in Toscana da luglio) di riscuotere le indennità per i periodi di cassa integrazione in deroga che hanno dovuto subire, senza sapere se e quando potranno riscuoterla". Emergenza in Toscana In particolare, in Toscana, sono 12.256 le domande di Cassa e mobilità in deroga relative al 2013 autorizzate e trasmesse all'Inps (10.329 di CIGD e 1.927 di mobilità in deroga), che coinvolgono 29.179 lavoratori ed un impegno di spesa di 138.372.728 euro.
Le domande, sospese perchè senza copertura finanziaria, sono 7.361 (7.181 di Cassa e 180 di mobilità), per 19.592 lavoratori ed un costo 83.500.000 euro. Il fabbisogno stimato per la Regione Toscana, a chiusura del 2013, è di ulteriori 70 milioni. A livello nazionale il fabbisogno è di 1 miliardo e 70 milioni. Le Regioni, ha ricordato l'assessore, sono pronte a restituire allo Stato le competenze amministrative fino ad oggi svolte per quanto riguarda la gestione delle autorizzazioni, se non verrano risposte positive, con modifiche al decreto, su criteri, risorse e procedure.
Il parere Il parere negativo delle Regioni sul decreto proposto dal governo, è stato consegnato oggi pomeriggio alla Commissione del Senato. Pur non ritenendo più sostenibile l'attuale sistema di ammortizzatori in deroga e auspicandone una riforma che introduca tuele universali, le Regioni sollecitano lo stanziamento urgente di risorse per contrastare l'emergenza sociale legata alla mancata copertura 2013 e l'indicazione di risorse certe per il biennio 2014-15, denunciano lo svilimento del proprio ruolo rispetto all'Inps e l'appesantimento burocratico delineati dal decreto.
Penalizzati i giovani Ma, soprattutto, le Regioni indicano le gravi disparità che deriverebbero dall'applicazione del decreto, che riduce di fatto delle tutele: prevede l'esclusione di apprendisti e lavoratori in somministrazione e si riduce il novero delle imprese che possono accedere, escludendo, fra gli altri, gli studi professionali, norme che, secondo le Regioni, colpiscono soprattutto i precari, che sono in maggioranza giovani. In particolare, le Regioni chiedono di reinserire i lavoratori con anzianità minima di 90 giorni e la possibilità di usufruire dell'ammortizzatore anche per aziende interessate da procedure concorsuali (fallimento, liquidazione ecc) da riconversioni o cessazione.
La bozza di decreto prevede inoltre che la domanda venga presentata a Inps, mentre le Regioni insistono sul fatto che debba essere presentata esclusivamente alle Regioni stesse, entro il termine perentorio di 20 giorni dalla sospensione dal lavoro. Mobilità Quanto alla mobilità in deroga, le Regioni chiedono una precisazione rispetto alla possibilità di utilizzare la mobilità successivamente ad altri ammortizzatori per lavoratori di aziende interessate da processi di reinsediamento industriale o prossimi alla pensione.