Ragazzina muore a 15 anni nel sonno, succede a Pisa. Un quotidiano locale ne dà notizia ed aggiunge particolari alla triste vicenda, ma va anche oltre decidendo di pubblicare alcune foto che la 15enne nel tempo ha postato sui Social Network. La Fotogallery "immagini dei momenti felici" non piace ai lettori che nel migliore dei commenti parlano di "Sciacalli". Il post però viene condiviso anche dall'edizione nazionale del quotidiano con l'aggiunta "Ragazzina muore a 15 anni nel sonno: Guarda le immagini". Il post su Facebook a questo punto non può passare inosservato: è un susseguirsi di commenti infuriati contro la scelta editoriale di invitare alla visione delle "immagini dei momenti felici".
La categoria del giornalismo locale è così compromessa. La mancanza di un intervento da parte della Redazione contribuisce ad incrementare l'indignazione dei commentatori: giornalismo è sensazionalismo? Il post viene cliccato, condiviso, commentato amaramente, ma è questo l'effetto che si vuole ottenere? L'informazione è un'altra cosa. Può capitare che i Social Network diano l'idea di poter fare ciò che si vuole con le immagini altrui. Può capitare che chi ha scritto l'articolo non abbia poi modo di seguire la pubblicazione dello stesso sulle piattaforme Social.
Può capitare che a rilanciare i post sia un collaboratore, stagista, arrivato da poco e poco avvezzo alla deontologia del caso. Può capitare tutto. Non deve capitare.