Firenze – Nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino permane “una situazione di incertezza derivante dalla mancata applicazione della legge, che prevede il superamento dell’Opg attraverso la creazione di piccole strutture terapeutiche territoriali”. Una situazione che “determina l’impossibilità di sviluppare progetti individualizzati efficaci”. È quanto ha rilevato il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Franco Corleone, che questa mattina ha visitato la struttura e ha incontrato gli operatori dell’Opg.
“I 112 internati presenti e tutti gli operatori – spiega Corleone –, attendono decisioni da parte delle autorità (Governo, Regione e Amministrazione penitenziaria) circa il definitivo superamento dell’Opg, senza ulteriori proroghe”. “Ulteriore rilievo – aggiunge il Garante regionale – riguarda l’urgenza di dissequestrare la sezione collocata al piano terra, oggi completamente rinnovata e assurdamente non resa disponibile per le esigenze di una più equilibrata distribuzione delle persone internate” A seguito dell’ennesimo episodio di aggressione ai danni degli agenti in servizio presso l’O.P.G.
di Montelupo Fiorentino, verificatosi l’8 gennaio e limitato nelle sue conseguenze grazie alla professionalità ed al tempismo del personale, la FP CGIL Firenze pone, purtroppo per l’ennesima volta, alla Dirigenza del DAP il problema dell’organizzazione e riconversione della struttura e alla Regione Toscana il problema dei tempi di attuazione della chiusura dell’OPG. Come noto, nella mattina del 8 gennaio un gruppo di internati ha aggredito e malmenato con calci e schiaffi i due agenti di Polizia penitenziaria addetti alla sorveglianza della sezione; un sovrintendente, accorso con altri poliziotti, è stato colpito ad un occhio.
Uno degli autori dell’aggressione non è nuovo ad episodi del genere: si tratta per lui della quarta aggressione, di cui le tre precedenti ai danni del personale sanitario. La FP CGIL da anni denuncia ai vertici dell'amministrazione penitenziaria la grave situazione lavorativa creatasi all'interno della struttura, senza ricevere alcun riscontro concreto. Gli eventi critici si sono susseguiti e vorremmo evitare di doverci limitare a sperare che il prossimo non abbia gravi conseguenze! Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi coinvolti nell’aggressione.
E’ impensabile assicurare la sicurezza all'interno della struttura in assenza di adeguati interventi da parte dell'amministrazione : prova ne sia che i primi ad essere colpiti sono proprio coloro ai quali è demandato tale compito. La domanda che poniamo e che dovrebbe far riflettere i vertici dell'amministrazione penitenziaria è la seguente: cosa sarebbe accaduto - anche ai danni del personale sanitario - se l’aggressione fosse avvenuta dopo le 16,00, quando la presenza in servizio prevista, tra l'altro dei soli profili di agente e soprintendente (quindi nessun graduato), scende a 6/7 unita' in tutto l'Istituto? L'incertezza sui tempi di chiusura dell’OPG e sul futuro della struttura (che non dovrebbe essere dismessa ma riconvertita), un'organizzazione del lavoro del personale penitenziario forse teoricamente perfetta ma praticamente carente, personale svilito e sempre più demotivato dai crescenti carichi di lavoro sono solo alcune delle lacune dell'amministrazione penitenziaria che stanno sempre più affliggendo l'operato del personale. Quanto accaduto a nostro giudizio segnala per l'ennesima volta la necessita' di rivedere consistenze numeriche dei singoli turni e profili coinvolti per garantire la sicurezza di internati e operatori, ma anche e soprattutto la necessità di procedere speditamente nel percorso di chiusura e riconversione dell'Opg, con la presa in carico, da parte del SSR, degli attuali internati.