Lavoro. Il Consiglio provinciale di Firenze ha approvato una risoluzione della maggioranza Pd-Progetto Toscana-Idv e Sel, con l'accoglimento di un emendamento del consigliere radicale Massimo Lensi. Mentre si esprime preoccupazione per l'insufficiente rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e degli altri strumenti idonei al mantenimento di livelli occupazionali, il Consiglio auspica che questi possano essere sufficientemente rifinanziati nei tempi più rapidi possibili e valuta necessaria una riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali a partire dagli elementi di criticità rilevati soprattutto negli ultimi anni.
Pertanto è opportuno ripensare le politiche dell’accesso, di inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro, con un potenziamento e miglioramento del sistema dei centri per l’impiego ed un rafforzamento delle politiche pubbliche del lavoro; procedere ad una semplificazione normativa che tenga conto delle tutele e dei diritti; riformare ed estendere il sistema di sostegno al reddito; riprogrammare la formazione in modo che sia legata a settori ritenuti prioritari (anche a li vello territoriale) al fine di accrescere il grado di competitività, sviluppo e innovazione del sistema paese e di consentire un effettivo reinserimento lavorativo e un abbassamento del carico fiscale per il sistema delle imprese.
Il Consiglio considera anche che nelle condizioni normative e finanziarie date, le azioni messe in campo dall'Amministrazione provinciale di Firenze siano state appropriate ed efficaci e assolutamente rispondenti all'attuazione degli obiettivi strategici fissati con il Patto per lo Sviluppo. Sul documento si sono astenuti Udc, Forza Italia e Lega Nord. Contraria Rifondazione comunista. Respinta invece una risoluzione di Forza Italia, Lega Nord, Udc, Pdl e Salvatore Barillari del Gruppo Misto, in origine pensata come una serie di emendamenti al documento della maggioranza, alcuni dei quali erano stati effettivamente inseriti nella risoluzione approvata. I dati illustrati nel Consiglio provinciale di Firenze dedicato oggi esclusivamente alle questioni occupazioni Ci sono molti modi per raccontare la crisi economica nel territorio fiorentino.
Ma il più efficace, perché il più vero, è quello che ha trovato Alessandro Martini, che lavorava alla Colacem, e che ha fatto eco a quanto detto in apertura del Consiglio provinciale straordinario sul lavoro dal Presidente dell'Assemblea Piero Giunti: "Dietro i numeri ci sono le persone". "Devo comprare il latte, pagare il mutuo, pagare le bollette - ha detto Martini - Ma quando finiscono gli ammortizzatori sociali dove vado? E dove vanno quelli che lavoravano come me? Vi chiediamo di metterci in condizione di trovare un lavoro.
Davvero non si può fare nulla? Il problema è poter fare studiare i figli ed essere in grado di mandarli all'università". Anche Garofalo, per la Shelbox, ha lanciato un appello: "Il lavoro è davvero fonte di sopravvivenza. Abbiamo 60 giorni di tempo per trovare soluzioni. Abbiamo bisogno di un imprenditore". Il Presidente della Provincia Andrea Barducci da una parte ha rilevato che è vero che c'è una crisi di sistema da affrontare con politiche nazionali ancora debole, ma "c'è anche il problema di un'imprenditoria che non ha voluto essere all'altezza di sfide difficili.
Tante situazioni di crisi si sarebbero potute evitare". Con la pericolosa retorica dell'elasticità, "si è precarizzato non solo il lavoro ma la vita di milioni di persone, finendo per fare male soprattutto ai giovani e al loro futuro". "Abbiamo una grande risorsa sul territorio che sono i beni culturali - ha continuato Barducci - Vi sono settori che possono produrre lavoro, anche sotto il profilo di servizi pubblici purché non creino nuovi precari all'infinito. A Firenze ci vuole una solida base industriale insieme all'offerta turistica e culturale, risorse che possono generare nuovi spazi occupazionali".
Alessandra Fiorentini, Vice Presidente della Commissione Lavoro della Provincia, ha illustrato al Consiglio alcuni dati che fotografano la situazione del territorio. L'ammontare di ore di cassa integrazione autorizzate dall'Inps nel periodo gennaio-ottobre 2013 nella provincia di Firenze ammonta complessivamente ad oltre 12,5 milioni, con un incremento di oltre 2,1 milioni, pari al 20,3 per cento rispetto al 2012. La crescita di questo ammortizzatore sociale non è tuttavia uniforme. Infatti diminuiscono le ore della cassa in deroga (-797 mila) e aumentano quelle della ordinaria (+ 560 mila), ma la maggior differenza si registra per la cassa integrazione straordinaria, con un notevole incremento (+2,3 milioni).
Circa le crisi aziendali "rileviamo che nella nostra provincia, nel periodo gennaio - settembre 2013, presenta una condizione di crisi per 222 aziende, per un totale di circa 1.747 unità espulse dal mondo del lavoro". Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registrano +43 imprese (+24%) ed un incremento di 491 lavoratori espulsi (+39,2%), indicatori che evidenziano l’aggravarsi della crisi economica per le imprese del territorio. Nei primi sei mesi del 2013 i rapporti di lavoro comunicati dalle imprese della Provincia di Firenze (con l’esclusione del Circondario Empolese Valdelsa) sono stati 91.971.
La rilevazione mette in risalto un trend negativo: i rapporti di lavoro diminuiscono con una percentuale del 7,89 %. Per ciò che concerne le tipologie contrattuali, quelle maggiormente utilizzate sono contratti a termine 60.697(66,0%), tempo indeterminato 16.385 (17,8%), collaborazioni a progetto o lavoro occasionale 10.811 (11,8%) e apprendistato 2.629 (2,9%). Inoltre, se ci concentriamo sui rapporti a termine, è possibile osservare come tra quelli avviati nei primi sei mesi del 2013 il 46,7% abbia una durata inferiore ai sette giorni.
Confrontando poi le dinamiche della durata dei contratti a termini del primo semestre 2013 con lo stesso periodo del 2012, risulta che i rapporti di lavoro sono stati maggiori in termini percentuali per una durata fino a 30 giorni ed inferiori per contratti più lunghi. Infine, analizzando la tipologia di orario nei primi sei mesi del periodo 2012-13, notiamo che il tempo pieno si riduce da 65,4% a 62,8%, mentre i contratti a tempo parziale aumentano raggiungendo nel 2013 il valore del 37,2% rispetto al 34,6% del primo semestre del 2012.
Ulteriori dati sono portati all'attenzione del Consiglio provinciale da Francesca Giovani (dirigente del Servizio Lavoro della Regione Toscana) e da Sandra Breschi (dirigente del Servizio Lavoro e Formazione della Provincia di Firenze). La capogruppo in Palazzo Medici Riccardi: "Non capisco perché non si sia partiti dal Job Act proposto dal Pd. Potevamo trovare pochi punti condivisi sui quali impegnarci insieme" Il Consiglio provinciale di oggi sul lavoro, secondo Erica Franchi, capogruppo di Forza Italia in Palazzo Medici Riccardi, "ha purtroppo perso un'occasione importante: tentare di dare qualche risposta concreta, più deideologizzata possibile, per arginare la grave crisi economica ed occupazionale in cui versano i nostri territori.
Invece di partire dalle proposte del Pd contenute nel Job Act e dalle istanze sempre sostenute da Forza Italia per definire pochi punti condivisi sui quali impegnarci tutti in questo breve scorcio di consigliatura, si è assistito al solito elenco delle crisi aziendali, alle solite responsabilità addossate sulle spalle degli imprenditori ed a una difesa di ufficio dei Centri per l'Impiego, i quali, come è noto a tutti, non hanno mai offerto reali opportunità di lavoro ad alcuno". Nel dibattito in Consiglio provinciale dedicato alla questione occupazionale: "La riduzione dei diritti delle persone e dei lavoratori ha solo portato impoverimento" All'origine della crisi occupazionale c'è sì una lunga congiuntura strutturale, ma va registrato anche che a tanti livelli "è sparita la classe dirigente politica di questo Paese".
Nell'illustrare la risoluzione della maggioranza Pd-Progetto Toscana-Idv, Sel, la consigliera del Pd Caterina Conti ha spiegato che il futuro si prepara con le rifome, a partire da quella del mercato del lavoro che ha portato a una parcelizzazione dei contratti: "C'è chi ha pensato che tutto questo potesse avvenire con la riduzione dei diritti delle persone e dei lavoratori. Invece si deve ripensare il welfare a partire da qui". Quanto alle proposte che girano "sono bozze e non sono norme". Circa gli spazi di investimenti pubblici c'è un problema che si chiama patto di stabilità.
Le Province e i Comuni hanno soldi in cassa che non possono spendere, ma proprio lì c'è un margine per dare un po' di respiro all'economia. "Meno male che Renzi e il Pd hanno predisposto il Job Act - ha sottolineato Conti - altrimenti Rifondazione comunista non avrebbe avuto argomenti per parlare". I consiglieri provinciali Calò e Verdi intervengono durante l'Assemblea dedicata ai temi del lavoro nel territorio fiorentino. E sulla Seves “evitare intrecci finanziari e speculativi” "La Firenze del lavoro è in ginocchio", dicono i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi intervenendo al dibattito in Consiglio dedicato alle questioni occupazionali.
"C'è forte precarietà - spiega Calò - La disoccupazione è al galoppo e si verificano continui e ripetuti attacchi ai salari e ai redditi. Cresce attorno a noi l'indigenza e la povertà". Occorre perciò "invertire la rotta ridando dignità e peso al lavoro e agli stipedni. Solo così potremo intraprendere la strada per l'uscita da una crisi che strozza i consumi attorno alla sovrapproduzione". A poco servono, secondo gli esponenti di Rifondazione, "i vuoti slogan o le ricette come il Job Act che si presentano come continuazione delle cause che hanno generato la crisi stessa.
Ferma contrarietà, dunque, da parte nostra alle ricette neoliberiste del Pd di Renzi e dell'attuale Governo". Nell'Assemblea dedicata alle questioni occupazionali "potevano prevalere gli spunti comuni". “Peccato non avere affrontato la vicenda del Consorzio Etruria” Lavoro. Il tema trattato dal Consiglio provinciale di Firenze è impegnativo, spiega il consigliere provinciale di Forza Italia Filippo Ciampolini. I dati diffusi, sugli incontri avuti dalla Commissione Lavoro, relativi alle crisi che attraversano il nostro territorio sono impietosi.
"Mi chiedo - spiega Ciampolini - potevano come Provincia fare di più e meglio? Sì potevamo fare di più e meglio e faccio un unico esempio, che mi è caro perché per ben tre volte ho chiesto, senza esito che si affrontasse la vicenda della liquidazione del Consorzio Etruria. Ritengo una grave mancanza non aver trovato, nonostante le reiterate richieste, lo spazio per affrontare il tema di una cooperativa che ha dato molto al nostro territorio, ma che ha ricevuto tantissimo dalle nostre Amministrazioni e non solo da quelle più vicine geograficamente.
Ricordo infatti che il consiglio provinciale di Grosseto si è riunito in seduta straordinaria a Scarlino, luogo strategico per il consorzio Etruria". Il contributo "che abbiamo dato - continua Ciampolini - è quello di partire dal documento elaborato dalla Commissione Lavoro" per indirizzare i a lavori del Consiglio in questo scorcio di legislatura". Gli emendamenti proposti da Forza Italia partono dall'integrazione del documento elaborato in Commissione Lavoro con riferimenti non solo ai lavoratori e ai dipendenti, ma anche ai commercianti, agli artigiani, alle piccole e medie imprese che purtroppo non hanno accesso a strumenti di salvaguardia come invece accade per le grandi imprese.
Fa piacere che rispetto al testo elaborato in commissione "molti e significativi emendamenti siano stati accolti nella risoluzione presentata dalla maggioranza. Nel nostro documento, tuttavia, abbiamo evitato l'autoreferenzialità dell'Amministrazione provinciale raccomandando di non accontentarsi e di essere più incisivi per il futuro, consapevoli che comunque, anche questo non sarà mai abbastanza". Forza Italia si è astenuta sul documento della maggioranza, mentre la maggioranza ha votato contro il documento di Forza Italia: "Mi pare un gesto di arroganza, vista la genesi del documento base a cui avevamo lavorato insieme in Commissione.
E' stata un'occasione persa. Potevano prevalere gli spunti comuni anziché le logiche di bottega". Il consigliere provinciale al dibattito in Consiglio provinciale sulle questione occupazionali I dati presentati in Consiglio provinciale sul lavoro dimostrano, secondo il consigliere Udc Samuele Baldini, tutta la pesantezza della crisi: "Abbiamo però perso un'occasione per far diventare questo consiglio straordinario in un vero consiglio sul lavoro dove oltre alle rappresentanze sindacali e i lavoratori potessero trovare voce anche le categorie".
Il Presidente Barducci ha detto che talvolta gli imprenditori non sono stati all'altezza. Forse è' vero "ma altrettanto non all'altezza è stata la politica quando ha scelto o tentato di scegliere gli imprenditori (come nel caso che grida ancora vendetta della Isi Elettrolux), quando nel pieno dibattito della semplificazione ha permesso il rinnovo dei consorzi di bonifica o quando ha introdotto il concetto di un sistema Slow Tuscany". Non sono i provvedimenti che creano posti di lavoro "ma la politica ha il dovere di dare strumenti e non complicare la vita a chi fa impresa schiacciato tra tasse e burocrazia.
Infine, il sindacato: è impensabile che il sindacato, di fronte a questi dati, non pensi neanche a mettere in discussione la sua gloriosa storia o le sue, ormai in gran parte superate, prassi e posizioni". Due esempi portati dal capogruppo Riccardo Lazzerini al Consiglio provinciale di Firenze: il settore del cotto e il Maggio musicale fiorentino Consiglio provinciale tematico sul lavoro. "Dobbiamo riflettere - commenta il capogruppo di Sel Riccardo Lazzerini - sul fatto che il lavoro delle commissioni è passato in pochi anni in una vera camera caritatis, dove la politica ha impattato sulla mancata lungimiranza di imprenditori e istituzioni che a tempo debito non sono intervenuti con le dovute progettualità".
Lazzerini porta due esempi: la crisi del cotto "che soltanto oggi vede un tentativo di ricomposizione territoriale del settore, e il Maggio musicale fiorentino che, comunque vada, è depauperato di molte professionalità non riproducibili". Il consigliere all'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi sulle questione occupazioni: "Non si è creata alternativa se non quella di vedere confermati gli ammortizzatori sociali" Il Consiglio provinciale sul lavoro ha sancito, secondo il consigliere del Pdl Piergiuseppe Massai, "il fallimento della formazione professionale in provincia di Firenze e in Toscana così come la formazione è stata concepita dalla Sinistra.
I dati sui disoccupati che hanno ritrovato un posto di lavoro a seguito della formazione sono completamente deludenti e tradiscono le aspettative di chi non ha alternativa se non quella di vedere confermati gli ammortizzatori sociali, dunque precarietà e assistenzialismo". Il capogruppo in Consiglio provinciale: "Ogni anno dal I dicembre al 15 gennaio. Vediamo se l'esperimento funziona" Marco Cordone (capogruppo in Provincia della Lega Nord): "Firenze da città profumata degli inglesi a latrina a cielo aperto.
Alla luce dell'identificazione da parte della Polizia del giovane ritenuto responsabile di atti osceni sul sagrato del Duomo di Firenze durante la notte di Capodanno, sono più che mai convinto che contro queste vergogne il Comune di Firenze debba assumere dal 1° dicembre al 15 gennaio di ogni anno, duecento giovani (cento donne e cento uomini), appositamente formati come 'Guardiani della Città' , per garantire maggiore vigilanza nel centro storico.... Credo che il problema non sia criminalizzare in sè il ragazzo che ha compiuto questa grossa sciocchezza a capodanno, ma parlarci e convincerlo dell'assurdità di quel gesto.
Credo più in generale che un vero rilancio occupazionale rivolto anche ai giovani eviterebbe a tanti di loro la dissipazione di tempo e risorse”. Il Consiglio provinciale tematico sul lavoro che "più appropriatamente chiamerei sulle vertenze aziendali, si svolge in un momento drammatico per il Paese, in cui ci sono 159 vertenze aperte al Ministero dello Sviluppo Economico e 120.000 posti di lavoro a rischio. Ci vuole un serio e concreto rilancio occupazionale rivolto anche ai giovani che eviterebbe a tanti di loro la dissipazione di tempo e risorse ed a tutti quei lavoratori, della fascia tra i 45 e i 55 anni circa che, perso purtroppo il lavoro, sono troppo giovani per andare in pensione e troppo vecchi, secondo la mentalità corrente, per reinserirsi nel mercato del lavoro.
Gli Enti locali dovrebbero avere più risorse per svolgere un adeguato ruolo in tal senso".