"Eravamo partiti con l'annuncio di 119 esuberi e l'ipotesi di liquidazione coatta, oggi possiamo tirare un respiro di sollievo grazie all'accordo siglato. E' la dimostrazione che era giusto opporsi a svendite e smembramenti dell'Ente, come il Presidente Rossi ha fatto ripetutamente, e che la strada del dialogo con i sindacati ha dato i suoi frutti. I lavoratori pagano un prezzo pesante, ma così facendo salvano il modello produttivo dell'Ente e consentono che uno dei patrimoni artistici più prestigiosi della nostra città e dell'intero Paese non vadano perduti.
Senza troppi trionfalismi, posso però dirmi sollevato perché il teatro può pensare al suo rilancio e nessun lavoratore viene lasciato sulla strada. Tutto ciò è stato possibile solo al grande senso di responsabilità dimostrato dai lavoratori del Maggio. Più che replicare modelli dovremmo prendere loro a modello per il senso di attaccamento alla propria professione e per i sacrifici che sosterranno. Come Sinistra Ecologia e Libertà possiamo rivendicare la fermezza con la quale abbiamo sempre incalzato il Presidente Rossi a tenere la barra diritta sulla difesa dell'Istituzione." - dichiara Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia Libertà. Interviene anche Guglielmo Picchi, deputato PDL, III Commıssıone Affarı Esterı, Delegazıone OSCE: "L'accordo per il salvataggio del Maggio Fiorentino e' sicuramente positivo, ma non risolve il problema vero della sostenibilita' economica nel lungo periodo della nostra importante istituzione cittadina.
Mettere benzina in un serbatoio bucato e' uno spreco di risorse pubbliche e questo purtroppo e' il rischio che corre il Maggio". Cosi' Guglielmo Picchi, deputato di Forza Italia e candidato Sindaco di Firenze, commenta l'accordo raggiunto ieri per il salvataggio del Maggio grazie a fondi pubblici. "Il problema del Maggio e' quello della produttivita' sia delle produzioni che del numero di repliche effettuate. O le maestranze si abituano a lavorare a 365 spettacoli ogni anno o il Maggio non sara' mai profittevole.
Rimane poi il fatto che il numero dei biglietti venduti sia marginale riflettendo un cattivo piano di marketing. La lezione imparata e' che la gestione del Maggio deve cambiare musica altrimenti tra un anno saremo nuovamente a discutere di crisi."