Una commedia allegra, sfrontata, ironica. Pietro è un avvocato di solida estrazione borghese, pacato e abituato a una vita regolare; Giuliana è una giovane donna assai spiantata, svitata e pasticciona, con alle spalle una vita sregolata e una fuga da casa giovanissima. I due si sono incontrati, si sono piaciuti e dopo un mese si sono sposati. È passata una settimana dal matrimonio, un matrimonio fatto per allegria, ma poi il matrimonio si fa famiglia e con essa arrivano le regole, una delle quali è che bisogna essere uguali a tutte le altre famiglie.
Nasce quindi il gioco (divertentissimo e insieme triste) della “casa”, con tanto di suocera, cognatina e governante, tutti insieme a fare il teatrino delle proprie parti. E con esso, per uguale allegria, la Ginzburg fa nascere il gioco del suo teatro. Così annotava Natalia Ginzburg nel luglio del 1989: «[…] In tutto ho scritto, fino a oggi, dieci commedie. La prima nel luglio del '64, l'ultima nell'agosto dell'88. La prima per Adriana Asti, l'ultima per Giulia Lazzarini. Le altre che stanno in mezzo, per nessuno.
La prima è Ti ho sposato per allegria; credo che sia la più allegra delle mie commedie. […] Di Adriana Asti ho fatto una ragazza sottile e gracile; era sottile e gracile ma l'ho fatta più sottile e più gracile e più piccola di quanto non fosse. Ne ho fatto una ragazza molto piccola, disordinata e randagia. Vedevo venir fuori una commedia allegra. Come mai fosse allegra, non lo so. lo non ero allegra. Ma forse veniva fuori allegra per quel grande e ilare stupore che uno prova quando fa una cosa che aveva comandato a se stesso di non fare mai.
O forse veniva fuori allegra perché la scrivevo in fretta, senza piegarmi a respirare malinconie, o fermandomi a respirarle solo per brevi istanti. La scrivevo in fretta nel timore di non riuscire a concluderla. In fretta e per noia. Sapevo bene che non bisogna mai scrivere per noia: la noia è quasi sempre infeconda. Alla noia non si deve ubbidire. Però via via che scrivevo la noia spariva. L 'ho finita in una settimana […]». Chiara Francini, giovane e brillante attrice fiorentina, dopo gli esordi al Teatro della Limonaia è presto diventata una delle beniamine del pubblico televisivo (tra i suoi successi più recenti, la serie cult Tutti pazzi per amore e la conduzione con Fabio Canino del programma comico Aggratis! su Rai Due) e cinematografico (ha lavorato fra gli altri con Leonardo Pieraccioni, Fausto Brizzi, Spike Lee, Peppi Corsicato); fra i diversi premi vinti nel 2011 il Premio “Guglielmo Biraghi” al 68° Festival Internazionale del Cinema di Venezia come “Attrice rivelazione dell’anno”. “Tornare a teatro è stata una scelta consapevole, una scelta di testa, ma soprattutto di cuore.
Ti ho sposato per allegria è un testo bellissimo – racconta Chiara Francini – parla di una storia d’amore meravigliosa, così attuale, così vicina a quello che dovrebbe essere l’equilibrio di coppia: un’alchimia perfetta tra uomo e donna.” Emanuele Salce divide il suo impegno tra teatro, televisione e cinema dove ha lavorato con Scola, Risi, Avati, Ricky Tognazzi. E’ per sua stessa definizione un “Orfano d’arte”: figlio di Luciano Salce (cui nel 2009, per il ventennale della morte, ha dedicato un libro e un documentario) e di Diletta D’Andrea, è stato cresciuto da Vittorio Gassman, successivo marito di Diletta; ai suoi due padri ha dedicato un recente spettacolo di successo, Mumble Mumble.
Confessioni di un orfano d’arte che ha registrato il tutto esaurito a Roma e nelle altre città dove è andato in scena. La storia, in un certo senso, continua: qui Emanuele Salce interpreta proprio la commedia che fu una delle regie ‘cult’ del padre Luciano che diresse la storica prima edizione teatrale con Adriana Asti e Renzo Montagnani prima del celebre film del 1967 con Monica Vitti e Giorgio Albertazzi, . “Sono nato metà degli anni Sessanta, quando mio padre metteva in scena il testo della Ginzburg – ricorda Emanuele Salce – Probabilmente sono stato tenuto in braccio in qualche camerino di uno dei teatri in cui veniva rappresentata la commedia, che fu un grande successo, replicata per più stagioni, e il film fu proprio il seguito di questa gioiosa accoglienza del pubblico.” NOTE DI REGIA Natalia Ginzburg è una delle più raffinate e a acute scrittrici italiane degli ultimi anni.
La sua lingua, secca, essenziale, talora tagliente, con il suo gusto e gioco della ripetizione, risulta una delle più interessanti nel panorama della scrittura teatrale. Inoltre il suo tema d’elezione “la famiglia” affrontata nei suoi romanzi e nel suo teatro, è un tema che per anni ho seguito come direttore artistico di Artisti Riuniti e come regista. Mi ha sempre interessato ogni declinazione del tema familiare. Inevitabile quindi l’incontro con questo testo propostomi da Roberto Toni.
Giuliana e Pietro sono una famiglia, giovane e strana, attorno a cui ruotano le figure familiari della madre di Giuliana, solo evocata, e della madre e della sorella di Pietro. Il padre, il maschio, è assente. Un solo uomo, Pietro, e quattro donne, il maschio è già stato disarcionato dalla Ginzburg dal suo piedistallo nella prima metà degli anni Sessanta. E’ il femminile che interessa l’autrice, la figura della madre “che si dà pena” e quella della probabile futura madre, Giuliana “un giorno sarà madre anche lei?” chiede la madre a Giuliana.
L’autrice vuole parlarci di Giuliana, della donna, delle sue amiche Topazia ed Elena, l’ottimista e la pessimista, della leggerezza del femminile, della sua vitale importanza. Il maschio vive di luce riflessa, Pietro è in questo quadro perché ha sposato Giuliana “per allegria”. Insomma si declinano i diversi modelli femminili, le molteplici possibilità di essere donna. Giuliana passa in punta di piedi nella vita, sfiorandola con grazia: ma non è una farfalla, non ha il pungiglione, quindi non è nemmeno una vespa.
E’ graziosa e porta allegria, il suo pensiero è liquido, il suo apparente saltare “di palo in foglia” o “di palo in frasca” trova degli argini di improvvise profondità. Sorprende per la sua grazia e la sua allegria, ma anche per il suo modo di affrontare la vita e i suoi valori. Vive nel presente, il suo futuro e il suo passato sono per lei meno interessanti e lo diventano inevitabilmente anche per noi, disponibili a farci trascinare dal suo transitare fra emozioni e vita. Testo atemporale per eccellenza, non ha bisogno di essere trasportato all’oggi.
Perché è già oggi. Anche se scritto negli anni Sessanta, forse gli ultimi anni in cui una generazione di scrittori e intellettuali ha saputo proiettare ombre di preveggenza su questi nostri anni più poveri e grigi. Il testo ha bisogno di interpreti “leggeri”, ma capaci di improvvise profondità, e mi sembra che li abbiamo trovati. Piero Maccarinelli Info: www.teatrodellapergola.com Orario spettacoli: dal martedì al sabato: ore 20.45, domenica: ore 15.45. Lunedì riposo. Recita del 31 dicembre ore 20.30 Dal 28 dicembre al 5 gennaio 2014 - Lunedì 30 dicembre riposo ErreTiTeatro30 presenta uno spettacolo prodotto da Roberto Toni In collaborazione con la Fondazione Teatro della Pergola Chiara Francini Emanuele Salce TI HO SPOSATO PER ALLEGRIA di Natalia Ginzburg e con Anita Bartolucci, Giulia Weber, Valentina Virando scene Paola Comencini costumi Sandra Cardini musiche Antonio Di Pofi disegno luci Gianni Staropoli regia di Piero Maccarinelli Tournée 7 gennaio 2014_ Teatro Excelsior, Empoli (Firenze) 8 gennaio 2014_ Teatro Giotto, Vicchio (Firenze) 9 gennaio 2014_ Teatro degli Antei, Pratovecchio (Arezzo) 10 | 12 gennaio 2014_ Teatro Garibaldi, Figline Valdarno (Firenze) 14 gennaio | 2 febbraio 2014_ Teatro Sala Umberto, Roma 5 | 6 febbraio 2014_ Teatro Garibaldi, Carrara 7 | 9 febbraio 2014_ Teatro dei Rinnovati, Siena 6 marzo 2014_ Teatro Astoria, Lerici (La Spezia) 7 marzo 2014_ Teatro Comunale, Lamporecchio (Pistoia) 8 marzo 2014_ Teatro Alaleona, Montegiorgio (Fermo) 12 marzo 2014_ Teatro dei Vigilanti, Portoferraio (Livorno) 13 marzo 2014_ Teatro Metropolitan, Piombino (Livorno) 14 marzo 2014_ Teatro Comunale, Pietrasanta (Lucca) 15 | 16 marzo 2014_ Teatro Verdi, Pisa