Disposto un nuovo sopralluogo a bordo del relitto riemerso. Al Tribunale di Grosseto si apre un nuovo capitolo per quanto concerne il naufragio della Costa Concordia. Nuovi accertamenti tecnici che serviranno ad evidenziare con più precisione e meno approssimazione quanto accaduto a bordo della nave che ha sfiorato la costa toscana presso l'Isola del Giglio. A partire dalla prima settimana di gennaio sarà possibile per le parti in causa stabilire una data, compatibilmente con le condizioni atmosferiche, per tornare a bordo del relitto riemerso con le apparecchiature necessarie a rilevare ogni particolare che sino ad ora è stato lasciato al campo delle ipotesi. La richiesta del Codacons è quella di effettuare un test con la nave Costa Serena, gemella della Concordia al fine di stabilire con precisione insindacabile l'incidenza dell'errore umano che potrebbe essere stato commesso dall'uso improprio del timone di comando. Ha fatto discutere il faccia a facccia tra il comandante Francesco Schettino ed il capitano Gregorio De Falco, i due protagonisti della telefonata avvenuta la fatidica notte del 13 gennaio e trasmessa in tutto il mondo.
Un audio che, come giustamente ricorda Schettino, non ha reso una gran bella immagine dell'Italia. C'è chi ha puntato l'attenzione su Schettino che avrebbe abbassato lo sguardo davanti ai ricordi di De Falco. Ma quello che la cronaca fedelmente riporta è l'intervento di Francesco Schettino che in una sorta di memoriale accusa De Falco di aver "fatto richieste che non potevano essere messe in atto". De Falco da parte sua si è scusato nuovamente per il gergo utilizzato tipo quel "Salga a bordo c..." ma ha ribadito la necessità di mettere in chiaro degli ordini che sembravano cadere nel vuoto. Schettino punta il dito sull'atteggiamento "arrogante" di De Falco che ribatte "Non sapeva quanta gente fosse rimasta a bordo". Il capitano De Falco prese in mano il controllo delle operazioni di salvataggio dopo aver appreso che Schettino aveva abbandonato la nave e si era rifugiato su uno scoglio, dopo un improbabile "scivolamento" nella scialuppa di salvataggio.
"Cosa sta facendo?" "Sto coordinando i soccorsi" "Da dove Schettino, da terra?". Quella notte ci racconta di un lasso di minuti interminabili trascorsi senza che la Capitaneria di Livorno sapesse cosa stava accadendo a bordo. De Falco ha infatti ricordato che se da una parte arrivavano rassicurazioni, su un'altra linea i carabinieri di Prato informavano i marinai che a bordo c'era del personale che indossava il giubbetto di salvataggio. I video amatoriali in qesti mesi hanno mostrato la situazione di caos presente nei corridoi e sui ponti della nave.
Colpa dell'equipaggio? Procedure inappropriate? De Falco aveva necessità di ottenere un quadro chiaro della situazione ed incalzare Schettino, il comandante della Concordia, è apparso probabilmente all'ufficiale l'unico modo per avere informazioni in tempi rapidi. Oltre 4000 persone a bordo, 37 morti. AntLen