FIRENZE - Un universo cinematografico a torto poco frequentato in Italia, e tuttavia ricco di considerazioni sulla società contemporanea. Da domenica 8 a mercoledì 11 dicembre, presso il Cinema Odeon, torna Una Finestra sul Nord. Dialoghi nel cinema ugrofinnico, rassegna diretta da Katia Brunetto che a partire da questa quinta edizione comprende anche lungometraggi e cortometraggi da Estonia e Ungheria, con quest’ultima che festeggia anche l’anno dell’amicizia italo-magiara, celebrato, fra i vari eventi, anche da due belle mostre del Polo Museale fiorentino.
L’apertura all’Ungheria è avvenuta grazie alla collaborazione con il Dipartimento Ugrofinnico dell’Università di Firenze, i cui studenti hanno lavorato alla traduzione dei sottotitoli delle pellicole proiettate. Quattro giorni e ben 22 proiezioni, suddivise nelle matinée a ingresso libero del lunedì e del mercoledì, e la programmazione serale. Inaugurazione domenica 8, con Open up to me, diretto da Simo Halinen, un film difficile dedicato allo scomodo tema della transessualità, e alle implicazioni che il cambio di sesso comporta nella vita di un individuo.
Lunedì, a partire dalle 10, spazio ai cortometraggi, alla presenza dei registi. Nel pomeriggio, Tender Son, pellicola ungherese incentrata su un ragazzo cresciuto in riformatorio, e i suoi difficili rapporti con una famiglia problematica e ai margini della società. Una riflessione sul bisogno d’affetto e di contatti umani. Si prosegue sulla linea delle problematiche giovanili con Almost 18, con cinque ragazzi colti nel momento di raggiungere la maggiore età. Speranze, entusiasmi, dubbi, di una generazione.
La giornata si conclude con A lady in Paris - che vanta nel cast Jeanne Moreau -, pellicola estone sull’emigrazione, e il difficile rapporto fra due donne di due generazioni diverse. Un’edizione del festival particolarmente sensibile alla tematica femminile, avendo in cartellone molte pellicole dirette da donne, o che narrano storie che le riguardano. Una scelta operata per rientrare in quello che è il tema trasversale di questa 50 giorni di cinema, dedicato al rispetto della donna. Una voce contro la violenza, che si leva implicitamente da quelle pellicole capaci di mostrare cosa siano la sensibilità, il coraggio, la dedizione femminili, e l’importanza che rivestono nella società.
In questo contesto si inseriscono due pellicole in programmazione martedì 10; Hella W, suggestivo affresco biografico dedicato a Hella Wuolijoki, finlandese di origine estone, militante socialista e drammaturga, che negli anni dell’occupazione sovietica fu accusata di spionaggio a favore di Mosca; invece, Aglaja, è un film ungherese del 2012 incentrato sulla difficile relazione fra una bambina e la madre, acrobata del circo. Chiusura in chiave semisatirica, mercoledì 11, con 21 ways to ruin a marriage, brillante commedia di Johanna Vuoksenmaa, che indaga le ragioni della breve durata dei matrimoni.
Attraverso un cinema solitamente percepito lontano, dominato dai toni scuri, avendo nella mente soltanto le pellicole (poco comprese) di Bergman, Una Finestra sul Nord ci mostra invece un cinema dell’Europa Settentrionale particolarmente vivace e attento ai profondi cambiamenti sociali che interessano l’Europa del XXI Secolo. Come si vede, una selezione di film di alto livello intellettuale, che con tocco garbato propongono riflessioni e punti di vista su temi importanti della nostra contemporaneità.
Un cinema moralmente impegnato, cosa della quale in Italia - fra un cosiddetto “cinepanettone” e una scadente satira politica di parte -, se ne avverte vivamente la mancanza. Oltre alla programmazione in sala, grazie alla collaborazione con la piattaforma Mymovies, ogni sera del festival sarà disponibile gratuitamente in streaming uno dei lungometraggi in cartellone. Il programma completo e tutte le informazioni su orari e biglietti, sono consultabili al sito www.50giornidicinema.com. Niccolò Lucarelli