Il sindaco Roberto Cenni, in accordo con la giunta comunale, dopo la tragedia avvenuta ieri nella fabbrica-dormitorio del Macrolotto 1 che ha colpito la città, ha indetto il lutto cittadino per mercoledì 4 dicembre e la seduta straordinaria del Consiglio comunale lo stesso giorno alle 15.30. E' la prima volta nella storia della città che viene indetta una giornata di lutto. Al Consiglio sono stati invitati a partecipare il Prefetto Maria Laura Simonetti, i parlamentari e l' europarlamentare eletti a Prato, il presidente della Regione Enrico Rossi e i consiglieri regionali eletti a Prato, il presidente della Provincia Lamberto Gestri, i sindaci dell'area, il presidente del Tribunale di Prato, il Procuratore della Repubblica, i sindacati, le categorie economiche, il vescovo Franco Agostinelli e il console cinese Wang Xinxia.
Le bandiere saranno a a mezz'asta in tutti gli edifici pubblici, la campana civica di Palazzo Pretorio suonerà a lutto all'inizio del Consiglio straordinario delle 15.30 e alle 12.00 nelle scuole e negli uffici pubblici sarà osservato un minuto di silenzio e raccoglimento. Il Comune invita i commercianti e i cittadini ad esporre su negozi ed abitazioni dei drappi neri in segno di partecipazione alla tragedia in cui sono morte 7 persone: «Rispetto alla situazione del nostro territorio - afferma il sindaco Cenni - , l'indizione di una giornata di lutto può rivelarsi del tutto inadeguata se non seguita da azioni urgenti e concrete che coinvolgano tutte le istituzioni e gli organi dello Stato, perchè la tragedia di ieri potrebbe ripetersi in migliaia di casi.
Nell'esprimere il dolore per quanto accaduto, ribadisco con fermezza che non è degno di una città civile il mantenimento di un simile stato di cose. Esprimo le condoglianze alle famiglie delle vittime». Infine il sindaco con una lettera si rivolgerà direttamente a tutte le imprese iscritte alla Camera di Commercio e alle associazioni di categoria perchè prendano atto della gravità della situazione e si adoperino immediatamente per adottare ogni misura necessaria per ripristinare la sicurezza sui luoghi di lavoro. Ieri la tragedia all'interno del capannone nel Macrolotto in cui hanno perso la vita sette cittadini cinesi.
Oggi pomeriggio sul luogo della tragedia in via Toscana al Macrolotto 1 si è svolto l’incontro tra il sindaco Roberto Cenni e il sindaco di Verona Flavio Tosi, che appresa la notizia del rogo ha voluto recarsi sul luogo del fatto. La visita era stata fissata da giorni proprio sui temi della sicurezza, dell’immigrazione e del rispetto della legalità. Erano presenti il commissario provinciale della Lega Nord Patrizia Ovattoni, il capogruppo in Consiglio comunale Emilio Paradiso e il segretario regionale Manuel Vescovi.
Tosi ha convenuto con Cenni sul fatto che nonostante gli sforzi delle Amministrazioni locali, se non ci saranno strumenti ed azioni concrete da parte di tutti gli organi dello Stato tragedie come quella di ieri sono destinate a ripetersi: «Un sindaco non può essere lasciato solo a governare problemi complessi come questi, con risvolti sull'economia locale e sulla sicurezza - ha detto il sindaco veneto - Girando per le strade del Macrolotto e della città sono rimasto impressionato dal numero di aziende cinesi presenti, è praticamente un distaccamento della Cina a Prato.
Il sindaco e la sua Ammnistrazione comunale hanno fatto anche troppo, mentre è evidente la mancanza dell'intervento dello Stato». «Prato è la città in Europa con il più alto tasso di immigrazione rispetto alla popolazione - ha aggiunto il sindaco Cenni - Su 192mila abitanti, 35mila sono stranieri, più un numero di clandestini che secondo le stime oscilla tra 20mila e 40mila: praticamente è come se dentro la città ci fosse una realtà come Siena che vive però "sommersa". Combattiamo da anni con tutti i mezzi di cui il Comune dispone contro l'illegalità, la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, dove migliaia di persone dormono, vivono, mangiano e dove anche i bambini giocano, nella più totale mancanza di igiene e di sicurezza.
Questa è un'emergenza e abbiamo bisogno di interventi ed azioni concrete da parte di tutti gli organi dello Stato perchè sciagure simili non si ripetano». Al rientro in Palazzo Comunale, insieme a Flavio Tosi, Cenni ha incontrato anche i parlamentari Riccardo Mazzoni del Pdl e Matteo Biffoni del Pd, cogliendo l'occasione per rivolgere loro un appello: «Fatevi portavoce della necessità di dotare i Comuni di strumenti normativi più concreti, misure di decentramento operativo che ci permettano davvero di intervenire e di dare soluzione a questi problemi che gravano sull'intera città e di cui i Comuni sono il front office». Anche secondo deputato PD Matteo Biffoni è necessario prendere provvedimenti immediati a livello statale, convocando un tavolo congiunto tra i vari ministeri, perché la situazione non può più essere gestita solo a livello locale.
Biffoni è stato ospite del programma One to One, in onda su Tele Iride, ch96 del digitale terrestre. "Se ieri non era il momento delle polemiche ma quello del dolore e della pietà, oggi senza dubbio è indispensabile una riflessione la più ampia possibile sul fenomeno del distretto cinese. Quella di ieri è stata una tragedia annunciata, inutile dire il contrario -dichiara l'assessore all'Integrazione Giorgio Silli- Ci troviamo di fronte ad un problema epocale, ad una realtà più grande di noi e quello che la giunta Cenni sta facendo è quanto di più naturale andasse fatto anche in passato.
Da una parte il ripristino della legalità, il pugno duro, i blitz, la collaborazione interforze che il collega Milone porta avanti con forza da tempo, dall’altra la necessità assoluta di formazione. La necessità di cambiare la forma mentis che chi appartiene ad una cultura fin troppo lontana dalla nostra ha, in ambito lavorativo, in certi casi , ferma al medioevo. Per questo molti dei progetti di integrazione e di formazione che questa amministrazione sta portando avanti con fondi del ministero del lavoro e del ministero dell’interno hanno necessità di proseguire.
Lo scorso anno abbiamo formato più di 100 persone, il 90 percento delle quali erano cinesi. Formate alla sicurezza, al primo soccorso, all’antincendio, proprio come tutte le aziende italiane sono obbligate a fare. Ma cosa sono 100 persone in una città che conta decine e decine di migliaia di migranti fra regolari irregolari e clandestini?E' un po' come chiedere più controlli. In queste ore è stato un susseguirsi di comunicati stampa, di dichiarazioni. Sono tutti diventati profeti chiedendo più controlli.
Come se questa amministrazione non portasse avanti questo progetto da anni. Ma come possiamo controllare a tappeto migliaia di aziende senza gli strumenti opportuni? Come possiamo rimpatriare i clandestini senza che vi siano accordi bilaterali fra Italia e Cina? Qualcosa comunque si sta muovendo, anche se è sempre troppo poco. Proprio qualche mese fa, il primo cinese clandestino sfruttato ha deciso di fidarsi delle istituzioni ed ha voluto denunciare il suo aguzzino. Il Comune di Prato si è per questo costituito parte civile ed a breve vi sarà la sentenza.
A questo altri ne stanno seguendo dopo la campagna contro lo sfruttamento dei clandestini che il comune ha portato avanti. Il direttore generale all’immigrazione del ministero del lavoro, sensibile al caso Prato che da tempo si è impegnato con fondi ministeriali, mi ha chiamato questa mattina mettendosi a disposizione per trovare insieme alla giunta ed al sindaco delle soluzioni. Una cosa è certa, non tutta l’immigrazione è uguale e a Prato da quello che sarebbe stato un fenomeno normalissimo (come in tutti gli altri paesi del mondo) ci siamo trovati a dover gestire un problema enorme, una emergenza totale.
L’immigrazione buona va tutelata se nell’ambito di numeri che una città come la nostra può metabolizzare, quella cattiva va combattuta senza se e senza ma. Proprio come si combatte l’illegalità dei nostri connazionali". L'attività di contrasto al sistema organizzato di illegalità nel distretto parallelo, esercitata dalla Polizia municipale, la cui professionalità ha ottenuto riconoscimenti a livello europeo, ha visto quasi quintuplicare i controlli rispetto agli anni precedenti a questo mandato amministrativo.
Gli incassi derivanti dai sequestri di macchinari superano 1,5 milioni di euro rispetto ai 220mila euro complessivi dei 20 anni precedenti. Il numero dei macchinari sequestrati raggiunge quali le 30 mila unità. Seguono i numeri sui controlli effettuati durante questo mandato amministrativo:
- Oltre 1.400 controlli su immobili in uso a imprese, di cui 311 nell'anno 2013. - Circa 1.200 imprese controllate. - Oltre 600 immobili posti sotto sequestro. - Oltre 1.000 verbali di sequestro macchinari con oltre 26mila macchine sequestrate. - Oltre 1.600 sanzioni amministrative per violazioni varie all'interno dei laboratori.Minuto di silenzio anche a Firenze da parte del Consiglio comunale.
A chiederlo è stata la consigliera del Pd presidente della commisione Lavoro Stefania Collesei. "La notizia della tragedia di Prato - ha detto Collesei- ha suscitato commozione,dolore, orrore. Sette persone bruciate vive, quattro feriti . Una delle vittime ,cercava di scappare ma è rimasta intrappolata da una inferriata .Tutto ciò ci riporta alla problematica della sicurezza dei luoghi di lavoro, ma soprattutto, in questo caso , alla consapevolezza che abbiamo la schiavitù in casa. Lo sapevamo ,anche a Brozzi, Peretola, San Donnino ci sono i capannoni dei cinesi, i bambini cinesi a scuola, spesso si addormentano perché sono stanchi; alcune attività cinesi sono state chiuse,c'è un impegno delle forze dell'ordine , ma tutto ciò non è sufficiente per affrontare la questione di un lavoro privo di tutti i diritti; occorre riconoscere che tali fenomeni avvengono anche in presenza di connivenze , come quegli italiani che affittano i capannoni,occorre affrontare la cosa di petto.
Occorre un maggior impegno dello stato per una realtà , come descrive il governatore Enrico Rossi, extra nazionale ed extralegale nel cuore dell'Italia. Per le vittime e i loro parenti tanto cordoglio".