E’ passato un anno e mezzo da quando dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Cisanello a Pisa è partita la richiesta per un’apparecchiatura ad alta tecnologia per la chirurgia del piede diabetico. Lo strumento, del valore di alcune decine di migliaia di euro, secondo i medici consentirebbe una maggiore velocità di esecuzione degli interventi che per il paziente diverrebbero più leggeri e garantirebbero risultati migliori. Bello, bellissimo. Peccato che l’apparecchio, fornito da una ditta straniera, non arrivi.
Costa troppo? No no. E’ stato ritenuto superfluo? Macché. Accade invece che la pratica sia bloccata sulle scrivanie dell’Estav Nord-Ovest, da dove non sta ottenendo il necessario timbro di via libera perché il fornitore, nel compilare il questionario riservato alle aziende, non ha risposto alla domanda circa il regolare utilizzo del lavoro di disabili. «Il caso è paradigmatico – insorgono i Consiglieri regionali del Nuovo Centrodestra Alberto Magnolfi (capogruppo), Marco Taradash (Vicecapogruppo), Andrea Agresti e Roberto Benedetti – di quanto la pesantezza burocratica e d’apparato privi da un lato i cittadini di ottenere miglior servizio sanitario, dall’altro gli operatori specializzati della soddisfazione di poter erogare prestazioni a standard più elevati regalando al paziente risultati migliori e più rapidi». Insomma, qui la sanità toscana non progredisce e parte della responsabilità è proprio di timbri e carte bollate.
Che fare? Sfoltire! Per chiederlo i Consiglieri del Nuovo Centrodestra hanno predisposto un’interrogazione nella quale, oltre a chiedere lumi sul caso specifico e sulla sua possibile soluzione, si ragiona a spettro più ampio innanzitutto per sapere «se in Toscana altre migliorie nell’offerta nell’offerta qualitativa delle prestazioni sanitarie siano ostaggio della melassa burocratica». Soprattutto, però, si chiede un’incisiva azione di snellimento domandando alla giunta regionale «se non ritenga opportuno procedere nel cammino intrapreso con la riduzione ad uno degli attuali tre Estav, abbattendo significativamente il peso di apparati e burocrazie sul sistema sanitario regionale e, in caso affermativo, secondo quali tempi e modalità».