Il restauro della celebre Porta Nord del Battistero di Firenze di Lorenzo Ghiberti, in corso dopo 600 anni, sta ottenendo dei risultati eccezionali, al di là di ogni aspettativa: sotto lo sporco e le incrostazioni superficiali di secoli è riemersa la splendida doratura originale presente nei rilievi scultorei delle 28 formelle, nelle testine di Profeti e Sibille e nel bellissimo fregio a motivi vegetali brulicante di piccoli animali. E’ la conferma definitiva che il Ghiberti aveva dorato anche la seconda porta monumentale del Battistero, realizzata tra il 1403-1424, ma a differenza della successiva Porta del Paradiso la doratura ad amalgama di mercurio fu eseguita solo sui rilievi scultorei lasciando il fondo bronzeo.
Un contrasto, tra la luminosità dell’oro e lo scuro del bronzo, che rende quest’opera straordinaria, al pari della bellezza della Porta del Paradiso. L’eccezionale restauro è diretto ed eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze su incarico dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Si tratta di un restauro interamente finanziato con fondi privati messi a disposizione dalla stessa Opera di Santa Maria del Fiore e della Guild of the Dome Association, di cui fanno parte imprenditori di tutto il mondo. Ad oggi sono due le formelle restaurate, Il Battesimo di Cristo e le Tentazioni di Cristo, mentre sono in corso di pulitura le altre 26 con Scene del Nuovo Testamento, Evangelisti e Dottori della Chiesa, così come le 47 testine di Profeti e Sibille nel telaio, tra cui l’autoritratto del Ghiberti con turbante, e il fregio con foglie di edera, bacche e piccoli animali: insetti, rettili e molluschi.
Al momento sono in corso di approfondimento le tracce di doratura ritrovate all’interno delle cornici quadrilobate delle formelle e in alcune delle teste leonine presenti nel retro dei due battenti, presumibilmente quest’ultime eseguite a foglia d’oro. “I risultati della pulitura - scrive il Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, Marco Ciatti - sono davvero eccezionali e, sia pur con una certa disomogeneità tipica dei manufatti antichi a causa della tecnica di origine e delle condizioni locali di conservazione, due aspetti si sono imposti fin dall’inizio: la straordinaria finezza e qualità di esecuzione e la splendida doratura sulle figurazioni che si stagliano contro il fondo bronzeo.
La gradualità e la selettività di azione del laser conferiscono un risultato di altissima qualità, con un rispetto totale delle caratteristiche materiche ed estetiche dell’opera …”. Fondamentale nel restauro della monumentale Porta Nord è la precedente esperienza maturata dall’Opificio sul grande progetto di conservazione e restauro della Porta del Paradiso, terminato nel settembre 2012 dopo 27 anni: le numerose innovazioni tecnologiche e l’alta professionalità del personale, hanno avuto un’immediata e positiva ricaduta. A questo si deve aggiungere che tutti i costi del restauro e della realizzazione di una replica eseguita ad arte, che andrà a sostituire l’originale sul Battistero per motivi di conservazione, saranno sostenuti dall’Opera di Santa Maria del Fiore e dalla Guild of The Dome Association.
Questo permetterà di restaurare la Porta Nord in un tempo eccezionalmente breve rispetto alla mole di lavoro e all’importanza dell’intervento. Per l’Opera di Santa Maria del Fiore, il restauro della Porta Nord fa parte di un più ampio progetto di riqualificazione di tutti i monumenti di Piazza del Duomo di Firenze (centro di un unico sistema museale denominato “Il Grande Museo del Duomo”) che la vedrà impegnata fino al 2015 con la ripulitura e il restauro di tutte le facciate marmoree del Duomo, del Battistero di San Giovanni Battista e del Palazzo dei Canonici - per un totale di 40 mila metri quadrati di superficie, di cui circa 25 mila già completati e 15 mila ancora da effettuare – e con i lavori di ampliamento e di riallestimento del nuovo Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore che raddoppierà gli spazi raggiungendo una superficie utile di 5.250 mq. Il restauro della Porta Nord è iniziato con le prime indagini preliminari a gennaio 2013, quando era ancora sul Battistero, ed è proseguito nei Laboratori dell’Opificio, dove è stata trasportata nella notte tra il 18 e 19 aprile.
Terminate le indagini preliminari, in grado di stabilire lo stato di degrado delle superfici e la metodologia da adottare per il restauro, si è proceduto con le prove di pulitura effettuate su diverse zone con differenti problematiche conservative. A seguire è incominciata la pulitura dell’opera eseguita con il laser sulle parti dorate, integrato con l’uso di specifiche soluzioni chimiche e piccoli strumenti odontoiatrici, La pulitura del bronzo, invece è effettuata meccanicamente con l’ausilio di utensili quali il bisturi e strumenti ad aria compressa per le incrostazioni più concrezionate.
Il termine del restauro è previsto nell’ottobre 2015, quando il capolavoro del Ghiberti sarà esposto in modo permanente, accanto alla Porta del Paradiso, nel nuovo grande museo dell’Opera che inaugurerà in occasione del Convegno Ecclesiale Nazionale della Conferenza episcopale italiana che si terrà a Firenze. Considerata l’opera che apre la stagione del Rinascimento a Firenze, la Porta Nord del Battistero è la seconda in ordine di tempo (1403 - 1424), dopo quella di Andrea Pisano (1330 -1336) e prima della Porta del Paradiso (1425- 1452).
Verosimilmente l’intenzione della ricca corporazione dei Mercanti, l’Arte di Calimala, era di far realizzare le porte del Battistero una dietro l’altra, ma una serie di accadimenti, tra cui la peste del 1348, fermarono questo progetto che fu ripreso solo nel 1400, quando fu deciso di indire un concorso per la seconda porta del Battistero. Vi parteciperanno oltre al Ghiberti, Filippo Brunelleschi, suo principale rivale, Simone da Colle, Niccolò d’Arezzo, Jacopo della Quercia da Siena, Francesco di Valdambrino e Niccolò Lamberti.
Agli artisti sarà chiesto di realizzare una formella con il tema del Sacrificio di Isacco nello stesso periodo di tempo, un anno. Lorenzo di Bartoluccio Ghiberti (1378-1455), detto anche “Nencio” vincerà il concorso e lavorerà per il resto della vita alle porte del Battistero che lo renderanno ricco e famoso. Per la sua opera sarà lautamente pagato tanto da permettersi un gruppo di collaboratori tra cui artisti affermati come il padre orefice Bartoluccio, Donatello, Michelozzo e giovani apprendisti come Paolo Uccello. Di eguali dimensioni monumentali della Porta del Paradiso, la Porta Nord misura 3 metri di larghezza per 5 di altezza, ognuna delle 2 ante è del peso di oltre 4 tonnellate per un totale di 9.
Ghiberti ha ripreso lo schema della Porta Sud di Andrea Pisano con 28 formelle dalla medesima forma quadrilobata, ma notevoli sono le differenze. Nei più di venti anni che Lorenzo e la sua bottega lavoreranno a questa impresa lo stile ghibertiano evolverà da quello gotico delle prime scene a quello interamente rinascimentale delle ultime.