Per più della metà dei toscani, il 55%, la colpa degli eventi alluvionali che si sono abbattuti con formidabile frequenza e cattiveria negli ultimi anni nella nostra regione è da attribuire alla scarsa manutenzione della rete idrica. Solo il 4% punta il dito contro le mutazioni climatiche, una percentuale decisamente bassa, mentre per il 28% la motivazione principale è l’abbandono progressivo del territorio. Solo una piccola parte, il 4%, condanna l’abusivismo e la cementificazione selvaggia; l’1% la pratica della cultura intensiva. A dirlo è un sondaggio di Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it) effettuato in prospettiva dell’appuntamento in programma il 30 novembre con le votazioni degli organi consortili dei nuovi consorzi di bonifica regionali che ridisegnano non solo la geografia complessiva di gestione del territorio ma le stesse modalità di gestione con gli agricoltori chiamati per la prima volta ad esprimersi e a nominare un proprio rappresentante. Sostenuta e voluta da Coldiretti, la riduzione del numero dei comprensori (da 13 a 6) metabolizza lo spirito pratico della spending review - tagli da una parte e migliore gestione delle risorse dall’altra - si incontra con la necessità prioritaria di garantire una manutenzione della rete idraulica in tutta la Toscana adeguata, puntuale ed efficace attraverso una suddivisione idrografica e non più amministrativa del territorio.
Stop quindi alla confusione di competenze e al rimpallo di responsabilità, che aveva caratterizzato il precedente sistema di gestione che più volte aveva palesato grandissimi limiti ritardando o limitando molti degli interventi necessari. E’ quindi per certi versi “scontato” il risultato che il sondaggio promosso da Coldiretti ha palesato: la cattiva manutenzione e la pessima gestione della rete idrica, fossi, canali e canaletti che passano vicino alle nostre case e alimentano fiumi ed affluenti maggiori, è – secondo i toscani – la principale delle cause degli eventi alluvionali che hanno caratterizzato l’ultimo decennio; un decennio, in particolare quello dal 2001 al 2010, dove si è speso, per la sola emergenza da dissesto idrogeologico, quasi 1miliardo di euro di interventi.
Non diverso il risultato di un recente sondaggio del portale “Il Gazzettino del Chianti” focalizzato sull’ultimo disastro: per il 52% la responsabilità dell’alluvione del 21 ottobre è degli Enti che non hanno fatto i lavori necessari, quindi della cattiva manutenzione mentre solo il 12% ha attribuito la colpa a precipitazioni di carattere eccezionale. Ecco perché l’appuntamento con la riforma dei consorzi di bonifica è, per Coldiretti, di fondamentale importanza per migliorare veramente e seriamente tutti gli aspetti della manutenzione magari affidando, così come previsto, una parte degli interventi alle stesse aziende agricole che conoscono perfettamente il territorio e possono mettere la loro esperienza al servizio della comunità.
Un ingaggio, quello delle aziende agricole e degli agricoltori, fino ad oggi purtroppo non scontato nonostante una legge di orientamento favorevole che la dove è stata attivata, attraverso accordi e convenzioni, ha dato buoni frutti. La logica – spiega Coldiretti – non dovrà più essere quella dei cerotti ma della prevenzione e della programmazione degli interventi. In una regione dove 280 comuni sono in zone a rischio idrogeologico, e dove 10 dei 7 capoluoghi presenti - Firenze, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Prato e Pistoia - presentano addirittura il 100% dei comuni a rischio, la riforma dei consorzi è un momento storico ed essenziale per contribuire a rendere la Toscana meno fragile.
Complessivamente sono 1.441.770 gli aventi diritto al voto (proprietari di terreni ed immobili) che voteranno nei 349 seggi regionali aperti dalla 8 alle 20. Coldiretti informa che tutte le sedi zona sono a disposizione per fornire tutte le informazioni, le indicazioni relative alle modalità di voto e i nominati dei contadini-custodi che partecipano alla competizione elettorale.