“Può sembrare da pazzi pensare che si possa superare la crisi investendo nella cultura, nell’educazione, nella scuola e nell’Università, ma a mio giudizio è l’unica strada”. Lo ha detto il sindaco Matteo Renzi nel suo intervento di saluto alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2013-14 dell’Università di Firenze che si è svolta a Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento. Oltre a Renzi erano presenti, tra gli altri, l’assessore alla cultura Sergio Givone, anche professore dell’ateneo che ha tenuto una prolusione, il rettore Alberto Tesi e il presidente della Regione Enrico Rossi. “Crediamo moltissimo nel rapporto tra università e città - ha affermato Renzi - perché Firenze vi recupera il senso della sua missione e vocazione, l’idea di essere una città a servizio delle domande e delle risposte che il cuore dell’uomo può suscitare”. “Noi viviamo un tempo nel quale l’aridità sembra segnare la discussione politica, sociale e culturale - ha sottolineato il sindaco -.
Tutto è crisi, e la crisi si misura in termini economici, come lo spread, sembra che la soluzione sia solo recuperare competitività, che è importante certo, ma non basta: si esce dalla crisi recuperando i veri valori che stanno a fondamento della nostra identità”. Renzi ha poi citato la parola greca pathos, che “richiama l’elemento della passione, del desiderio, che chi vive l’università deve avere; della pazienza, e chi sta dentro l’università sa che della pazienza c’è bisogno”.
Ma pathos, per Renzi, allude anche all’elemento di un “pizzico di sana follia, la radice della parola richiama la pazzia. Pensare che al giorno d’oggi si esca dalla crisi investendo nella cultura, nell’educazione, nella scuola e nell’università può sembrare un elemento di pazzia ma a mio giudizio è l’unica strada per superare le difficoltà in cui viviamo”. «In questi quattro anni di consiliatura, il Comune ha lavorato strenuamente per attribuire a Firenze il profilo identitario di città universitaria che essa dovrebbe possedere e vantare».
Lo ha sottolineato l’assessora all’università e alla ricerca Cristina Giachi che questa mattina, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, ha partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico. «Questa cerimonia, secondo una bella tradizione – ha proseguito l’assessora Giachi - sancisce anche nel valore simbolico di questa giornata, il destino comune che lega una Università e la sua città, una città e la sua Università». «Il benvenuto alle matricole e la manifestazione di presentazione della città degli studenti che si tiene ogni anno a Palazzo Vecchio ne è la principale sintesi – ha ricordato Cristina Giachi - i rapporti di collaborazione e le sinergie sono cresciute, ma molto è il lavoro ancora da fare.
Dal punto di vista della popolazione studentesca, ad esempio, com'è stato sottolineato dall'intervento del rappresentante degli studenti, si fa fatica a sentire un vincolo di appartenenza con una città che appare ancora come principalmente turistica e, soprattutto, con le difficoltà del vivere in un'economia cittadina orientata principalmente al turismo». «Fino a poco tempo fa – ha concluso - i finanziamenti per le città universitarie del ministero della gioventù hanno consentito qualche intervento sul fronte della residenzialità studentesca, dei trasporti, dei progetti culturali, ma quelle fonti di finanziamento non sono state rinnovate dai governi successivi e ad oggi possiamo contare solo sui bilanci interni.
Ciononostante, crediamo possibile offrire qualcosa di più alla nostra popolazione studentesca operando in una sinergia sempre maggiore con l'azienda regionale per il diritto allo studio, con l’università stessa e con gli altri enti locali».