FIRENZE - Sarà Lucca a ospitare quest'anno l'ottava Conferenza organizzativa dell'ITT, l'Istituto Toscano Tumori, che come ogni anno tiene in estate la sua conferenza scientifica e in autunno quella organizzativa. Domani, venerdì 15 novembre, alle 9.30, nell'Auditorium San Romano di Lucca, prenderà il via la Conferenza, dal titolo "I percorsi per la patologia oncologica rara e/o complessa: unità di competenza, volumi, expertise e dotazione tecnologica", che vedrà riuniti tutti gli oncologi toscani per pensare e promuovere nuovi modelli organizzativi per l'oncologia, sempre più modulati sulla complessità dei bisogni. "Il concetto base è semplice - spiega il direttore scientifico dell'ITT, Lucio Luzzatto - In un istituto monocentrico occorre prendere in carico pazienti con qualunque tipo di tumore: In un istituto oncologico a rete come l'ITT, invece, può darsi che per un certo tipo di tumore le condizioni di cura ottimale siano in uno dei nodi della rete; per un altro tipo di tumore, in un altro.
E' questo un esempio di come la struttura a rete possa essere vantaggiosa, e noi dobbiamo riuscire a valorizzarla al meglio". Per le patologie tumorali più frequenti i vari nodi dell'ITT sono già ben attrezzati. Si è già svolto un lungo lavoro preparatorio condiviso, che nel 2012 ha portato alla pubblicazione della seconda edizione delle Raccomandazioni Cliniche ITT che, basate sull'evidenza, prescrivono i percorsi clinici per i tumori più frequenti, e sono di fatto vincolanti per l'intero ITT.
Ora l'ITT sta seguendo un approccio analogo anche per i tumori meno frequenti. "La rete oncologica regionale rappresentata dall'ITT - dice Gianni Amunni, direttore operativo ITT - è lo strumento con cui in Toscana sono organizzate la prevenzione, la cura e la ricerca nel campo dei tumori. Un sistema di accessi diffusi nel territorio consente al cittadino di entrare nei percorsi di cura direttamente nel proprio luogo di residenza e di avere una valutazione multidisciplinare che ne definisce le procedure di approfondimento e di terapia". "Per le patologie tumorali più diffuse - spiega ancora Amunni - la disponibilità di raccomandazioni cliniche condivise e il monitoraggio della effettiva omogeneità delle procedure, consentono di garantire al cittadino la gestione appropriata della propria malattia, nelle strutture oncologiche presenti nel panorama sanitario della regione.Questo criterio ha fatto crescere l'intero sistema e ha consentito risultati importanti in termini di appropriatezza e qualità delle cure.
Al contrario, per i tumori meno frequenti e di particolare complessità, è opportuno prevedere la centralizzazione dei casi in strutture specifiche per questa patologia, in cui si realizzino volumi significativi di casistica, operino professionisti dedicati con specifica expertise e vi sia la necessaria dotazione tecnologica".