«Evitare che le elezioni dei consorzi di bonifica vengano fatte “alla chetichella”: almeno questo ai consorziati lo si deve e per questo credo che sia opportuno valutare il rinvio della scadenza del 2 novembre per la presentazione delle liste e delle votazioni previste per il 30 novembre». Così Stefania Fuscagni, consigliere regionale del Popolo della Libertà, che nella sua funzione di Portavoce dell’Opposizione ha attivato un’approfondita indagine conoscitiva su costi e funzioni dei Consorzi anche alla luce della riforma circa le politiche di bonifica. «Ho aspettato di vedere e capire se la Regione e i Consorzi si sarebbero assunti l’onere di informare tutti gli aventi diritto che potevano concorrere a questo appuntamento elettorale.
Chi può concorrere, lo ricordo, sono i consorziati che pagano la cosiddetta “tassa sui fossi”. Però ho direttamente riscontrato, facendo molte verifiche incrociate, che quasi nessuno tra i consorziati sa, eccezion fatta per i non molti addetti ai lavori. Lo spirito della norma però è chiaro: chi paga ha diritto di votare e, se vuole, di farsi votare. Rifletta quindi la Regione e riflettano i Consorzi – prosegue la portavoce dell’Opposizione - circa il bisogno di non vivere queste elezioni come un appuntamento per pochi soggetti, anche se importanti perché rappresentativi, e si avvii una fase di informazioni vere che possano arrivare anche al singolo consorziato che paga e che ha diritti oltre che doveri.
Da sempre sono tra quelli che avrebbero visto volentieri il superamento dei Consorzi di Bonifica, ma poiché rimarranno e saranno consacrati da un voto che costa ai toscani non meno di 700mila euro allora si faccia di tutto per garantire trasparenza e partecipazione. Se i Consorzi devono rimanere e se, come sembra, avranno risorse importanti e strumenti significativi su un tema importantissimo come la sicurezza del territorio – incalza l’esponente del PdL – allora si apra davvero un dibattito democratico che non sia solo appannaggio di pochi.
Credo che una fase diversa possa essere utile proprio ai Consorzi che per primi dovrebbero pretendere un maggior coinvolgimento dei singoli consorziati accettando un rinvio che dovrebbe segnare una svolta anche nella percezione, per ora molto negativa, che i cittadini hanno di enti di cui poco si sa eccetto che in molti pagano senza capire perché e con quali vantaggi e risultati», conclude Fuscagni.