Il Segretario Generale del Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa SCSD, Antonio de Lieto ha giudicato drammatici i dati Istat, relativi alla disoccupazione che continua ad aumentare, senza che il Governo, riesca ad invertire questa tendenza negativa. Ufficialmente i disoccupati sono il 12,5% , circa 3,2 milioni, a cui vanno aggiunti i tanti che hanno persino rinunciato a cercare un lavoro, delusi e rassegnati, dopo aver bussato a tante porte. Estremamente grave – ha sottolineato il leader del SCSD – l’indice di disoccupazione dei giovani (dai 16 ai 24 anni), che ha raggiunto il 40,2%: solo due giovani su dieci hanno un lavoro e questo è veramente sconfortante e deve preoccupare fortemente.
Il Governo Letta sta evidenziando, ogni giorno di più, i suoi limiti, la sua incapacità ad affrontare una crisi economica tremenda, come quella che stiamo vivendo. E’ indispensabile - ha rimarcato DE LIETO – che si creino le condizioni per il rilancio economico del Paese, unica via possibile per realizzare questo obiettivo, è il dimezzamento dell’imposizione fiscale ed il sostegno alla piccola e media impresa. Solo così si potranno attrarre capitali, bloccare la delocalizzazione delle nostre attività, con l’effetto di creare nuova occupazione e rilanciare i consumi.
Il Governo – ha concluso DE LIETO – deve avere il coraggio di osare, altrimenti la situazione precipiterà e il nostro Paese potrebbe essere costretto a vivere l’esperienza greca. Circa 300 lavoratori del settore bancario hanno preso parte questa mattina ad un presidio in via Cavour a Firenze, davanti alla sede della Prefettura, in occasione dello sciopero nazionale proclamato dalle organizzazioni sindacali di categoria Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Ugl, Uilca.
Una delegazione di lavoratori e sindacati è stata poi ricevuta in Prefettura. Lo sciopero è stato proclamato contro la disdetta con dieci mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale del CCNL del settore ABI e per il mancato accordo sul Fondo categoriale di solidarietà per il sostegno al reddito e all’occupazione. “Tutto ciò –ha detto il segretario generale della Fiba-Cisl di Firenze e Prato, Maurizio Leoni- rappresenta una vera e propria provocazione da parte di ABI alla categoria dei bancari e potrebbe configurare una completa deregolamentazione delle normative di settore, facendo così venir meno le fondamentali garanzie normative e con esse la dignità dei lavoratori sul posto di lavoro, con pensanti conseguenze sulla clientela e il contesto sociale.” “Abbiamo esposto le motivazioni della vertenza e le ripercussioni che la situazione del comparto bancario potrebbe generare sul nostro Territorio al rappresentante del Prefetto, la dottoressa Franca Rosa, che si è impegnata a trasmettere al Ministero competente quanto da noi esposto.” Molto alta la partecipazione allo sciopero in Toscana, con percentuali intorno al 90% e la maggior parte delle dipendenze bancarie chiuse. CGIL, CISL, UIL e CONFSAL-UNSA denunciano il taglio di circa 13 milioni di euro operato dall’Amministrazione sul fondo destinato alla produttività collettiva del Ministero. Tali somme hanno consentito, per oltre un decennio, di realizzare le aperture straordinarie, anche notturne e festive, degli Istituti culturali. Tutto questo sta accadendo malgrado gli impegni assunti dal Ministro Massimo Bray e la nota che le scriventi OO.SS.
hanno inviato all’Amministrazione per denunciare tale indebito taglio. La decurtazione del fondo, pari a 13 milioni di euro, comporterà di conseguenza una riduzione dell’offerta culturale fin qui garantita all’utenza, anche quella già programmata. L’odierno taglio ai fondi del MiBACT, tra l’altro, smentisce quanto affermato, anche solennemente, dal Presidente del Consiglio Enrico Letta il quale aveva garantito che, per la prima volta, nel documento di programmazione del Governo non c’erano tagli ai fondi destinati alla cultura. Queste le vere ragioni per le quali in occasione dell’odierno incontro di contrattazione, CGIL, CISL, UIL e CONFSAL-UNSA, non hanno potuto sottoscrivere importanti accordi di produttività. Per ripristinare quanto precedentemente condiviso tra le parti in occasione di precedenti contrattazioni nazionali, le scriventi OO.SS.
hanno richiesto un urgente incontro con il ministro Massimo Bray. “Quale futuro per la Pirelli?” E’ la domanda che i lavoratori del più importante stabilimento industriale del Valdarno Fiorentino (396 dipendenti) si pongono ormai da mesi, da quando hanno iniziato a rincorrersi le voci sull’intenzione della multinazionale della gomma di trovare un partner per la cessione, parziale o totale, del core business della cordicella metallica. Una domanda che ancora non ha avuto una risposta chiara dall’azienda, neppure dopo i tanti incontri, anche in sedi istituzionali nazionali. Una domanda che diventa ora il titolo dell’iniziativa promossa da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm per lunedì prossimo, quando nel centro valdarnese si svolgerà un’audizione pubblica con i lavoratori. L’appuntamento è per le ore 21 al Teatro Garibaldi (piazza Serristori 1).
All’incontro, che ha avuto anche il patrocinio del Comune di Figline, sono stati invitati Regione Toscana, Provincia di Firenze, le amministrazioni locali del Valdarno, i Parlamentari eletti nelle circoscrizioni della zona e la cittadinanza tutta. Ma è anche battaglia sulle cifre, "I media, citando l'Istat, sparano la cifra del 40,4%" sottolineano i consumatori. Comunicato dell'Istat sulla disoccupazione giovanile: "I disoccupati tra 15 e 24 anni sono 654 mila. L'incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di eta' e' pari al 10,9%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto ad agosto ma in crescita di 0,6 punti su base annua.
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 40,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,4 punti nel confronto tendenziale." Aduc interviene: "La domanda che vorremmo fare e' la seguente: sono da considerarsi disoccupati gli studenti? No, risponderebbe Lapalisse. E allora perche' vengon considerati disoccupati? A che pro?"