Un milione e ottocento mila euro. E’ quanto verrà a costare, secondo le stime, la consultazione per eleggere i 90 componenti delle assemblee dei sei consorzi di bonifica toscani. Le elezioni si terranno il 30 novembre prossimo e vedranno coinvolti poco meno di due milioni di aventi diritto al voto (tra cittadini e persone giuridiche), corrispondenti agli utenti dei consorzi stessi. Circa 310 i seggi previsti. Partecipazione? Si va dal tasso sperato (2/3%) a quello atteso sulla base delle elezioni già tenute in altre regioni (intorno all’1%).
Nella migliore delle ipotesi – quella auspicata – saranno circa 30mila i voti espressi, per un costo medio a voto pari a 30 euro; lo scenario peggiore – basato su analoghi dati empirici - vedrebbe i costi triplicati: 90 euro a voto espresso. Dati, quelli sopra citati, emersi nel corso delle audizioni tenute nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla sicurezza idrogeologica della Toscana e sui Consorzi di bonifica promossa dalla Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale Stefania Fuscagni. «Cifre che fanno sobbalzare sulla sedia, costi esorbitanti per una consultazione che certo non suscita grande interesse e di cui ho difficoltà a vedere l’utilità.
Mi si dirà che è la legge che prevede le elezioni per la formazione di questi “parlamentini”, ma certo la Regione avrebbe potuto e dovuto trovare una formula meno costosa, ad esempio incentivando la partecipazione on line – quantomeno per le aziende – e abbattendo così il numero dei seggi, attualmente previsto intorno a 310. A cosa serva la dimensione elettiva – prosegue la Portavoce – non mi è ancora chiaro, visto che non si tratta di dividerci in fazioni ma di gestire al meglio le risorse a disposizione.
Questo è il punto: la Toscana abbisogna di 800 milioni di euro per una buona messa in sicurezza del territorio. Risorse attualmente non a disposizione. Una parte potranno scaturire dalla riduzione del numero dei consorzi di bonifica – gli enti gestori sono stati ridotti da 26 a sei con una legge approvata il 31 dicembre scorso – ma certo è che se si inizia spendendo quasi due milioni per elezioni dalla dubbia utilità dubito che avremo mai denari sufficienti. Sin dalla ripresa dei lavori del Consiglio chiederemo che siano approntate nuove modalità per lo svolgimento delle elezioni, meno costose e ugualmente efficienti.
Il fallimento della gestione precedente – conclude Fuscagni – è evidente e sotto gli occhi di tutti, e una previsione di spesa così alta per una consultazione che rischia quasi di vedere più eletti che elettori non è certo un bel segnale per il futuro».