FIRENZE, 8 agosto 2013 - Sono passati 30 anni da quando, il 12 agosto 1983, a seguito di un tragico incidente stradale nei pressi di Siena, mentre stava recandosi da un fantino per prendere accordi sulla sua partecipazione al Palio dell’Assunta, moriva Artemio Franchi, uno dei più grandi dirigenti sportivi italiani di sempre, conosciuto e stimato in tutto il mondo. Per ricordarlo, lunedì prossimo alle ore 8,45 sarà deposta una corona sulla sua tomba al Cimitero di Soffiano mentre alle 10,30 nel Battistero di San Giovanni a Firenze sarà celebrata una Santa messa di suffragio officiata da Monsignor Carlo Mazza, vescovo di Fidenza e componente del Comitato Etico della Lega Pro. Artemio Franchi era nato l’8 gennaio 1922 da genitori senesi che si erano trasferiti da poco a Firenze per motivi di lavoro.
La sua escalation sportiva è ben nota: arbitro di calcio, poi segretario della Sezione arbitri di Firenze e della Fiorentina, fu presidente della Lega semiprofessionisti dal 1959 al 1965 (l’attuale Lega Pro), commissario Aia e della Lega nazionale professionisti. Nel 1958 venne eletto vicepresidente della Federcalcio fino al 1967 quando ne diventò presidente: carica che mantenne fino al 1980, tranne un breve intervallo (dal 1976 al 1978) trascorso alla guida della Lega nazionale dilettanti. In campo internazionale Franchi ha ricoperto la carica di vicepresidente Uefa dal 1968 al 1973 e fu eletto successivamente alla presidenza; dal 1973 fu anche vicepresidente della Fifa.
Ma i suoi meriti sportivi vanno ben oltre una carriera così prestigiosa: figura di grande carisma, fu accorto diplomatico ed abile guida del calcio europeo e mondiale.