FIRENZE– Alcune modifiche alla legge regionale sulla cremazione, per rendere le pratiche meno disagevoli per i cittadini, e l’introduzione di un piano regionale di coordinamento per la realizzazione e la gestione dei crematori sul territorio regionale. La proposta di modifica è stata approvata dalla giunta regionale nel corso della seduta di ieri, e vuole colmare alcune lacune presenti nella legge regionale 29 del 2004, in particolare per quanto riguarda l’individuazione del Comune competente all’affidamento e alla dispersione delle ceneri e agli obblighi di custodia degli affidatari dell’urna.
La cremazione è regolamentata da una legge nazionale molto vecchia, e, in Toscana, dalla legge regionale del 2004, che però necessita appunto di modifiche e adeguamenti, per rispondere effettivamente alle esigenze di una pratica che negli ultimi anni, in Toscana come nel resto d’Italia, si è andata diffondendo molto. In Toscana le cremazioni sono cresciute dalle 5.616 del 2007 (il 13,7% del totale dei morti in Toscana, e il 9,6% del totale delle cremazioni in Italia), alle 7.810 del 2010 (il 18,8% del totale dei morti in Toscana e il 10,2% del totale delle cremazioni in Italia).
E nel 2011 si è registrato un ulteriore, consistente aumento: 10.328 cremazioni. Le proposte di modifica della giunta intendono colmare i vuoti lasciati dalla legge e andare così incontro ai cittadini per rendere loro più semplici tutte le pratiche relative alla cremazione e risolvere i problemi che spesso rendono difficile sia l’affidamento che la dispersione delle ceneri: per esempio, chiarendo le competenze dei Comuni. L’autorizzazione alla cremazione e all’affidamento delle ceneri è rilasciata dal Comune in cui è avvenuto il decesso.
Le novità contenute nella proposta di modifica riguardano il sistema di controlli sulle modalità di conservazione dell’urna (che deve essere correttamente conservata in luoghi protetti da profanazione) e anche sulle finalità dell’affidamento (i Comuni devono vigilare per evitare che l’affidamento a soggetti diversi dai familiari possa costituire oggetto di attività lucrativa). Inoltre, viene riconosciuta ai familiari la facoltà di chiedere la cremazione di salme inumate da almeno dieci anni o tumulate da almeno venti. Ma la novità più rilevante è l’introduzione del Piano regionale di coordinamento per la realizzazione dei crematori sul territorio regionale.
In Toscana attualmente gli impianti crematori sono 7: ad Arezzo, Firenze, Livorno, Massa, Pisa, Pistoia, Siena. Ma in alcuni casi, l’attesa per una cremazione si prolunga fino a due mesi. E’ urgente quindi, se non la realizzazione di nuovi impianti, quantomeno una loro più corretta e razionale gestione a livello regionale. Il Piano deve essere approvato dal Consiglio regionale, su proposta della giunta, sulla base della popolazione residente, dell’indice di mortalità e dei dati statistici relativi alla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun comune.
Il primo Piano dovrà essere presentato al Consiglio entro un anno dall’entrata in vigore della legge. Lucia Zambelli