E' morta Margherita Hack. Solo la settimana scorsa è venuta a mancare Maddalena. Due donne diverse ma, davanti alla morte, simili come non lo sono mai state in vita E' notizia di questa mattina: è morta Margherita Hack. Una grande donna. Un nome noto che rimarrà nella storia. Gli articoli per ricordarla saranno numerosi e tutti utili a evidenziare quale fondamentale impronta lascia l'astrofisica nata 91 anni fa proprio a Firenze. Capelli colore argento e voglia di portare avanti le "proprie battaglie".
E' giusto lasciare spazio ai tanti pezzi giornalistici che racconteranno di lei e del suo impegno con le stelle. A me piace soffermarmi su quei capelli argento: perché sono gli stessi di un'altra donna passata a miglior vita solo la settimana scorsa. Questa volta, un volto assai meno conosciuto anche se il segno lasciato è stato, comunque, assolutamente profondo. Nonna Lena aveva 86 anni, un cuore e polmoni malandati (sono quelli che l'hanno sconfitta) ed una voglia di vivere che poteva essere utile a molti: me per primo.
Il carattere forte e deciso non le consentiva di avere feeling con tutti e questo non le dispiaceva affatto. Anzi, non mancava di far notare a chi non le era "affine" il proprio disappunto o, peggio, un distacco che rendeva "fredde" le relazioni. Nonostante un'avversione acuta a tutto ciò che poteva risultare tecnologico, questa arzilla signora aveva un amore sconfinato nei confronti del cellulare: niente foto, filmati, messaggi. Solo chiamate. Era per lei, come in tanti casi avviene, un contatto con il "mondo esterno" alle mura, amiche, della sua casa.
Le sue chiamate ci raggiungevano ogni giorno alla solita ora: voleva sentire la voce di mia moglie, sua nipote. Le chiedeva se stavamo bene e se avesse visto la puntata di "Amici" o "C'è Posta per Te". Pochi minuti, a volte secondi, solo per rassicurarsi sul nostro stato. Quella telefonata era diventata un appuntamento fisso: se non la ricevevamo iniziavamo a preoccuparci. Si era addormentata o distratta davanti alla TV? Quasi si scusava ed il giorno dopo anticipava l'ora per compensare il ritardo di quello precedente. E poi c'era la focaccia.
Deliziosa. Mi conquistava con la sua cucina: sapori tipici di una tradizione, tutta pugliese, che rispettava in modo rigido. Così, ogni volta che scendevamo in Puglia, ci omaggiava con quei tegami di alluminio che avevano il sapore indimenticabile di un affetto genuino che, dicevo sempre, un giorno ci sarebbe mancato. Quel giorno è arrivato. E' andata via con una serenità particolare avendo accanto la moglie del suo unico figlio che ha voluto seguirla fino alla fine. Non l'ho vista spirare, ma sono contento così.
Preferisco ricordarla con quella pelle bianco latte (è la stessa che ha "lascato in eredità" a mia moglie) e con quel nero che, da quando era morto il marito, era diventato l'unico colore dei suoi vestiti. Angela, una nostra amica, ci ha detto che le persone anziane muoiono per lasciare spazio a nuove anime che richiedono spazio nello scenario della vita. Mi piace pensare che la nonna abbia voluto fare il suo ultimo atto di generosità: "cedere il proprio posto" ad un pronipote che nascerà a settembre.
Si perché stava per diventare bisnonna: ennesimo traguardo di una vita spesa senza imprese speciali ma immersa in gesti quotidiani che, forse, hanno qualcosa di eroico. Nonna Lena si godrà tutto da lassù: il matrimonio del nipote più piccolo, i bimbi che verranno e sorridendo potrà dire: "ho costruito qualcosa anche io". La stessa cosa che potrà dire Margherita Hack: è come se il traguardo della morte rendesse queste due persone simili come mai lo sono state in vita. Arrivederci a Margherita e a Maddalena (Lena) due donne diverse che lasciano il segno del proprio passaggio.
Il sogno di tutti: lasciare un segno. Il loro è e sarà ben visibile: come le stelle di Margherita durante la notte. Giuseppe Saponaro nonna Lena e sua nipote nell'atto della consegna di un ennesimo tegame in alluminio