di Nicola Novelli FIRENZE- L'assessore alla viabilità del comune di Firenze, Massimo Mattei si è dimesso. Lo ha fatto scrivendo una lettera al sindaco Matteo Renzi la sera del 13 giugno. Il giorno dopo è stato annunciato che sarà Filippo Bonaccorsi ad occuparsi della mobilità cittadina. Mattei ha spiegato che non ce la fa a rimanere assessore perché si è dovuto ricoverare in ospedale. Quello stesso pomeriggio è entrato infatti in una struttura ospedaliera per una serie di controlli.
Da venerdì però c'è chi associa le dimissioni di Mattei all'inchiesta sulle Escort in un albergo di Firenze, posto sotto indagine nelle settimane scorse. Tra le persone ascoltate in Procura della Repubblica c'è chi racconterebbe di un incontro di una escort in un ufficio comunale con un collaboratore dell'Assessore. Le battute verbalizzate si rincorrono virgolettate sul alcuni giornali e le chiacchiere crescono di ora in ora, ma in città nessuno parla ufficialmente. Sulle dimissioni di Mattei, la politica fiorentina ha fatto poche dichiarazioni, tanto meno il sindaco di Firenze Matteo Renzi ieri in piazza Santa Croce per il calcio Storico. Si distinguono invece e con insistenza le redazioni fiorentine della Repubblica e del Sito di Firenze, a cui ieri mattina ha fatto eco trasversale anche il quotidiano Libero.
Gli articoli che si susseguono da venerdì, usando un tono allusivo, associano ambiguamente il reato di sfruttamento della prostituzione, ipotizzato nell'inchiesta giudiziaria a carico dei proprietari dell'Hotel Mediterraneo, con il coinvolgimento di tanti soggetti (probabilmente clienti delle prostitute) nei verbali delle persone sentite in Procura. Tra di essi ci sarebbe anche un funzionario comunale, oggi non più in servizio, che avrebbe organizzato un incontro sessuale negli uffici dell'Assessorato.
Non è spiegato in questi articoli quale coinvolgimento di Massimo Mattei sarebbe documentato, né che cosa si potrebbe imputare all'Assessore. Visto che la consumazione di un rapporto sessuale mercenario non è reato contemplato dal Codice penale e che il funzionario comunale non sarebbe più perseguibile per l'utilizzo a scopo di libidine dell'ufficio pubblico nemmeno a livello amministrativo, non essendo più in servizio. Gli articoli di giornale sono talmente allusivi e suggestivi, che i lettori stentano infine a capire il senso compiuto dello scritto, restando però affascinati dai termini più piccanti e pruriginosi.
Tanto che ieri il sindacato USB-Comune di Firenze, ha diffuso un documento in cui si afferma: “La nostra dignità non può essere né calpestata né messa in discussione da questi onnipotenti che si sentono non perseguibili. Succedono ormai troppe cose strane, prima il concorso taroccato, ora la storia delle escort. Ma sul giornale ci finiamo sempre noi e i cittadini poi non fanno distinzioni fra chi manda avanti i servizi con stipendi sempre più ridotti grazie anche a questa Amministrazione e chi manda avanti invece i propri interessi!!!!”. Ma la scelta più controversa è ipotizzare che le dimissioni di Mattei non sarebbero motivate da ragioni di salute, ma dalla speranza di trovare una via di fuga allo scandalo montante.
Scandalo che si fa dunque intuire è destinato a crescere perché lambirà anche il Sindaco -come ieri apertamente suggeriva il quotidiano milanese- reo forse di non aver saputo impedire a qualcuno di ospitare, non è dato sapere quando, una sconosciuta a pagamento in una delle centinaia di stanze del comune sparse in tutta la città, per strapparle le calze ed eiaculare, magari in breve tempo. L'Assessore Massimo Mattei è in Giunta al Comune di Firenze dalle amministrative del 2009 con deleghe alla mobilità, manutenzioni e decoro.
E per mobilità della sua azione amministrativa, mano tesa alla cittadinanza e decoro dell'atteggiamento rivolto ai suoi interlocutori, anche di opposizione, si è contraddistinto sino a oggi, qualificando con la sua presenza Palazzo Vecchio. Non è ragionevolmente spiegabile perché adesso dovrebbe macchiarsi di un atto di codardia quale quello di rifugiarsi in clinica, simulando una finta grave malattia, pur di sottrarsi alle proprie responsabilità politiche, per altro tutte da dimostrare, in un'inchiesta giudiziaria ancora in fase istruttoria. Vero è che Massimo Mattei accusa da giorni forti dolori addominali, che richiedono di prassi accertamenti seri, specie in considerazione di alcuni precedenti clinici personali risalenti a molti anni fa.
Perciò si trova ricoverato a Villa Donatello, dove sono andati a trovarlo i suoi amici più cari, cosa facilmente riscontrabile. Perché allora associare l'inchiesta alle sue dimissioni? Anziché “sbattere il mostro in prima pagina” non sarebbe più saggio attendere qualche giorno, almeno per lasciare che i medici affermino una diagnosi? Sarà pure divertente dipingere l'assessore fiorentino con gli stessi colori del Cavaliere di Arcore, ma non rende verità e giustizia a nessuno e forse a qualcuno procura più dolore di un'autentica malattia.