A rischio chiusura, MaggioDanza scende in campo al massimo del suo splendore, con i lavori di tre nomi cardine della danza e un giovane coreografo greco richiesto in tutto il mondo; ma l'ingrediente fondamentale per confezionare una serata perfetta è giocarsi un nome, anzi “il” nome se, come in questo caso, si tratta di Sylvie Guillem, la stella più splendente nel firmamento della danza di sempre . “Grandi coreografi al Maggio” - in programma fino a stasera - , nell'ambito del Festival del Maggio 2013, vuole catturare il pubblico da subito: si apre, infatti, con un titolo di sicuro impatto, fondamentale nella storia della danza: The Four Temperaments.
Basti dire che il suo autore è George Balanchine e subito si pensa a uno dei geni del Novecento, alla forza innovatrice delle sue creazioni, al suo modo di reinventare - interpretando la mutata sensibilità artistica dei suoi tempi - la danse d'école che aveva appreso in un tempio della danza accademica come il Teatro Marijinskij di San Pietroburgo. E in quest'opera l'essere umano viene mostrato nei diversi stati umorali di cui il corpo, nella sua totalità, grazie a infiniti disegni e movimenti, si fa l'interprete più fedele; e i ballerini del MaggioDanza non si sottraggono al compito, mettendo la loro alta preparazione al servizio di una coreografia che li vuole precisi e tecnicamente perfetti, impersonando una danza asciutta, allo stato puro, ma che sa emozionare. Con il secondo titolo, si incontra un altro genio: William Forsythe, il cui Steptext è interpretato da una protagonista divina come Sylvie Guillem che, accompagnata da Alessandro Riga (étoile ospite residente), Michele Satriano e Massimo Margaria (danzatori della Compagnia) – incarna il Forsythe dei primi anni Ottanta, che guardava i movimenti con la lente di ingrandimento, studiandoli in profondità, decostruendoli e ripensandoli, rendendo visibili le dinamiche sottese al processo creativo. Altro titolo, altro coreografo e altro linguaggio: ci imbattiamo, così, nella creatività di Jiří Kylián e nello spirito del suo Sechs Tänze, a cui fa da supporto la musica mozartiana, con le sue caratteristiche sonorità frizzanti, perfetta compagna di una coreografia brillante, divertente, che saltella qua e là, tra gli ammiccamenti tra i due sessi. Lasciato Kylián e la sua contagiosa ironia, la serata si conclude con una creazione di Andonis Foniadakis per la compagnia del Maggio: Les Noces.
La coreografia, appositamente pensata per gli interpreti della compagnia fiorentina, procede sulla linea narrativa tracciata dalle suddivisioni musicali della partitura stravinskijana, regalando al pubblico una composizione energica, in cui il gruppo esalta i ritmi grazie a intrecci, scambi e movimenti corali dall'impatto visivo coinvolgente, aiutato dai costumi di Tassos Sofroniou, che esaltano il disegno coreografico dell'autore. Con quattro titoli così diversi, importanti, impegnativi da un punto di vista tecnico e interpretativo, il MaggioDanza dà nuovamente prova di forza, preparazione tecnica e passione; questo spettacolo, forse uno degli ultimi di questa compagnia, dimostra ancora una volta la duttilità e lo spessore artistico dei ballerini messi insieme da Francesco Ventriglia, capaci di cambi di registro radicali, senza risentire di cali di intensità esecutiva.
A esaltare la bravura della compagnia è stata l'interpretazione della Guillem che ha incantato il pubblico con il suo spessore di danzatrice e artista, ricevendo in cambio un fiume di applausi ininterrotti per molti minuti. Una serata entusiasmante che ha riacceso in molti la speranza che Firenze non debba perdere la sua compagnia. Valentina Passaro