All’inizio dell’anno 2013 è iniziato il restauro della Sala Chini nel Padiglione Centrale ai Giardini, ora, in occasione della vernice della Biennale è visibile il ciclo pittorico” La Civiltà nuova” della cupola che sovrasta la Sala, costituita da 8 spicchi con decorazioni che variano nelle tonalità del blu cobalto, rosso e oro, che l’artista di origini fiorentine, Galileo Chini, affrescò nel 1909 per l’ottava Esposizione d’Arte, la Biennale di Venezia. Il lavoro di restauro proseguirà fino al prossimo anno quando torneranno visibili anche gli affreschi alle pareti dell’ottagono. La Sala Chini costituisce il vestibolo del Padiglione Centrale, realizzato tra il 1895 e il 1899.
Con il cambiamento del gusto e delle tendenze il ciclo pittorico fu nascosto da una nuova struttura di Giò Ponti, fino al suo ritrovamento, nel 1986, in pessimo stato conservativo. Nel 2005 il Comune di Venezia iniziò il restauro, interrotto per mancanza di fondi e ripreso dalla Biennale di Venezia che, con risorse proprie, porterà a compimento il restauro. Galileo Chini nacque a Firenze nel 1873.
Frequentò corsi di decorazione alla Scuola d’Arte di Santa Croce, diventando decoratore e lavorando sia nell’impresa di restauri dello zio paterno che nelle botteghe di Amedeo Buontempo e Augusto Burchi, entrambi pittori fiorentini. Lavorò come ceramista, arredatore d’interni e progettista di mobili in legno decorati da piastrelle, ceramiche e vetri. Ha esposto sia in Italia che all’estero, con molte presenze anche alla Biennale di Venezia e di Roma. Numerosi sono, inoltre, gli hotel e i palazzi, da lui affrescati e le scenografie, fatte per il Gianni Schicchi e la Turandot di Giacomo Puccini. Galileo Chini morì il 23 agosto 1956 nella sua casa-studio in via del Ghirlandaio 52, a Firenze.
È sepolto nel cimitero monumentale dell’Antella. Cecilia Chiavistelli http://www.labiennale.org/it/arte/