La Giunta regionale dovrà impegnarsi per la valorizzazione e la piena operatività dell’impianto polifunzionale dell’Osmannoro. Lo prevede una mozione, presentata da Daniela Lastri, Marco Ruggeri e Ivan Ferrucci (Pd) che è stata approvata a maggioranza dall’aula. La mozione impegna la Giunta a “promuovere ogni iniziativa utile, coinvolgendo tutti gli enti locali sottoscrittori dell’accordo, verso Trenitalia e il Gruppo Fs, per il pieno rispetto degli accordi a suo tempo sottoscritti”. Auspica inoltre la piena valorizzazione dell’impianto di dinamica polifunzionale Osmannoro che “rappresenta un’eccellenza italiana ed europea nei trasporti” e “la piena operatività dello stesso impianto che permetterebbe un’occupazione stabile e qualificata sia diretta che nell’indotto del territorio toscano”. Come ha spiegato Daniela Lastri illustrando il testo all’aula, in base agli accordi stipulati negli anni passati si prevedeva l’occupazione di 900 addetti, mentre adesso gli impianti dell’Osmannoro ne occupano 400; inoltre lo stabilimento doveva manutenere 400 vetture l’anno, mentre oggi ne manutiene la metà.
“Dato che sul centro dell’Osmannoro sono stati investiti 105 milioni di euro dal 2004 – ha detto Lastri – riteniamo opportuno che esso funzioni a pieno regime sia per la produzione sia per l’occupazione, e rappresenti un vero centro di eccellenza” La Regione Toscana parteciperà in Italcertifer spa. Lo ha deciso il Consiglio toscano approvando a maggioranza, con il voto contrario delle opposizioni e dei consiglieri Marina Staccioli e Gabriele Chiurli del Gruppo Misto, la proposta di deliberazione che fissa al 20 per cento del capitale sociale (340mila euro) l’onere a carico del bilancio regionale. L’atto, illustrato dal presidente della commissione Mobilità Fabrizio Mattei (Pd), prevede l’acquisizione per il consolidamento del polo per l’alta tecnologia ferroviaria dell’Osmannoro.
L’ingresso della Regione nel capitale sociale di Italcertifer si realizzerà mediante l’acquisto di una quota della partecipazione detenuta da Ferrovie dello Stato. La compagine sociale attuale vede l’8,33 per cento detenuto in pari quota dalle Università di Firenze, Pisa, Napoli e dal Politecnico di Milano e il 66,6 da Ferrovie dello Stato. Contrario all’acquisizione si è dichiarato Paolo Ammirati (PdL): “Una volta di più questo Esecutivo predica bene e razzola male” ha esordito ricordando come la partecipazione sia una “spesa inutile che certamente va contro quell’idea di semplificazione e dismissione del non necessario tanto predicata dalla Giunta”.
“Alla fine - ha osservato Ammirati - si gioca al tutto cambi perché nulla cambi”. “L’acquisizione è necessaria per non disperdere un potenziale di progettazione e costruzione importante” ha detto Eugenio Giani (Pd) ricordando come la “partecipazione azionaria della Regione sia un elemento di garanzia e anche a salvaguardia di numerosi posti di lavoro”. Di partecipazione “non strategica” ha parlato Chiurli auspicando che “finalmente si imbocchi una strada certa: o dismettiamo le partecipate o continuiamo con questo interventismo della Regione i cui risultati sono, ormai, sotto gli occhi di tutti”. “Mi sfugge la questione e mi sfugge l’interesse della Regione” ha commentato Marco Taradash (PdL) che ha parlato di “motivi misteriosi” e “argomentazioni che non reggono”.
Secondo il consigliere, infatti, “occorrerebbe fare più chiarezza. Se all’acquisizione corrisponde un investimento futuro di qualche milione, la questione cambierebbe. Ma la proposta non è chiara. Non si può ritenere strategica una partecipazione che fino ad ieri non era considerata tale” ha concluso