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Aumentano in Toscana i ginecologi obiettori di coscienza, aborti più difficili

Mozione alla Camera della toscana Marisa Nicchi per garantire la piena applicazione della 194 che compie 35 anni.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 maggio 2013 20:25

La tendenza si inverte: consentire a una donna di scegliere in piena libertà tra la possibilità di portare avanti una gravidanza o interromperla è una decisione che sempre meno medici ginecologi vogliono assumersi. E se fino a ieri tale difficoltà era molto più frequente al sud, oggi le percentuali parlano di un generale aumento degli obiettori di coscienza in tutta Italia. E i dati toscani non sono da meno: nel 2010 i ginecologi obiettori erano 219, mentre sono diventati 271 nel 2011. Diminuiscono anche le interruzioni volontarie di gravidanza: 7.665 nel 2010, 7.479 nel 2011, 7.121 nel 2012. “L’obiezione di coscienza – spiega la deputata toscana Marisa Nicchi - è un fenomeno in continua crescita in Italia, e lo confermano i dati dell’ultima relazione al Parlamento del ministero della Salute sulla legge 194.

Tra i ginecologi si è passati da un tasso di obiezione del 58,7 per cento del 2005 al 70 per cento circa del 2010, tra gli anestesisti dal 45,7 per cento al 50,8 per cento, e tra il personale non medico dal 38,6 per cento del 2005 al 44,7 per cento del 2010. Al sud si raggiungono picchi tra i ginecologi superiori all’80 per cento: è il caso di Basilicata (85,2 per cento), Campania (83,9 per cento), Molise (85,7 per cento), e Sicilia (80,6 per cento). E’ necessario invertire queste tendenze per tutelare i diritti della donna e garantire il rispetto della stessa legge 194”. Per garantire la piena applicazione della legge 194/78, a distanza di 35 anni esatti dall’entrata in vigore della legge 194 sull’aborto, la deputata toscana Marisa Nicchi (Sel), insieme al capogruppo di Sel alla Camera Gennaro Migliore, ha presentato una mozione parlamentare per “obbligare ogni struttura pubblica ad applicare la legge 194/78 nel pieno riconoscimento della libera scelta e del diritto alla salute delle donne, assumendo tutte le iniziative finalizzate all’assunzione di personale non obiettore di coscienza al fine di rendere effettivo il servizio di interruzione volontaria di gravidanza su tutto il territorio nazionale”.

Nella mozione si chiede tra l’altro di “evitare che vi siano presìdi con oltre il 30 per cento di obiettori di coscienza, anche attraverso un controllo più stringente sull’attuazione da parte delle regioni delle previste procedure di mobilità del personale sanitario”.

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