Gioventù ed esperienza; questo il giusto mix incarnato da Enrico Letta che alla fine ha fatto propendere Giorgio Napolitano rieletto capo dello Stato a optare per il suo nome. Non Amato e non Renzi, come invece si era detto fino a ieri sera, tutti e tre i toscani per alcune ore sono stati tra i papabili del nuovo Governo che dovrà necessariamente scendere a patti con il Pdl. Giuliano Amato nome che sarebbe stato di gran lunga preferito dal Popolo della Libertà è uomo che ha attraversato sia le Prima che la Seconda Repubblica, nel giro di pochi giorni candidato prima al Colle e poi a Palazzo Chigi, si è visto sfumare entrambe le poltrone; in questo caso il curriculum era fin troppo lungo e ingombrante perché in troppi non storcessero la bocca.
Un Cursus honorum ancora troppo scarno, invece deve essere apparso quello del sindaco Matteo Renzi che pure aveva dalla sua ottime credenziali: la sua riconosciuta e spesso contestata non ortodossia al Partito Democratico, lo rendeva un interlocutore ideale del centrodestra e di Berlusconi; ed essere riuscito ''miracolosamente'' a ricompattare il suo partito dopo l' implosione emersa in tutta la sua drammaticità nei giorni dell'elezione del nuovo Capo dello Stato. Attorno al suo nome, nessun veto, nessuna obiezione è stata sollevata dalla direzione del Partito Democratico riunita ieri a Roma, una novità assoluta, un colpo messo a segno da parte di chi solo fino a qualche mese fa era visto come colui che avrebbe ''spaccato il partito''.
Ironia della sorte: colui che è stato a più riprese strigliato e accusato per quella visita ad Arcore tanto da essere additato dai suoi come il figlio mancato di Berlusconi, proprio dal Cav avrebbe ricevuto il veto. Che Matteo Renzi goda di una certa simpatia presso Napolitano è noto, ma alla fine il Capo dello Stato che ha avuto piena libertà nella scelta del possibile premier ha preferito optare per chi offriva una maggiore garanzia. Una questione di esperienza, insomma ed Enrico Letta pur nella sua giovane carriera ne ha accumulata a sufficienza sia in campo nazionale che internazionale.
Classe 1966, se riuscirà nel difficile compito della formazione di un Governo sarà tra i più giovani Presidenti, del Cosiglio, lui che a rivestire il ruolo di un enfant prodige ci è abituato. A 25 anni era già presidente dei Giovani del Partito Popolare europeo, poi l'incontro con Beniamino Andreatta della Dc, di lì al ruolo di segretario per l'euro sotto il Governo Ciampi il passo è stato breve. A 32 anni era già Ministro con Massimo D'Alema Presidente del Consiglio e poi di nuovo nel secondo governo D'Alema fino al prestigioso ruolo di sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel governo Prodi.
Infine il suo impegno nel Partito Democratico come vice di Pier Luigi Bersani. La sua stretta parentela con Gianni Letta, fedelissimo uomo berlusconiano? La rete ora la ''rispolvera'' e l'ironia si spreca. Certo non sembra aver persuaso molto Silvio Berlusconi e il Pdl che anzi sulla compagine dei Ministri e sul capitolo dell'Imu sta alzando il tiro. A Renzi forse nonostante tutto non dispiace star fermo un giro, il rischio di bruciarsi era troppo altro e dal suo Twtter scrive a Letta: "In bocca al lupo e un forte abbraccio". Filomena D'Amico