Firenze, 10 aprile 2013 - Sono sempre di più i giovani under 30 che scelgono di creare nuove reti di partecipazione evitando le tradizionali associazioni di volontariato già presenti sul territorio. E’ quando dimostra una ricerca condotta da Cesvot in collaborazione con Fondazione Volontariato Partecipazione, dal titolo “Giovani e partecipazione in Toscana. Sfide e opportunità per il volontariato” svolta su un campione di giovani toscani che hanno scelto di mobilitarsi in differenti gruppi non formalmente costituiti come organizzazioni di volontariato. Dall’indagine, che sarà presentata domenica prossima, 14 aprile, a Lucca all’interno della manifestazione ‘Villaggio Solidale’ promossa da Cnv, emerge come il volontariato toscano, in alcuni casi, si trovi a dover affrontare una vera e propria rottura generazionale che evidenza difficoltà nei giovani di trovare spazio e realizzazione in associazioni già strutturate.
Il rapporto, che si è concentrata nello studio di tre aree (quella grossetana, quella fiorentina e quella del Valdarno), rileva inoltre come i giovani sentano un’urgenza nell’impegnarsi nella vita extra lavorativa per conquistare una propria autonomia soprattutto in conseguenza della crisi. “E’ evidente che il ricambio generazionale è un problema non solo nei partiti, nella Pubblica Amministrazione, nelle imprese e nei sindacati ma anche nel volontariato – spiega Riccardo Guidi autore della ricerca per conto della Fondazione Volontariato – il successo delle associazioni studiate consiste nell’avere identificato un percorso chiaro e definito di accesso al potere dentro l’associazione che porta i giovani a sentirsi responsabilizzati ottenendo così una prima forma di autonomia”. “Questa indagine conferma quanto emerso dalle nostre ultime ricerche sullo stato dell’arte del volontariato toscano – afferma Patrizio Petrucci, presidente di Cesvot – Crescono le associazioni piccole o piccolissime che rappresentano oltre il 30% del totale nella nostra regione e che, per la loro dinamicità e non avendo rapporti con il pubblico, riescono ad attrarre gran parte dei movimenti giovanili.
Questa ricerca - conclude Petrucci - conferma la nostra preoccupazione, già evidenziata, che le associazioni più strutturate abbiano difficoltà per problemi organizzativi e per questioni legate al ricambio del gruppo dirigente, ad intercettare le richieste dei più giovani. A maggio stiamo lavorando per organizzazione un convegno che affronti le difficoltà delle grandi associazione di volontariato su vari aspetti, compreso il rapporto con il mondo giovanile”.