L’assessorato alla salute della Regione Toscana non lascia, anzi raddoppia: si dota di un nuovo capo di dipartimento (l’attuale direttore generale di Careggi Valtere Giovannini) e in più crea un incarico ad hoc per l’uscente Edoardo Majno. Così secondo indiscrezioni di stampa che secondo il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai tratteggiano «uno scenario allucinante in cui si tagliano i posti letto negli ospedali e si incrementano addirittura le poltrone di un sistema sanitario che rischia di collassare proprio sotto il peso del suo stesso apparato, quello che da tempo noi chiediamo di snellire poderosamente». Peccato che nella manovra d’arredamento sanitario ‘meno letti e più poltrone’ a rimanere in piedi rischiano di essere, come al solito, i toscani: «Mentre i cittadini sono alle prese con una riduzione drastica e sistematica dei servizi a fronte di ticket sempre più esosi – attacca Mugnai – la giunta regionale provvede ad assicurare più seggiole per tutti i soliti noti, i volti storici della sanità toscana, il cerchio magico che l’ex assessore regionale alla sanità e attuale governatore Enrico Rossi si è costruito in lustri di gestione della sanità.
Da mesi chiediamo che il sistema regionale della sanità si apra a nuove energie, anziché privilegiare le solite facce. Invece anche su questo fronte dobbiamo constatare che non siamo stati ascoltati». Piuttosto clamoroso il caso della attuale direttrice della Asl 6 di Livorno Monica Calamai, protagonista nelle scorse settimane di una girandola di ipotesi spostamento e adesso, a quanto pare, destinata alla Asl 4 di Prato e al Sior: «E’ l’esempio lampante di quanto la sanità toscana sia asservita alla politica – osserva Mugnai – visto che i precedenti annunci di un suo trasferimento furono fatti anch’essi, quando si dice il caso, alla vigilia delle primarie Pd, forse con l’intento di ammansire gli amministratori locali della sinistra cui la gestione Calamai davvero non va a genio».
Ovvio il corollario: «Finché le logiche che guidano le scelte della sanità saranno queste, c’è poco da sperare». “Nella riorganizzazione del sistema sanitario, in particolare nell’Area Vasta Centro, si sta mettendo il carro davanti ai buoi: non si possono eliminare i posti letto dagli ospedali prima di aver predisposto sul territorio soluzioni alternative per i malati.” E’ l’altolà lanciato dalla Cisl toscana su tempi e modi con i quali si sta procedendo alla riorganizzazione del sistema sanitario regionale. “Siamo pronti a discutere di rimodulazione dei posti letto negli ospedali, non di tagli ai servizi” dice Rossella Bugiani, segretaria regionale Cisl con delega alla sanità.
“Ci è stato detto che la riforma punta a ottimizzare i posti letto ospedalieri, evitando i casi di sottoutilizzo e la dispersione di risorse, offrendo in alternativa sui territori servizi integrati, come le cure intermedie e l’assistenza domiciliare. Ma ad oggi i territori non sono pronti !” Dopo l’approvazione della delibera regionale sulla riorganizzazione è iniziato, con notevole ritardo e solo dopo sollecitazione di Cisl e Cgil, il confronto con le Aree Vaste. All’ordine del giorno, sulla carta, taglio e rimodulazione dei posti letto nei Presidi Ospedalieri, unificazione dei 118 (da 10 a 3), riorganizzazione dei laboratori di analisi e della prevenzione. “Temi -sottolinea Bugiani- estremamente delicati e complessi.
Occorre conoscere in modo chiaro quali sono gli effetti concreti che i Direttori delle ASL pianificano sulla riorganizzazione dei servizi, a partire dalla ridefinizione dei posti letto. Nel mezzo di questa fase c’è la sicurezza di accesso dei nostri cittadini ai servizi, non solo nei presidi ospedalieri, ma anche sul territorio. Purtroppo i segnali che registriamo, anche negli incontri delle 3 Aree Vaste con i Direttori delle rispettive Aziende, sono di una forte e preoccupante debolezza sul versante dell’integrazione territoriale.” “Si parla ad esempio di Casa della Salute quale risposta strategica al rafforzamento del territorio –prosegue Bugiani- ma quante sono e in che tempi verranno realizzate ? Altro problema è quello della rimodulazione dei Distretti, con la necessità di fare chiarezza sulle prestazioni garantite e una prossimità ai bisogni della gente che è tutta ancora da verificare.
Sulle cure intermedie (prestazioni in risposta alle patologie croniche trattabili anche fuori degli ospedali), tema per il quale alla Regione va dato atto di aver preso un impegno chiaro di potenziamento, le Aree Vaste sono ancora alla fase dei semplici annunci: nessuna stima chiara del fabbisogno, della sostenibilità di spesa e della loro distribuzione in ciascun territorio.” “In particolare l’Area Vasta Centro, coordinata dal Direttore della ASL 10 –afferma Bugiani- appare ancora ferma alla ripetizione dei principi generali e a una genericità di approfondimento sinceramente poco rassicurante.
In altre parole -chiosa la segretaria Cisl– il confronto è tutt’altro che nella fase di chiusura. Noi attendiamo risposte precise: quanti saranno i posti letto che diminuiranno negli ospedali? Quante risorse si ipotizza di risparmiare? Come si intendono reimpiegare nel territorio? Quanti posti di cure intermedie si intendono attivare? Di quanto si intende aumentare l’assistenza domiciliare? Quante e dove le case della salute?” “Senza questa chiarezza –conclude Bugiani- le preoccupazioni ragionieristiche di portare a casa semplici risparmi sul bilancio di esercizio andranno poco lontano.
Attendiamo segnali di un approfondimento e un confronto all’altezza delle sfide del momento e dei bisogni della gente.”