Nuove indicazioni su come gestire la patologia artrosica, nuovi design protesici, nuovi materiali utilizzati, protesi e protocolli medici di nuova generazione che comportano meno sofferenza per i pazienti, con diminuzione di dolori e sanguinamento. I migliori chirurghi del ginocchio a livello mondiale si sono incontrati al Palacongressi di Firenze per fare il punto sulla patologia degenerativa e valutare linee guida per la pratica chirurgica quotidiana. Il secondo Congresso dell’Eka (European Knee Associates), la società europea dedicata al ginocchio artrosico, dal titolo “The osteoarthritic knee - best current practice in Europe” (“Il ginocchio artrosico, la migliore pratica chirurgica oggi in Europa”). Protocolli e materiali per attenuare il dolore.
“Sia il dolore, sia il sanguinamento che le infezioni, vengono adesso combattuti con un approccio multimodale, ovvero non si combatte con un solo strumento- ha spiegato il dottor Andrea Baldini, uno dei presidenti del Congresso –ma con tanti che agiscono a diversi livelli. Il dolore si combatte non solo con l’anestesista, ma anche con tutta una preparazione del paziente prima, con l’istruzione attraverso delle classi pre-operatori, con dei farmaci pre-operatori, con dei gesti dentro l’intervento meno invasivi e con una pratica farmacologica e anestesiologica post-operatoria.” Protesi di nuova generazione.
“Prima quando un ginocchio era usurato si tendeva a sostituirlo interamente – sottolinea il dottor Baldini – non vale la regola aspetta il più possibile altrimenti la protesi si usura. Adesso gli impianti durano molto, ma soprattutto si possono usare delle soluzioni parziali. E’ possibile cambiare singoli segmenti dell’articolazione, cosa che soltanto 3 o 4 anni fa non era possibile, conservando tutti i legamenti del ginocchio e mantenendo una funzione anatomica più normale. Esistono taglie di protesi sesso-specifiche e lo studio pre-operatorio adesso viene fatto con una analisi virtuale per cui si riesce molto di più a bersagliare la forma del paziente.
Una persona che è alta 1.60 non si prende più la stessa protesi che un tempo si prendeva per una persona alta 2 metri.” Cambio delle protesi. “Il cambio arriva per vari motivi, i più frequenti sono: la protesi dolorosa; il grande capitolo delle infezioni, che colpisce molto il settore – continua il dottor Baldini - del ginocchio perché il corpo estraneo è grande ed è sottocutaneo, adesso le sale operatorie non sono più ‘sporche’ come si pensava in passato, ma hanno uno standard elevato.
Presentata anche una nuova medicazione che viene tenuta dall’inizio alla fine fino a quando il paziente non toglie i punti con delle sostanze battericide. C’è inoltre la complessità del gesto di cambio protesi, lasciata solo a chirurghi più esperti” Come comportarsi con un ginocchio usurato. “Innanzitutto servono almeno 6 mesi di terapia conservativa, ovvero non pensare subito all’operazione. Non si da più l’antinfiammatorio a caso solo dopo si valutano le varie opzioni chirurgiche dalle meno invasive a quelle più complicate - ha spiegato il dottor Andrea Baldini- .
Esistono tecniche che tolgono la pressione dal compartimento malato del ginocchio, ci sono soluzioni che rimpiazzano le superfici usurate, fino ad arrivare alla classica protesi.” Obiettivi da raggiungere. “Il gap che abbiamo nei confronti della chirurgia analoga sull’anca è quella della funzione della cinematica dell’articolazione. – prosegue il Dottore - Chi ha una protesi d’anca non sente di averla, si comporta come se non l’avesse. Il ginocchio è molto più complesso, non è semplicemente un binario, ma ha rotazioni e traslazioni, si muove nello spazio in 6 direzioni, ogni anno ci avviciniamo sempre di più ad interventi protesici al ginocchio funzionali come quelli dell’anca.”